SalvaMilano. La città merita di più, non di fermarsi per altri due anni. Responsabilità e impegno. Intervista a Carmelo Ferraro
“Salva Milano”. E’ ora che la politica recuperi la propria centralità e trasmetta fiducia a funzionari e società civile.

La fine che farà Milano se non ci diamo da fare subito
Intervista a Carmelo Ferraro presidente dell’associazione Mi’mpegno
“Milano è stata recentemente scossa da eventi giudiziari che evidenziano nuovamente, ad anni di distanza da Tangentopoli, l’importanza della vigilanza nelle pratiche urbanistiche. Il “Decreto Salva-Milano” proposto per sbloccare circa 150 cantieri fermi a causa di presunti abusi edilizi, in alcuni casi ancora da dimostrare, intendeva fare chiarezza sulla legittimità delle norme urbanistiche approvate a livello locale, e sul loro conseguente utilizzo da parte di uffici comunali e costruttori, per demolizioni e ricostruzioni in aree già urbanizzate, eliminando la necessità di piani attuativi comunali previsti dalla legge urbanistica del ’43. Su questo punto si concentra la difesa degli indagati che la considerano superata a seguito della modifica costituzionale del 2001 (ma non è il punto di vista dei PM dell’inchiesta)”.
Lei ha recentemente dichiarato che mentre la magistratura si occuperà di eventuali illeciti, società civile e funzionari devono riprendere fiducia per evitare un blocco come ai tempi di Tangentopoli.
“Sì, la vicenda ha messo in luce la difficoltà della politica di gestire efficacemente i processi di trasformazione urbana di Milano, specialmente alla luce di grandi investimenti da parte di fondi immobiliari. L’assenza di una regia pubblica forte e trasparente può lasciare spazio a interessi particolari, compromettendo il bene comune e la qualità della vita dei cittadini. E’ essenziale che la politica riacquisti il suo ruolo centrale nella pianificazione e gestione del territorio milanese, adottando normative chiare e condivise che favoriscano uno sviluppo urbano equilibrato e sostenibile”.
Quale può essere il ruolo della magistratura?
“In questo contesto, la magistratura si occuperà di fare luce su eventuali comportamenti illeciti e farà il suo corso, tuttavia è essenziale, come dicevo, che la politica riacquisti il suo ruolo centrale. La società civile e i “civil servant”, intesi come persone della società civile che, nonostante le difficoltà e i “pericoli”, si impegnano nella cosa pubblica, devono riprendere la fiducia dell’operare necessaria affinché Milano non si blocchi nuovamente come ai tempi di Tangentopoli. Non possiamo permettercelo”.
Che cosa trova stia funzionando bene in questo settore?
“Desidero esprimere il mio apprezzamento per l’avvocato Guido Bardelli, che ha assunto il ruolo di Assessore alla Casa in un momento così difficile. Competenza e capacità di Guido Bardelli hanno rappresentato una risorsa preziosa per la nostra città. Ribadisco: abbiamo bisogno di “civil servant” che con coraggio e professionalità siano quelle cinghie di trasmissione fra politica e società civile capaci di mettere tutti in moto per il Bene Comune”.

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