Weekly Newsletter di Cassa Lombarda: l’analisi settimanale dei mercati finanziari

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Macro review

Zona Euro – L’inflazione tedesca è aumentata più del previsto al +2,9% in dicembre, contro una stima di +2,6% e un dato precedente di novembre di +2,4% a novembre. L’inflazione core, che esclude i prezzi volatili di energia e prodotti alimentari, ha accelerato a +3,1% da 3,0% di novembre. È il ritmo più rapido da un anno esatto. In Eurozona, l’inflazione è rimasta stabile in dicembre a +2,7%, come il periodo precedente e in linea con le attese. Zona US – Posti vacanti (JOLTS) in risalita, ovvero offerte di lavoro ai massimi da maggio, dato che ha sorpreso gli analisti, la stima era per una lieve contrazione (8,098 milioni contro 7,74 milioni attesi). A seguire in dicembre, l’indice ISM Servizi è salito a 54,1 punti, dai 52,1 precedenti, sopra le attese di 53,5 punti, da nota che i servizi rappresentano i due terzi dell’economia Usa. Dati positivi sull’andamento del mercato del lavoro anche sul finir di settimana, l’economia americana ha creato in dicembre 256.000 posti di lavoro, oltre le attese degli analisti che scommettevano su 165.000. Il tasso di disoccupazione è risultato pari al 4,1%. Un segnale di cautela alla Fed, che può procedere con calma al ribasso dei tassi.

Azioni

Seconda settimana di file negativa per gli indici americani, con lo S&P 500 che segna un -1,94%, e Nasdaq -2,34%. Situazione inversa per gli indici europei, trainati principalmente dai Financials (FTSE MIB +2,82%) e Petroliferi. L’indice Stoxx delle banche ha chiuso la settimana con un +3,39%, toccando venerdì 10 gennaio il livello più alto dal settembre 2015. Negli ultimi due anni è stato tra i migliori, segnando per ciascun anno un guadagno superiore al +20% (+24% nel 2024, +23% nel 2023), evento che non si verificava dal 2006. Il “momentum” resta favorevole grazie allo scenario di tassi elevati e di tenuta dell’economia, oltre ai temi di M&A). Dall’altro lato, l’indice Stoxx Oil & Gas è il primo per performance da inizio 2025 con un +4,41%, venerdì ha toccato il livello più alto da quattro mesi a seguito dell’improvviso rally di gas e petrolio, riuscendo a chiudere la settimana sopra le medie mobili a 50 e 100 gg per la prima volta dallo scorso marzo.

Obbligazioni

Il mercato obbligazionario resta teso, dal meeting di dicembre della FED, gli investitori si sono progressivamente convinti che le banche centrali avranno vita difficile per combattere l’inflazione, motivo per cui ha rivisto la visione di mercato. I rendimenti ripartono col Treasury 10 anni a 4,76% di rendimento, sui massimi da aprile, trentennale al 4,94% dopo aver toccato il 5% intraday in chiusura di settimana. In Eurozona Bund decennale a 2,59%, sui massimi da luglio, il BTP decennale a 3,77%, sui massimi da novembre. Lo spread BTP/Bund è stabile in area 118 punti base. Questo rimbalzo dei rendimenti può essere considerato interessante per bloccare i guadagni, in particolare per gli investitori che hanno una visione di lungo periodo, non troppo speculativa. Si registrano movimenti di tassi al rialzo anche sulla componente Corporate, sia Investment Grade che High Yield, col mercato primario che ha ripreso il pieno regime durante questo inizio d’anno.

Valute e materie prime

Il Bloomberg Commodity Index ha chiuso una settimana al rialzo, la terza consecutiva, varcando la soglia dei 100 USD (102,49 USD, +4,06%). Tra i protagonisti dell’ottava vediamo il Petrolio (+3,53% il WTI), dove gli analisti di JPMorgan hanno attribuito i guadagni alla crescente preoccupazione per le interruzioni dell’approvvigionamento dovute all’inasprimento delle sanzioni, alle basse scorte di petrolio, alle temperature gelide in molte parti degli Stati Uniti e dell’Europa. Performance vigorosa anche per il gas (+18,93%), spinto dalla domanda dovuta alle condizioni meteo e agli elevati flussi di gas GNL verso le strutture di esportazione. La produzione è stata in qualche modo limitata a causa di alcuni congelamenti. Bilancio settimanale positivo anche per l’oro (+1,88%), in controtendenza se consideriamo la risalita dei tassi e la forza del dollaro, l’unica giustificazione rimane quella delle tensioni geostrategiche che portano gli investitori a coprire i portafogli. Sul fronte valutario, il dollaro chiude la nona settimana di guadagno delle ultime dieci (+0,62%), sui massimi da due anni, movimento giustificato in considerazione dei dati robusti pubblicati in US.

Outlook

Tra i vari market movers, a catalizzare l’attenzione degli operatori saranno i dati dell’inflazione dell’Eurozona (Venerdì 17 quelli della Zona Euro, nei giorni precedenti i singoli Stati) e degli Stati Uniti (mercoledì 15). Per gli Stati Uniti si attendono anche le aspettative di inflazione dei consumatori, i prezzi alla produzione, l’indice manifatturiero di New York, le vendite al dettaglio, l’indice manifatturiero Fed Philadelphia, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione e la produzione industriale. Per l’Eurozona verranno rilasciate le letture della produzione industriale e della bilancia commerciale. Guardando ai singoli Paesi, per l’Italia saranno diffuse le misurazioni della produzione industriale, inflazione e la bilancia commerciale. Per Germania, Francia e Spagna gli investitori monitoreranno le letture dell’indice dei prezzi al consumo. In Asia, per la Cina si attendono il PIL del quarto trimestre, produzione industriale, vendite al dettaglio e il tasso di disoccupazione. Infine, per il Giappone segnaliamo la diffusione dei prezzi alla produzione.