Bioedilizia e benessere abitativo. Lavorare per la sostenibilità progettando edifici ecocompatibili
Edilizia ecocompatibile
La bioedilizia è un campo affascinante e sempre più importante per il futuro dell’architettura e dell’edilizia sostenibile: oggi sta vivendo un periodo di significativa innovazione, con l’introduzione di materiali sostenibili e tecniche costruttive volte a ridurre l’impatto ambientale degli edifici.
Gli edifici ecocompatibili, o edifici sostenibili, sono costruzioni che riducono l’impatto sull’ambiente. Sono anche chiamati green building, ovvero “costruzioni verdi”
Materiali Innovativi
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Canapa: L’uso della canapa nell’edilizia sta guadagnando popolarità grazie alle sue proprietà isolanti e alla capacità di regolare naturalmente la temperatura interna degli edifici. Un esempio significativo è il progetto “Nunziare IV” in Campania, che utilizza biomattoni di canapa e calce per creare abitazioni con temperature interne stabili, riducendo la necessità di sistemi di climatizzazione tradizionali.
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Bagassa di Canna da Zucchero: I ricercatori dell’Università di East London hanno sviluppato “Sugarcrete”, un materiale da costruzione ecologico derivato dagli scarti della canna da zucchero. Questo materiale offre una riduzione significativa delle emissioni di carbonio rispetto al cemento tradizionale ed è leggero, resistente al calore e alle scosse sismiche.
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Micelio dei Funghi: Il micelio, la rete di filamenti dei funghi, viene utilizzato per produrre materiali isolanti biodegradabili. Questi materiali non solo offrono eccellenti proprietà isolanti, ma contribuiscono anche alla riduzione dei rifiuti nell’edilizia.
Startup italiane e soluzioni circolari
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ReCO2: Questa startup italiana produce sampietrini utilizzando materie prime seconde inorganiche e scarti di produzione, senza l’uso di cemento, acqua, resine o collanti. Il processo non richiede cottura, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale.
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LabNext Srl: Ha sviluppato “Nextpaint”, una pittura in polvere che, miscelata con acqua direttamente in cantiere, elimina la necessità di biocidi e riduce le emissioni legate al trasporto grazie al suo peso ridotto.
Direttive Europee e Isolanti Naturali. Bioedilizia e benessere abitativo
La recente direttiva “Case Green” dell’Unione Europea mira a ridurre le emissioni di CO₂ nel settore edilizio del 55% entro il 2030 e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. In questo contesto, l’adozione di materiali isolanti naturali, come quelli derivati da scarti agroforestali o alimentari, è fondamentale. Questi materiali non solo richiedono meno energia per la produzione, ma contribuiscono anche alla cattura di CO₂ durante il loro ciclo di vita.
Queste innovazioni rappresentano passi significativi verso un’edilizia più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, con soluzioni pratiche per affrontare le sfide climatiche attuali.

Bioedilizia: un’alleata contro la crisi climatica
Costruire in modo sostenibile è ormai una necessità, non solo una scelta. La bioedilizia, o bioarchitettura, punta a progettare e realizzare edifici utilizzando materiali ecologici, tecniche innovative e fonti di energia rinnovabile per ridurre l’impatto ambientale.
Il settore degli smart building è in piena crescita: oggi vale 174 miliardi di euro e genera 38 miliardi di valore aggiunto. Ma per sostenere questa espansione servono sempre più professionisti qualificati. Secondo uno studio della Community Smart Building di The European House – Ambrosetti, il comparto occupa già 515.000 persone, e si stima che entro il 2030 ne serviranno altre 200.000.
La sfida? La carenza di competenze green e smart. Oggi, per 8 posti di lavoro su 10 vengono richieste competenze specializzate in sostenibilità e tecnologie intelligenti, ma oltre la metà delle aziende fatica a trovare i candidati giusti. Le opportunità non mancano: dal settore edile (idraulici, elettricisti, muratori) a quello tecnico e creativo (ingegneri, architetti, geometri, designer d’interni), la bioedilizia è una strada concreta per il futuro del lavoro e del pianeta.
Gli incentivi edilizi e il loro impatto sull’ambiente
Un’indagine della Commissione Ambiente della Camera ha valutato gli effetti degli incentivi fiscali per l’edilizia, analizzando vantaggi, criticità e possibili miglioramenti, anche in relazione agli obiettivi europei sulla sostenibilità.
Uno dei punti critici emersi riguarda il Superbonus, che ha coperto solo il 3% degli edifici che avrebbero bisogno di interventi di efficientamento. Inoltre, secondo la Banca d’Italia, i benefici ambientali derivanti dal Superbonus compenserebbero i costi finanziari solo dopo 40 anni.
Per questo motivo, si discute di una razionalizzazione degli incentivi, affinché siano più efficaci sia dal punto di vista economico, sia ambientale.
La transizione ecologica richiede investimenti significativi, ma non fare nulla costerebbe molto di più: le stime indicano che, senza interventi per contrastare il cambiamento climatico, i danni globali potrebbero raggiungere il 12% del PIL entro la fine del secolo.

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