I dazi di Trump: can che abbaia morde?
I mercati sembrano sottovalutare la possibilità di una guerra commerciale duratura. L’uomo dei dazi è uscito allo scoperto. Per comprendere gli obiettivi dei dazi è necessario avere un quadro di riferimento per riflettere sulla durata e quindi sull’impatto dei dazi sul prezzo degli asset. Un modo è considerare i loro tre obiettivi principali: in primo luogo, rafforzare la propria posizione negoziale; secondo, aumentare le entrate: applicare una tariffa universale al cosiddetto tasso ottimale che massimizza le entrate e compensa la perdita secca che i consumatori subiscono a causa di prezzi più elevati e della perdita di scambi commerciali; e terzo, ristrutturare i saldi commerciali costringendo la produzione a delocalizzare.
Da un punto di vista politico, il primo obiettivo è un mezzo per raggiungere un fine, mentre gli ultimi due tendono a essere fini a sé stessi. Da un punto di vista dei risultati di mercato, questi ultimi due sono più duraturi nel tempo e quindi l’effetto sui prezzi degli asset è più dannoso. La risposta flemmatica del mercato ai dazi di Trump suggerisce che li considera principalmente come un mezzo per ottenere concessioni politiche. Non ne sarei così sicuro.
Implicazioni economiche
Uno degli effetti economici di primo ordine dei dazi è quello di distorcere il prezzo relativo delle merci, poiché la domanda passa dal bene A al bene B (come per qualsiasi altro aumento delle tasse, le nuove tariffe sono uno shock della domanda). Un altro effetto, nonostante l’obiettivo dichiarato dell’amministrazione Trump di un dollaro più debole, è quello di far apprezzare la valuta nazionale. L’impatto sull’inflazione e sui tassi è più ambiguo: per definizione, l’inflazione è un aumento persistente del ritmo con cui i prezzi vengono adeguati. Una tariffa è un aumento una tantum del livello dei prezzi, supponendo che non vi siano cambiamenti nelle aspettative di inflazione.
Gli effetti di secondo ordine dei dazi di Trump sono un’incognita, a seconda delle risposte dei partner commerciali degli Stati Uniti. Le misure di ritorsione, compreso il potenziale nazionalismo dei capitali e il ritardo nella spesa in conto capitale, poiché regna la confusione sulle catene di approvvigionamento, sono tutti potenziali esiti negativi.
Valutare le risposte del mercato
Gli asset di rischio odiano l’incertezza, ma il mercato azionario è ancora condizionato dal buy the dip. Il mercato azionario tende a fungere da freno che impedisce ai dazi di diventare una costante. Qui ci troviamo di fronte a un paradosso: il presidente Trump non abbandonerà la sua passione per i dazi a meno che il mercato azionario non crolli in modo significativo, ma il mercato non crollerà in modo significativo finché gli investitori crederanno che una grande guerra commerciale sarà evitata. Sospetto che questo delicato equilibrio non durerà.

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