Mercati emergenti: tre fattori chiave da monitorare nel 2025
Nonostante i venti contrari, le società cinesi hanno registrato una forte crescita degli utili per azione, del 26% nel 2024, al terzo posto tra i mercati emergenti. Si prevede che cresceranno di un altro 15% nel 2025, via via che la ripresa degli utili per azione si estenderà dalle società di internet e tecnologiche alle aziende nel settore industriale e dei consumi. Il fattore che sostiene questa crescita è la ripresa della redditività cinese (RoE). Quest’ultima ha toccato il fondo tra il 2021-2022 e ha registrato una forte ripresa nel 2024. Il miglioramento è stato determinato dalla normalizzazione della capacità in eccesso nella maggior parte dei settori, compreso quello immobiliare, e da una migliore rotazione degli asset, grazie al miglioramento dei consumi e del contesto normativo.
Il governo cinese ultimamente ha intensificato la propria azione in termini di annunci di politiche e misure per sostenere l’economia e raggiungere l’obiettivo di crescita del PIL del 5%. Una differenza fondamentale rispetto alle misure adottate in precedenza dal governo è che le nuove misure sono sempre più rivolte ai mercati dei consumi e degli immobili, discostandosi dal consueto schema di versamento di finanziamenti in progetti infrastrutturali, aggravando un problema di eccesso di offerta già piuttosto ampio. I sussidi governativi ai consumatori e il basso livello dei consumi in percentuale rispetto al PIL dovrebbero favorire il proseguimento della ripresa iniziata negli ultimi trimestri.
Nel frattempo, la forte crescita degli utili per azione e la ripresa del RoE continuano a sostenere valutazioni interessanti per le azioni cinesi. Nonostante la migliore performance azionaria degli ultimi mesi, le valutazioni restano interessanti e il posizionamento degli investitori rimane contenuto.
Allentamento monetario
Uno dei principali fattori di crescita delle economie emergenti nel 2025 dovrebbe derivare dalla ripresa dei consumi interni. Questo è il risultato di due fattori: il calo dell’inflazione e la riduzione dei tassi. L’inflazione si è dimezzata rispetto al picco del 2022, ma la crescita dei salari reali è rimasta molto robusta. La crescita media dei salari reali nei mercati emergenti è stata del 7,5% nel 2024 e si prevede che rimarrà forte al 4,0% nel 2025.
Quest’ultima dinamica, unita al basso tasso di disoccupazione, rappresenta un contesto favorevole alla spesa per i consumi. Quasi tutte le banche centrali dei Paesi emergenti dovrebbero tagliare i tassi nel 2025. Messico, Colombia, Europa centrale, Arabia Saudita e Turchia dovrebbero subire i tagli più consistenti, mentre Taiwan, Corea del Sud, Filippine, Indonesia, Thailandia e Sudafrica dovrebbero rimanere cauti, con tagli più modesti. Solo due paesi emergenti dovrebbero astenersi dal tagliare i tassi: la Malesia, date le sue solide prospettive di crescita, e il Brasile, dove la combinazione di una forte crescita, una valuta debole e un’inflazione ostinata ha indotto la banca centrale a fare un’inversione di rotta e a passare da un taglio dei tassi all’inizio del 2024 a un loro aumento.
Tecnologia, IA e mercati emergenti
Sebbene le società statunitensi siano tipicamente considerate i principali beneficiari dell’IA, spesso si trascura il fatto che la maggior parte della catena di fornitura di tecnologia e IA si trova nei mercati emergenti, in paesi come Taiwan, Corea del Sud e Cina. Quest’area è diventata un importante motore strutturale della crescita degli utili e della performance azionaria della asset class, e il peso del settore IT negli emergenti è aumentato costantemente, passando da un livello poco inferiore al 10% vent’anni fa a un terzo dell’indice.
Grazie a questo peso maggiore e ai venti di coda strutturali che sostengono la tecnologia, il settore è diventato uno dei principali contributori alla crescita degli utili dei mercati emergenti. Nel 2024 ha registrato una forte crescita degli utili per azione del 27% e si prevede che nel 2025 registrerà un altro anno forte, con una crescita degli utili per azione del 24%.
Da un punto di vista strutturale, due elementi sono alla base della visione positiva su questo settore nei mercati emergenti: uno è legato alla domanda e l’altro alla favorevole struttura di mercato esistente e alla sua sostenibilità. La domanda di semiconduttori è cambiata radicalmente. Nell’ultimo decennio, smartphone, tablet, PC e altri gadget di consumo hanno rappresentato la maggior parte della domanda. Ora, la maggior parte della crescita della domanda è guidata da server (hyperscale e cloud), HPC e, nell’ultimo anno e mezzo, dall’IA. I prodotti tecnologici sono diventati più complessi da produrre, con cicli di vita più brevi e requisiti di capitale più elevati, con conseguente consolidamento delle strutture di mercato. Ad esempio, nel settore IT di Taiwan, che rappresenta circa due terzi del settore IT nei mercati emergenti, il RoE e il margine di profitto operativo, sebbene già in crescita, hanno registrato un netto aumento negli ultimi 3-4 anni.
In termini di struttura del mercato, Taiwan ha prodotto il 92% dei chip all’avanguardia nel 2024, mentre la Corea del Sud ha prodotto circa l’80% della fornitura mondiale di memoria. Se estendiamo l’analisi all’intera filiera globale dell’IA, scopriamo che circa il 40% ha sede nei mercati emergenti, tra Taiwan, Corea del Sud, Malesia e Cina. Questa parte dell’universo dei mercati emergenti offre un’esposizione al settore IT e alla filiera dell’IA a valutazioni più interessanti rispetto ai mercati sviluppati.

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