Il 2025 si apre all’insegna dell’azionario europeo
Incertezza sull’inflazione – Mentre l’inflazione globale non sembra più ritirarsi, in particolare nei servizi negli Stati Uniti, e i prezzi di petrolio, gas, materie prime e prodotti agricoli tendono al rialzo negli ultimi mesi, la nuova amministrazione Trump ha aggiunto un’ulteriore dose di incertezza sul futuro percorso dell’inflazione con le sue politiche tariffarie e di espulsione. Sebbene si possa essere tentati di alleviare le nostre preoccupazioni sottolineando come i dazi sembrino essere uno strumento di negoziazione per ottenere concessioni dai Paesi interessati e che tecnicamente le espulsioni sono difficili da attuare nella scala prevista, sarebbe un errore trarre qualsiasi conclusione a una sola settimana dal secondo mandato di Trump alla Casa Bianca. Tuttavia, anche se Trump non dovesse applicare queste misure inflazionistiche, o se lo facesse solo su scala modesta, l’esacerbazione delle speranze di deregolamentazione e di tagli fiscali è uno scenario che non può essere scartato. Questo potrebbe stimolare l’economia e l’inflazione in modo più tradizionale, soprattutto perché l’output gap dell’economia è già in territorio positivo.
Incertezza fronte AI – Lo shock dirompente provocato da una piccola azienda cinese ha evidenziato con DeepSeek la possibilità di creare potenti strumenti di IA in grado di rivaleggiare con le offerte americane a un costo significativamente inferiore, utilizzando meno energia e, secondo l’azienda, senza fare affidamento sui chip di più alto livello. Questo sottolinea i pericoli di un’eccessiva concentrazione di investimenti nella tecnologia vera e propria, soprattutto quando questa è soggetta a rapidi cambiamenti. Considerando il peso di NVIDIA negli indici di mercato (oltre il 4,5% dell’MSCI World) e nonostante l’impatto su altri titoli (compresi quelli che devono far fronte al presunto fabbisogno supplementare di energia), queste interruzioni possono avere implicazioni importanti per gli indici. Il dibattito si sta ora concentrando sul fatto che questa nuova concorrenza abbasserà il prezzo dell’IA al punto che l’adozione sarà più forte e più rapida e che i volumi finiranno per compensare l’effetto prezzo. Gli investitori aspetteranno realisticamente di poter misurare questi effetti prima di prendere qualsiasi decisione, il che dovrebbe attenuare il potenziale ritorno di NVIDIA alle stelle del mercato. Ricordiamo che riteniamo che le aziende legate all’AI siano sopravvalutate, crediamo nella continua convergenza degli strumenti e preferiamo le aziende che possiedono i dati e saranno in grado di fare la differenza utilizzando l’intelligenza artificiale.
Il ritorno dell’azionario europeo – Il rally di gennaio delle azioni europee – che hanno ampiamente sovraperformato il listino USA – sembra in gran parte guidato dalla correzione dell’eccessivo pessimismo sull’Europa sulla scia dell’elezione di Donald Trump. In effetti, le statistiche economiche europee non sono così negative come suggerisce l’attuale narrativa. Il PMI composito dell’Eurozona si attesta a 50,2, lontano dal territorio della recessione. Inoltre, Trump non ha menzionato l’Europa nell’elenco dei Paesi minacciati dall’aumento dei dazi. Il potenziale di rimbalzo delle azioni europee è già stato esaurito? Riteniamo che la prospettiva di un nuovo governo in Germania dopo le elezioni generali del 23 febbraio possa fungere da ulteriore catalizzatore, nella speranza di un risultato più favorevole sul fronte della politica fiscale. Nel frattempo, i problemi sollevati da DeepSeek potrebbero raffreddare in modo più duraturo il dinamismo del mercato statunitense. Pertanto, continuiamo a non vedere alcun motivo per sottopesare le azioni europee a favore del mercato statunitense. Nell’ambito delle azioni, abbiamo mantenuto un modesto sovrappeso sulla Cina. Il mercato rimane speculativo e volatile, ma dovrebbe beneficiare del fatto che il Paese sta finalmente “digerendo” la sua crisi immobiliare, che potrebbe presto attenuarsi, e della determinazione delle autorità cinesi, chiaramente intenzionate a rivitalizzare il mercato azionario. Per quanto riguarda i mercati del reddito fisso, continuiamo a ritenere che ci sia più valore in Europa, a causa dei rischi molto più elevati sulle previsioni di inflazione negli Stati Uniti. Nell’attuale contesto preferiamo le strategie di “carry”, poiché i rendimenti degli strumenti del mercato monetario dovrebbero scendere quest’anno.

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Mente e denaro
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