Arabia Saudita. La Vision 2030 rivolta anche alle start-up e alle piccole e medie imprese. Il progetto NEOM

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Start-up e piccole – medie imprese

La Vision 2030 saudita sembra mostrare un forte interesse ad effettuare investimenti (con una attenzione anche nel settore dell’intrattenimento) rivolta anche alle start-up e alle piccole e medie imprese.

— tratto da Ocean4future

Un po’ di storia

L’Arabia Saudita, ufficialmente Regno dell’Arabia Saudita (KSA), è un grande paese situato al centro del Medio Oriente, che copre la maggior parte della Penisola Arabica con una superficie di circa 2.150.000 km2, il quinto paese più grande dell’Asia, il più grande del Medio Oriente. Con una popolazione di quasi 32,2 milioni di abitanti, l’Arabia Saudita è il quarto paese più popoloso del mondo arabo. Inoltre, è l’unico Paese ad affacciarsi sia sul Mar Rosso sia sul Golfo Persico. La capitale e città più grande della Arabia Saudita è Riyadh.

Nei secoli, ancora prima della affermazione dell’Islamismo, il territorio era abitato da diverse culture e civiltà con la presenza preistorica di prime attività umane al di fuori dell’Africa. Nel VII secolo d.C. emerse l’Islam sotto la guida del profeta Muhammad che riunì la popolazione della penisola arabica creando un’unica politica religiosa islamica. Dopo la sua morte nel 632, i suoi seguaci estesero il dominio musulmano oltre l’Arabia, conquistando territori nel Nord Africa, nell’Asia centrale, meridionale e nella penisola iberica nel giro di pochi decenni. In quel periodo si succedettero nell‘odierna Arabia Saudita i quattro califfati, Rashidun (632–661), Omayyade (661–750), Abbaside (750–1517) e Fatimide (909–1171), che influenzarono non poco l’evoluzione religiosa dell’Islam. In particolare, il quarto califfo del primo califfato, Ali ibn Abi Talib (in arabo: علي ابن أبي طالب), cugino e genero di Maometto, è nell’Islam sciita considerato il legittimo successore di Maometto.

Dopo la sua morte avvenne lo scisma tra sunniti e sciti che ha influenzato ed influenza ancora oggi gli equilibri del mondo mussulmano in Medio Oriente ma anche in Asia ed in Africa. L’Arabia Saudita fu fondata nel 1932 dal re Abdulaziz (noto anche come Ibn Saud), che unì parti dell’Arabia orientale (Al-Ahsa) e dell’Arabia meridionale (‘Asir) in un unico stato attraverso una serie di conquiste, a partire dal 1902 con la cattura di Riyadh. Da allora l’Arabia Saudita è una monarchia assoluta governata da un regime autoritario senza il contributo pubblico. Nella sua Legge fondamentale, l’Arabia Saudita si definisce uno stato islamico arabo sovrano con l’Islam come religione ufficiale e l’arabo come lingua ufficiale. Il movimento religioso wahhabita, una corrente ultraconservatrice all’interno dell’Islam sunnita, è stata la forza politica e culturale prevalente nel paese fino agli anni 2000 comportando in passato critiche per le politiche estere e interne.

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Principe Mohammed bin Salman bin Abdulaziz, figlio dell’attuale re Salman, e primo in linea di successione al trono dell’Arabia Saudita, Principe della Corona dell’Arabia Saudita, Vice Custode delle due Sante Moschee The Prime Minister arrives in Saudi Arabia …jpg – Wikimedia Commons

La Vision 2030 saudita

Oggi l’Arabia Saudita è considerata una media potenza regionale che, sotto la guida del Principe Mohammed bin Salman bin Abdulaziz (MBS), figlio dell’attuale re Salman, e primo in linea di successione al trono dell’Arabia Saudita, sta guardando con attenzione al futuro del suo Paese perseguendo iniziative molto interessanti che sembrano voler ricercare un equilibrio nel Medio Oriente passando da un’attuale economia, basata sulla commercializzazione del petrolio1, ad economie alternative imperniate sui servizi (con un focus sul turismo) guidando le due transizioni in corso – energetica e digitale.

