Le implicazione dei dazi di Trump Esterni Posta in arrivo
Le tariffe sono probabilmente un fattore che esercita una pressione al rialzo sull’inflazione e un ostacolo per la crescita economica, combinazione sfavorevole per gli asset a rischio in generale. A breve termine, questo rischio rimane incerto, il che potrebbe pesare sui mercati, in quanto le tariffe del 25% sulle importazioni messicane e canadesi non erano ampiamente previste e molti credono che verranno almeno parzialmente eliminate (riduzione delle aliquote e/o concessione di esenzioni chiave) nelle prossime settimane. Man mano che la guerra commerciale si sviluppa, gli investitori riprezzeranno le aspettative sulle tariffe, il che potrebbe portare a una volatilità continua dei mercati.
Le società più grandi nell’indice di riferimento hanno una quota sproporzionata di ricavi derivanti dall’estero, il che le rende potenzialmente più vulnerabili alle escalation della guerra commerciale. Per esempio, l’indice S&P 500 equal-weight è sceso del 0,7% in meno rispetto alla versione a capitalizzazione di mercato durante la svalutazione indotta dalle tariffe di ieri.
A questo punto, la svalutazione indotta dalla guerra commerciale potrebbe rappresentare un’opportunità per gli investitori a lungo termine. L’umore degli investitori ha raggiunto un estremo, come evidenziato dalla diffusione Bull-Bear dell’AAII che ha registrato una delle 10 letture più bearish della sua quasi 40enne storia la scorsa settimana. Storicamente, l’indice S&P 500 ha registrato un rendimento medio dello +13,6% nei 12 mesi successivi alle letture inferiori al decile inferiore della diffusione Bull-Bear dell’AAII, come accade oggi.

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