Natixis IM: Fed, a maggio occhi puntati su Trump e dazi

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La Fed è stata al centro dell’attenzione negli ultimi tempi, una posizione che probabilmente avrebbe preferito non avere. Dalla futura direzione della politica monetaria all’eventuale estromissione del presidente Powell, i fattori di complicazione si sono aggiunti alla crescente incertezza che ha travolto i mercati. Partiamo dalla prima questione: Trump può licenziare Powell? Trump minaccia da tempo una mossa del genere. E non è la prima volta che vengono fatte minacce di questo genere. Trump ha apertamente discusso il desiderio di licenziare il presidente della Fed già durante il suo primo mandato, ma non ha mai dato seguito a tali minacce. Trump ha chiesto alla più alta corte nazionale di approvare la sua decisione di licenziare i membri del consiglio di amministrazione di altre agenzie indipendenti: il National Labor Relations Board e il Merit Systems Protection Board.

Questa mossa è una sfida diretta a un precedente della Corte Suprema di 90 anni fa che limita il potere dello Studio Ovale di licenziare i membri del consiglio di amministrazione di un’agenzia indipendente, tranne che in caso di negligenza o di cattiva amministrazione. Se questo precedente venisse rovesciato, Trump potrebbe avere un maggior margine di manovra per licenziare Powell. Nel frattempo, Trump ha deciso di licenziare altri dirigenti di agenzie federali, tra cui la Federal Trade Commission (FTC) e la Federal Election Commission (Commissione elettorale federale). Collegando i punti, la rimozione legale di un membro del consiglio di amministrazione della FTC potrebbe essere considerata alla stregua della rimozione di Powell dalla presidenza della Fed. Powell ha ribattuto, sottolineando che il suo licenziamento non è consentito dalla legge e che i casi ora all’esame della Corte Suprema non si applicano alla Federal Reserve. Il tempo lo dirà. E se ciò dovesse accadere, non mancheranno le reazioni politiche.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla Fed nel meeting del 7 maggio? Innanzitutto, la Fed si trova in una situazione piuttosto complicata. L’interpretazione dei dati sarà impegnativa, poiché gli impatti dei dazi, dell’immigrazione e del ridimensionamento del governo distorcono I trend di fondo. Fare qualsiasi tipo di previsione è irto di errori, poiché la varianza di questi fattori crea un’enorme gamma di risultati. Nei suoi recenti commenti pubblici, Powell ha affermato che la Fed vorrebbe valutare l’impatto dei dazi prima di adeguare i tassi. E, cosa ancora più difficile, le mosse a ripetizione della Casa Bianca rendono l’interpretazione dei dazi un vero e proprio bersaglio mobile. Prendere una decisione sulla base dei dazi attualmente annunciati, per poi vederle rinegoziate al ribasso a causa di un accordo, può creare un ampio margine di errore politico.

Considerando l’aumento della volatilità e la conseguente azione dei prezzi sui mercati finanziari (aumento dei tassi d’interesse, ampliamento degli spread creditizi, ribasso dei mercati azionari, ecc.), si può parlare di tagli preventivi dei tassi. Aspettare di vedere i dati significa probabilmente essere già in ritardo rispetto alla curva. Nelle sue recenti osservazioni a Chicago, Powell ha sottolineato che gli effetti dei dazi si porteranno dietro un aumento dell’inflazione e un rallentamento della crescita. Un risultato non ottimale e un contesto difficile per la gestione della politica monetaria. E, sempre di recente, ha affermato che la Fed non ha fretta di tagliare i tassi, un punto che Powell ha ribadito più volte. Non aspettatevi un taglio dei tassi alla riunione di maggio. Ma le probabilità di un taglio nelle riunioni successive sono in costante aumento.