La Vision 2030 saudita sembra mostrare un forte interesse ad effettuare investimenti (con una attenzione anche nel settore dell’intrattenimento) rivolta anche alle start-up e alle piccole e medie imprese al fine di elevare il peso del settore privato. Interessante il fatto che il rapporto di crescita dei proventi GDP non legati all’industria petrolifera sono passati dal 1,82% del 2016 al 4,93% nella prima metà del 2023. Settori di investimento che lasciano aperte collaborazioni di eccellenza con altri Paesi sia nel campo produttivo che di studio. Non a caso importanti università saudite stanno diventando all’avanguardia in molti campi tecnologici tra cui la robotica marina con applicazioni che vanno dall’archeologia alla biologia marina.

1 Nel 1938, il regno saudita è diventato il terzo produttore di petrolio al mondo e il principale esportatore, controllando la seconda più grande riserva di petrolio al mondo e la sesta più grande riserva di gas

Obiettivi per Start-up e PMI

— a cura di Trendiest Media

La Vision 2030 dell’Arabia Saudita è un piano strategico lanciato nel 2016 con l’obiettivo di diversificare l’economia del Paese, riducendo la dipendenza dal petrolio. Un elemento chiave di questa strategia è il sostegno alle start-up e alle piccole e medie imprese (PMI), che sono viste come motori dell’innovazione e dell’occupazione.

La Vision 2030 punta a:
Aumentare il contributo delle PMI al PIL dal 20% al 35% entro il 2030.
Migliorare l’accesso ai finanziamenti per start-up e PMI.
Semplificare la burocrazia e migliorare l’ecosistema imprenditoriale.
Attrarre investimenti stranieri nel settore tecnologico e innovativo.

L’Autorità per le PMI (Monsha’at) è l’ente governativo incaricato di sviluppare il settore, offrendo:

  • Agevolazioni fiscali e finanziarie per start-up e PMI.
  • Incubatori e acceleratori per supportare l’innovazione.
  • Partnership con fondi di venture capital per migliorare l’accesso ai finanziamenti.

Il Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano saudita, ha stanziato miliardi di dollari per sostenere start-up e PMI, sia a livello locale che internazionale.

  • Jada Fund of Funds, con un capitale di 1,07 miliardi di dollari, investe in fondi di venture capital e private equity.
  • Sanabil Investments, che sostiene start-up innovative in diversi settori.

Accesso al Credito

  • Kafalah Program → Garanzie sui prestiti per le PMI, per facilitare l’accesso al credito bancario.
  • Saudi Venture Capital Company (SVC) → Fondo che investe direttamente in start-up e PMI innovative.

L’Arabia Saudita sta investendo molto nella creazione di hub tecnologici e incubatori per start-up, tra cui:

  • KAUST Innovation Hub (King Abdullah University of Science and Technology) → Supporta start-up nel settore deep tech.
  • Misk Innovation → Programma promosso dalla Misk Foundation per formare e finanziare giovani imprenditori.
  • Flat6Labs Riyadh → Un acceleratore per start-up nel settore tech.

Semplificazione Normativa

Per rendere più facile aprire e gestire un’impresa, il governo ha:
Ridotto il tempo per ottenere licenze per le start-up.
Digitalizzato molte procedure burocratiche.
Permesso agli investitori stranieri di avere il 100% di proprietà in alcuni settori.

Settori Prioritari

L’Arabia Saudita sta spingendo l’innovazione in vari settori strategici:
🚀 Tecnologia e Intelligenza Artificiale → Startup nel cloud computing, AI, blockchain.
🌿 Energie Rinnovabili e Green Tech → Sviluppo di soluzioni sostenibili.
💳 Fintech → Pagamenti digitali, blockchain e nuove piattaforme finanziarie.
🏥 HealthTech → Soluzioni digitali per la sanità.
🎮 Gaming e Intrattenimento → Industria del gaming in forte espansione.

