NS Partners: Valutazioni a confronto: le borse europee offrono più valore rispetto a Wall Street?
Nel contesto attuale dei mercati azionari emerge una marcata divergenza nelle valutazioni tra i principali indici globali. Un’analisi dei multipli forward P/E (price-to-earnings) di S&P 500, Nasdaq Composite e Stoxx 600 rivela spunti interessanti per chi desidera confrontare l’attuale livello dei prezzi con le medie storiche a 10 e 20 anni.
Oggi l’S&P 500 registra un forward P/E di circa 20,5: un valore in linea con la media decennale, ma superiore rispetto alla media ventennale di 17,4. Il Nasdaq Composite, più esposto ai titoli tecnologici e growth, si attesta a 25,3, al di sotto della media a 10 anni di circa 29 — complice la correzione dei Magnifici 7 — ma ancora leggermente sopra la media ventennale di 25.
Di contro, l’Europa, rappresentata dallo Stoxx 600, presenta valutazioni sensibilmente più contenute: il P/E attuale è di circa 12,7, inferiore sia alla media a 10 anni (15,6) che a quella a 20 anni (14,5), rendendo il mercato europeo potenzialmente più interessante per gli investitori orientati al value, soprattutto in un contesto globale incerto.
Approfondendo per settori all’interno dell’MSCI World (forward P/E 18, media storica a 10 anni 18,4), emergono differenze significative: Energy e Health Care sono tra i comparti con le valutazioni più basse, con P/E rispettivamente di 11,9 e 16,2 — entrambi inferiori alle medie storiche, in particolare per l’Energy, che mostra così un interessante potenziale di rivalutazione. Sul fronte opposto, si distinguono Information Technology e Financials, con forward P/E rispettivamente pari a 33,5 e 13,1: valori che, soprattutto nel caso del Tech, risultano ben al di sopra delle rispettive medie storiche.
In sintesi, se da un lato i mercati statunitensi — in particolare il Nasdaq — continuano a offrire significative potenzialità di crescita, le valutazioni elevate e la concentrazione dei guadagni suggeriscono un approccio più prudente. Al contrario, il mercato europeo, con valutazioni più basse e diffuse, appare oggi più equilibrato tra rischio e opportunità, confermando come le occasioni d’investimento varino profondamente in base all’area geografica e alla specificità settoriale.

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