cosa significano le fluttuazioni del Treasury?

Jack Janasiewicz, Portfolio Manager Natixis IM Solutions -

Per inquadrare l’attuale contesto, il Treasury ha toccato un rendimento minimo recente del 3,62% nel settembre dello scorso anno. Poi ha ceduto fino a metà gennaio, raggiungendo un picco del 4,79%. Ora il rendimento si è assestato intorno al 4,50%.

Il passaggio dai minimi ai massimi dei rendimenti rifletteva in gran parte un repricing delloutlook sugli interessi, che in parte era funzione delle prospettive del mercato obbligazionario per l’agenda pro-crescita dell’allora candidato presidenziale Trump. Queste politiche pro-crescita comprendevano timori per la spesa e il deficit fiscale, nonché per I dazi, che alimentano lo scenario delle aspettative di inflazione.

L’inversione di tendenza del mercato obbligazionario rispetto al picco di metà gennaio si è verificata sulla scia di un dato sull’indice dei prezzi al consumo più morbida, che ha contribuito ad attenuare le preoccupazioni degli investitori circa una possibile riaccelerazione dell’inflazione. Il mercato obbligazionario si è mosso per riprezzare diversi rischi. Se scomponiamo in due componenti – tassi reali e aspettative di inflazione – l’andamento del Treasury dal recente minimo di settembre dello scorso anno, scopriamo che circa il 60% del movimento è stato guidato dai tassi reali e il resto dalle aspettative di inflazione.

L’andamento dei tassi reali ci segnala che il mercato obbligazionario è diventato più ottimista sulle prospettive di crescita. E se le prospettive di crescita sembrano migliorare, non dovrebbe sorprendere che si assista ad un modesto riprezzamento delle aspettative di inflazione. Gli spread societari sembrano confermare la stessa tendenza.

Gli spread si sono comportati molto bene, indicando che i bilanci aziendali sono in ottima forma e che il ciclo economico continua a sostenere le imprese americane. Se mettiamo insieme tutti questi indizi, possiamo dedurre il motivo per cui il Treasury sia rimasto ampiamente in range negli ultimi tempi. Il cambiamento del panorama economico è stato ampiamente scontato nel corso degli ultimi 5 mesi. Il contesto di crescita rimane sano, mentre l’inflazione rimane una preoccupazione incombente ma continua a oscillare nella giusta direzione.

La Fed ha dichiarato che rimarrà in attesa nel breve termine, prendendo una pausa nel recente ciclo di tagli per valutare i dati economici. I mercati sembrano ora molto più allineati alle prospettive della Fed e il mercato dei tassi prevede poco più di un taglio dei tassi da qui alla fine del 2025. La chiave per una rottura di questo range? Probabilmente dipende dalle prospettive dell’inflazione. Se dovessimo vedere segnali che indicano che l’inflazione sta iniziando a crescere, allora dovremmo aspettarci di vedere i tassi tornare ai recenti massimi. Se invece dovessero emergere dati a sostegno dell’idea che l’inflazione continua a raffreddarsi, non ci si dovrebbe sorprendere che i tassi scendano. Nel frattempo, il mercato ha ampiamente scontato molti dei cambiamenti delle tendenze recenti e farà proprio quello che sta facendo la Fed: rimanere paziente e dipendere dai dati. Abbiamo bisogno di un movimento incrementale nel contesto dell’inflazione per forzare una rottura del range.