NEOM, un progetto visionario

— a cura di Trendiest Media

Tra le iniziative saudite più affascinanti citiamo NEOM, un progetto visionario che trasformerà la costa del Mar Rosso nel nord-ovest dell’Arabia Saudita in una regione futuristica. Lanciato nel 2017 da Sua Altezza Reale il Principe Mohammed bin Salman bin Abdulaziz (MBS), Principe ereditario e Primo Ministro, NEOM sarà alimentato al 100% da energia rinnovabile fornendo agli abitanti un’elevatissima qualità di vita dove verrà data priorità alle persone e alla natura, creando un nuovo modello per vivere, lavorare e prosperare in modo sostenibile. Secondo la Vision 2030, NEOM sarà un luogo in cui l’Umanità potrà progredire senza compromettere la salute del pianeta in totale armonia.

Si tratta di una megacittà smart, con un investimento previsto di circa 500 miliardi di dollari, situata nella provincia di Tabuk, nel nord-ovest del Paese, lungo il Mar Rosso.

Caratteristiche principali di NEOM

  1. The Line – Una città lineare lunga 170 km, senza auto e con trasporti ad alta velocità, progettata per essere a zero emissioni di carbonio.
  2. Oxagon – Un’area industriale galleggiante, pensata per diventare il più grande hub logistico al mondo.
  3. Trojena – Una zona montana per il turismo invernale, con piste da sci e resort di lusso.
  4. Sindalah – Un’isola esclusiva dedicata al turismo e agli yacht di lusso.

Le aree critiche del progetto

NEOM punta a diventare un polo di innovazione tecnologica, con energia rinnovabile, intelligenza artificiale e biotecnologie. Tuttavia, il progetto ha suscitato critiche per il suo impatto ambientale e sociale, con accuse di espropri forzati delle popolazioni locali (come la tribù degli Howeitat). L’iniziativa NEOM, pur presentandosi come un progetto futuristico e sostenibile, ha sollevato numerose preoccupazioni ambientali e sociali.

Impatto Ambientale

Nonostante la promessa di essere una città a zero emissioni di carbonio, alcuni aspetti del progetto suscitano dubbi, in particolare la distruzione dell’habitat naturale: l’area di NEOM copre 26.500 km², una vasta zona che include coste, montagne e deserti. La costruzione su questa scala potrebbe danneggiare ecosistemi fragili e minacciare la fauna locale, come il leopardo arabo, già a rischio estinzione. Inoltre, il mega-progetto prevede infrastrutture massicce, come la città lineare The Line, che richiederanno un elevato consumo di acqua e materiali da costruzione.

Problemi legati alla desalinizzazione e alle emissioni di CO₂

NEOM utilizzerà impianti di desalinizzazione ad alta tecnologia, ma lo scarico di salamoia iperconcentrata potrebbe alterare l’equilibrio marino del Mar Rosso, mettendo a rischio barriere coralline e biodiversità. Inoltre, la costruzione di una città su questa scala implica una produzione di cemento, acciaio e vetro che genererà enormi emissioni di CO₂, almeno nel breve termine e richiederà enormi quantità di energia, anche se la promessa è che provenga interamente da fonti rinnovabili.

Impatto Sociale

NEOM è stato al centro di controversie legate ai diritti umani, soprattutto per il trattamento della popolazione locale. Il territorio di NEOM era abitato dalla tribù Howeitat, che vi risiedeva da secoli. Secondo fonti attendibili, dal 2020 molte famiglie sono state sfollate con la forza, con minacce di arresto e persino esecuzioni per chi si opponeva.

Gli operai impiegati nel progetto sono per lo più migranti, spesso provenienti da Paesi come Pakistan e Bangladesh. Anche se per ora la situazione non pare suscitare particolari attenzioni, esistono fa parte degli oppositori preoccupazioni su possibili condizioni di lavoro precarie e limitazioni dei diritti, in linea con le critiche già mosse in generale verso il sistema di lavoro in Arabia Saudita.