Europa: costruire una difesa comune, ma finanziare gli acquisti dai produttori europei. Intanto in Ucraina inizia la tregua

Redazione -

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non vincolante sul Libro bianco della difesa che la Commissione presenterà il 19 marzo, e che conterrà il piano ReArm Europe. “Dobbiamo costruire una difesa comune. Non per minacciare o conquistare, ma per scoraggiare ogni attacco dall’esterno, mosso dall’odio contro un’Europa unita”, ha detto la presidente della Commissione, precisando che prestiti previsti nel piano, “dovrebbero finanziare gli acquisti dai produttori europei, per contribuire a rafforzare la nostra industria della difesa”. Una soluzione che, se realizzata, costituirebbe una vera e propria svolta rispetto a una prassi abbastanza consolidata dei Paesi europei dell’Alleanza Atlantica, che è quella di acquistare armi soprattutto dagli Stati Uniti. La precisazione sul “buy european” avviene mentre tra le due sponde dell’Atlantico sale la tensione attorno all’escalation sui dazi innescata da Washington.

Il cessate il fuoco

Ucraina e Stati Uniti hanno stilato una proposta congiunta per un cessate il fuoco di 30 giorni con la Russia, che potrebbe cambiare le sorti del conflitto in corso. Secondo l’ISPI, la svolta raggiunta a Gedda va oltre le più rosee previsioni e rappresenta dunque, un successo sotto diversi punti di vista.

Il commento di Stefano Stefanini, ISPI Senior Advisor

“L’accordo ucraino-americano di Gedda inverte la dinamica delle pressioni dell’amministrazione Trump per il cessate il fuoco. Finora Washington le aveva rivolte quasi esclusivamente su Kiev, fino alla plateale sceneggiata dell’Ufficio Ovale. Adesso, ottenuto dall’Ucraina il benestare far tacere le armi per un mese senza condizioni, il peso dell’iniziativa americana ricade interamente su Mosca. La proposta mette Putin in difficoltà. O accetta una tregua che in questo momento non vuole o si ritrova con un’Ucraina che ha il pieno appoggio americano. Trump ha ottenuto da Zelensky quello che voleva, minerali compresi.

Se Putin dice di no alla proposta di Trump, se lo trova avversario né più né meno di Biden. La distensione russo-americana muore prima di nascere. Se accettata dalla Russia, la tregua di trenta giorni apre una complessa partita non solo fra Russia e Ucraina per un cessate il fuoco permanente, ivi comprese le garanzie internazionali che sono per Kiev un sine qua non, ma anche sulla sicurezza europea in senso lato. Che non può più poggiare prevalentemente sulle spalle americane. Anche qui si va verso un’inversione di carichi. Verso una nuova NATO dove il carico maggiore per la sicurezza del continente deve passare sulle spalle europee, con gli USA in veste sussidiaria.

Il passaggio non può essere repentino ma si sta avviando rapidamente, ad esempio con la rapida approvazione di ReArm Europe in tempi record per l’Ue. L’accordo di Gedda va collocato anche in questa cornice proprio perché ignora la questione delle garanzie all’Ucraina. Per un semplice motivo: tocca agli europei non agli americani darle. Gedda da all’amministrazione Trump un’importante vittoria diplomatica; fa tirare un respiro di sollievo agli ucraini; mette in angolo la Russia; chiama in causa gli europei per il dopo tregua temporanea – se accettata da Mosca.”