GAM: le banche europee colgono i frutti di un’ottima annata
Per le banche europee il 4° trimestre ha confermato la tendenza dei tre trimestri precedenti: un ottimo risultato dato che la maggior parte degli istituti ha riportato utili oltre le stime di consensus. Sebbene il margine di interesse non sia ai livelli massimi del passato, la tenuta dei margini, la crescita dei prestiti e altri effetti (per esempio le coperture) hanno portato a risultati migliori. È andata meglio del previsto anche ad altre fonti di ricavo, grazie al forte aumento delle commissioni in un ottimo trimestre per le attività di banca d’affari. I costi restano sotto pressione per via dell’inflazione, degli investimenti nella crescita e dei costi di ristrutturazione. I fondi per perdite su crediti sono nuovamente inferiori alle attese, in linea con lo scenario macroeconomico piuttosto favorevole e una rigorosa gestione del rischio.
In prospettiva futura, il profilo di utile del settore dovrebbe tenere bene, con un ROE previsto dell’11% circa* nel 2025 e 2026. Gli istituti bancari hanno confermato o innalzato gli obiettivi finanziari del 2025 e oltre, a indicazione della solidità del settore. Gli utili delle banche europee dovranno affrontare qualche ostacolo, principalmente le pressioni sul margine d’interesse (dato che le banche centrali continuano a tagliare i tassi) e le pressioni inflazionistiche sui costi operativi. Ciò dovrebbe essere compensato dall’incremento dei ricavi da commissioni, dalla crescita dei prestiti e dall’attenzione all’efficienza dei costi. Anche l’attività di fusioni e acquisizioni è in aumento nel settore, un altro fattore positivo per la redditività, nonostante gli ostacoli sul fronte politico.
Indicatori di credito ancora robusti
Partendo dal capitale, gli indici di capitalizzazione delle banche europee sono solidi. Come previsto, il Common Equity Tier 1 (CET1) è sceso leggermente nel trimestre, ma partiva da un livello molto alto, e resta intorno ai massimi storici (16,0% al 3° trimestre 2024* per le banche dell’Eurozona), dunque ben oltre il capitale obbligatorio. Per esempio, le banche UE hanno capitale in eccesso per 500 miliardi di euro*.
Dopo oltre dieci anni di aumenti per gli indici di capitalizzazione, trainati dall’inasprimento della regolamentazione, oggi il quadro normativo dovrebbe restare più stabile. Nonostante l’incertezza che riguarda l’introduzione di Basilea 4 in Europa, gli effetti dovrebbero essere limitati, dato che sono stati in parte anticipati dalle autorità locali in alcune giurisdizioni in aggiunta agli interventi del management. Gli indicatori del capitale delle banche europee oggi sono in linea se non superiori agli obiettivi del management. In futuro, i CET1 dovrebbero scendere un po’ poiché le banche distribuiranno il capitale in eccesso (oltre i livelli target) con gradualità, attraverso dividendi e riacquisti di azioni proprie. Gli indici CET1 prevedibilmente resteranno intorno ai livelli molto alti in cui si trovano attualmente e ciò favorirà il profilo di credito delle banche.
Per quanto concerne la qualità degli attivi, i fondi per perdite su crediti continueranno a sorprenderci in positivo. L’attività di prestito del settore è estremamente robusta, in linea con il profilo conservativo e una rigorosa gestione del rischio, nonché lo scenario macroeconomico relativamente favorevole. I crediti deteriorati sono stabili o in lieve calo rispetto ai trimestri precedenti (la media UE del 3° trimestre è dell’1,9% per le banche dell’Eurozona). In futuro la qualità degli attivi verosimilmente persisterà, nonostante l’incertezza macroeconomica resti alta. L’aumento degli utili offre un buon cuscinetto di protezione in grado di assorbire un eventuale deterioramento macroeconomico.
I fondamentali solidi favoriscono le obbligazioni subordinate finanziarie ad alto rendimento
A nostro giudizio, il debito subordinato delle banche europee è ancora uno dei segmenti più interessanti nell’ambito dei mercati del reddito fisso e offre rendimenti elevati senza compromettere la qualità del credito. Per esempio, le obbligazioni convertibili contingenti (CoCo) Additional Tier 1 (AT1) denominate in dollari delle banche europee in questo momento offrono un rendimento del 7%* circa. La domanda delle nuove emissioni di CoCo AT1 a inizio 2025 è stata abbondante, ovvero di oltre 80 miliardi di dollari su circa 14 miliardi di dollari emessi*, ciò riflette il rendimento elevato che viene offerto (cedola media oltre il 7% sulle nuove operazioni nel 2025). In futuro, l’ottima performance operativa del settore e i fondamentali di credito estremamente solidi favoriscono le obbligazioni subordinate bancarie. Mentre i rendimenti sono alti, i mercati scontano uno scenario di perfezione: gli spread sono ai minimi storici per i CoCo AT1 e il rischio di estensione previsto è pressoché nullo. Nel contesto attuale crediamo che sia essenziale adottare un approccio attivo lungo la struttura del capitale, al fine di contenere i rischi di perdita poiché il potenziale di rialzo è più limitato, e nel contempo cogliere il reddito interessante.

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Mente e denaro
Sala Stampa