Weekly Newsletter di Cassa Lombarda: l’analisi settimanale dei mercati finanziari (a cura dell’Advisory)

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Macro review

Settimana di rilievo per le due principali Banche Centrali, FED e BCE. Per la Federal Reserve, la parola d’ordine è “prendere tempo”. Powell ha spiegato che la politica della banca centrale è “ben posizionata per affrontare i rischi e l’incertezza”, la Banca Centrale US non ha alcuna fretta d’intervenire. La risposta del nuovo Presidente Trump, che aveva chiesto di abbassare subito il costo del denaro è arrivata nel giro di pochi minuti: “Se la Fed avesse trascorso meno tempo sull’ideologia della diversità e del genere, sull’energia verde e sul falso cambiamento climatico, l’inflazione non sarebbe mai stata un problema. Invece abbiamo avuto l’inflazione peggiore nella storia”. Il dato d’inflazione più seguito dalla Fed (PCE) ha fatto registrare in America una salita a/a in linea con le attese: da 2.4% a 2.6%. Si tratta del terzo dato consecutivo in salita e del massimo da 7 mesi. La BCE, dal canto suo, ha tagliato di 25bp come da aspettative. L’inflazione è vicina all’obiettivo del 2%, l’economia ha però ristagnato nel quarto trimestre. Nel corso della conferenza stampa, Christine Lagarde ha detto che la frenata dell’economia della zona euro del quarto trimestre è un fattore temporaneo, rimane lo scenario di recupero della crescita, i cui rischi permangono però al ribasso.

Azioni

Una società IT cinese – DeepSeek -, di proprietà di un hedge fund, ha destabilizzato il settore dell’AI con il lancio di una soluzione che è in grado di performare in linea, se non meglio, dei competitors Usa, con una frazione del costo di finanziamento e applicando un pricing ampiamente inferiore agli utenti. Il Nasdaq (-1.64%) ha trascinato al ribasso l’S&P500 (-1%). Il peso della tecnologia nella flessione fa sì che le perdite dell’S&P500 Equally Weighted siano inferiori a quelle dell’indice principale (-0.5%) e che addirittura il DJ Industrials chiuda in positivo (0.3%). Interessante notare che nel giorno del collasso di Nvidia (lunedì 27.01: -17%), con l’S&P500 in forte flessione (-1.5%), oltre 300 titoli dell’indice hanno chiuso in positivo. Con il +7,98% da inizio anno il Vecchio Continente supera le performance dell’azionario Usa, sia come S&P500 (+2.7%) che a maggior ragione come Nasdaq (+1.6%). L’Eurostoxx50 è a meno del 3% dal massimo storico toccato nel marzo del 2000.

Obbligazioni

Il mercato obbligazionario ha accolto bene l’approccio cauto di Powell e soprattutto che l’inflazione al 2% rimane l’obiettivo da raggiungere. Il rendimento del Treasury 10 anni è sceso a 4,54%, sui minimi da metà dicembre. Anche il rendimento del Biennale è sceso sui minimi dal 12 dicembre a 4,20%. In Eurozona: Bund decennale a 2,46% e BTP decennale a 3,55%. Il Govies è tornato in positivo come performance da inizio anno. Corporate (sia HY che IG) sovraperformano il Govies. Gli HY hanno messo a segno 2 settimane di raccolta positiva con l’ultimo dato che registra il massimo inflow da gennaio dello scorso anno. In settimana anche i fondi EM Bond registrano un forte inflow, il massimo da 1 anno e il primo dato di raccolta in 4 settimane.

Valute e materie prime

L’indice Bloomberg Commodity Index ha chiuso la settimana in calo dell’1,10%, rimanendo comunque sopra la soglia spartiacque di 100 USD. In calo anche il petrolio durante la scorsa settimana (-2,85%), il Presidente Donald Trump ha dichiarato nella giornata di giovedì, che darà seguito alla sua minaccia di imporre tariffe del 25% sulle importazioni da Canada e Messico con decorrenza 1° febbraio, citando il flusso di fentanyl e gli ampi deficit commerciali tra le ragioni della sua decisione. L’oro ha superato il precedente massimo storico di ottobre, chiudendo la settimana con un +1%. Il temporeggiare della Federal Reserve sul taglio tassi, rimandato di almeno qualche mese nella riunione di questa settimana, dovrebbe sfavorire i metalli preziosi; le quotazioni sono però sostenute dallo scenario di incertezza generato dalla possibile guerra commerciale su larga scala. Il Financial Times riporta che a New York sale la domanda di lingotti e a Londra, per questa ragione, si fatica a trovarli. Negli Stati Uniti, è scattata la corsa all’acquisto di oro fisico in vista dell’introduzione di dazi da parte della Casa Bianca. Sul fronte valutario, il dollaro recupera terreno nei confronti dell’Euro (+1,29%), questo grazie ad una BCE più dovish rispetto alla Federal Reserve.

Outlook

A catalizzare l’attenzione degli operatori saranno i dati del mercato del lavoro (Non Farm Payrolls, tasso di disoccupazione e salari orari medi) degli USA, gli indici PMI (manifatturiero, servizi e composito) e gli indici ISM (manifatturiero e dei servizi), ma non solo. Per gli Stati Uniti si attendono anche altri dati macro come ordini di beni durevoli, ordini alle fabbriche, nuovi lavori JOLTS, occupazione ADP, bilancia commerciale, nuove richieste di sussidi di disoccupazione e la fiducia dei consumatori elaborata dall’Università del Michigan. Guardando al Vecchio Continente, per l’Eurozona gli operatori monitoreranno anche l’inflazione, i prezzi alla produzione e le vendite al dettaglio. Per quanto riguarda i singoli Paesi del blocco europeo, per la Germania verranno diffusi anche i dati degli ordini alle fabbriche, produzione industriale e la bilancia commerciale. Per l’Italia gli operatori monitoreranno i dati dell’inflazione e le vendite al dettaglio. Per la Spagna e la Francia occhi anche sui dati della produzione industriale.