La seconda edizione del libro di Alessia Potecchi. “Protagonisti delle sfide che ci attendono”. L’Intelligenza Artificiale

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Alessia Potecchi fa parte del Dipartimento Economia e Finanze del PD Nazionale: in questo saggio esprime molte critiche ai punti dolenti del sistema Italia e suggerisce molte proposte migliorative, che, a prescindere dalle idee politiche di ciascuno di noi, possono realmente fare la differenza.

Nei prossimi anni, l’Italia dovrà affrontare diverse sfide in campo economico e finanziario. Il nostro Paese ha sofferto di una crescita economica lenta rispetto alla media dell’UE negli ultimi decenni. Promuovere investimenti, innovazione e produttività sarà cruciale per accelerare la crescita. Nonostante un leggero miglioramento, rimane elevata la disoccupazione, soprattutto giovanile.

La grande crisi della economia che ha caratterizzato questi ultimi anni si è arrestata e si vedono finalmente dei segnali di ripresa seppur timidi. Vanno colti, sostenuti, incrementati. L’Europa e l’Italia devono scegliere con decisione e coerenza la strada dello sviluppo e devono andare incontro alle nuove sfide cogliendone le opportunità e giocando un ruolo da protagonisti perché i cambiamenti che ci attendono non sono più rinviabili.

L’evoluzione dell’intelligenza Artificiale rappresenta un profondo cambiamento tecnologico e umano e un’altra sfida importante su cui dobbiamo essere impegnati portando e testimoniando gli stessi valori che abbiamo posto nelle altre sfide e cioè le persone al centro perché questo nuovo strumento impatta soprattutto con l’individuo come persona unica non solo come lavoratrice e lavoratore. Le trasformazioni in atto come questa hanno bisogno in primis di formazione, una formazione accurata, dettagliata ed efficace perché le persone devono essere preparate e informate e dobbiamo mettere in campo degli strumenti necessari e all’avanguardia per contenere le perdite occupazionali che inevitabilmente ci saranno con l’utilizzo di queste nuove tecnologie al fine di ricollocare al meglio i lavoratori senza che ci siano delle ricadute verso chi già si trova in una situazione di grave svantaggio, a tal fine è importante utilizzare anche le norme all’interno dei contratti che aiutano ad andare in questa direzione. L’IA avrà al contempo anche dei risvolti positivi, una cavalcata verso il progresso in termini di competitività, di produttività e anche di aumento della ricchezza.
Sta a noi fare in modo che questa nuova ricchezza e queste nuove opportunità non si concentrino nelle mani di pochi o di una classe privilegiata ma che sia utilizzata per creare benessere diffuso, diventerà una grande risorsa e dobbiamo ricordarci che questo risultato sarà il frutto delle nostre scelte.

Altra azione da mettere in campo, sempre rivolta alle persone, è fare in modo che questo strumento possa essere utilizzato da tutti, che gli aspetti positivi che lo caratterizzano possano essere beneficiati da tutti per non creare ulteriori diversificazioni tra chi ha la possibilità di conoscerlo e utilizzarlo e chi invece ne viene escluso perché questo significherebbe allargare ulteriormente le diseguaglianze. Anche questa sfida va vista e interpretata a livello europeo, l’Europa è sempre il nostro punto di riferimento per affrontare i cambiamenti al meglio. Dobbiamo a questo proposito riuscire a regolare gli
obiettivi non le tecnologie, non va regolata l’intelligenza artificiale ma le sue applicazioni.
Gli Stati devono essere in prima linea per gestire e comprendere gli impatti dell’IA, per valutare ed evidenziare quelle che sono le conseguenze sociali che vanno governate. Certamente le persone sono al centro dei processi tecnologici ma questo non basta, occorre muoversi per guidare il mercato. Gli investimenti devono essere mirati per sviluppare aziende europee nel settore dell’IA che abbiano un progetto chiaro e trasparente con l’attuazione dei valori che si concretizzano nel bene comune per costruire una società giusta, democratica e con alla base il valore della solidarietà.

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