UE: inflazione in calo, ma le tendenze irregolari complicano le decisioni della BCE

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In base ai dati preliminari, l’inflazione complessiva in Area Euro è passata dal 2,3% di febbraio al 2,2% di marzo, mentre, parallelamente, l’inflazione core è scesa dal 2,6% al 2,5%: dati che alimentano le attese di un nuovo taglio dei tassi d’interesse da parte della BCE.

Tuttavia, non mancano le divergenze tra le tendenze inflazionistiche registrate nei vari stati membri: in Italia l’inflazione è passata dall’1,6% di febbraio al 2% di marzo, toccando il valore più alto dell’ultimo anno, laddove in Germania è scesa al 2,2%, il livello più basso degli ultimi quattro mesi. Questi dati contrastanti evidenziano una disinflazione irregolare, che ostacola il tentativo della BCE di stabilizzare le pressioni sui prezzi nell’Eurozona.

È importante notare che a questi dati sull’inflazione fa da sfondo un contesto complesso, segnato dagli imminenti dazi statunitensi, parte della cosiddetta offensiva “Liberation Day” del Presidente Trump prevista per mercoledì. Le nuove tariffe commerciali avranno un impatto diretto sulle principali economie dell’UE – dall’industria dell’automotive tedesca a quella vitivinicola francese – e l’UE ha già dichiarato di voler introdurre delle contromisure.

La BCE ha ancora alcune settimane a disposizione per valutare la situazione prima della prossima riunione di politica monetaria, in calendario per il 17 aprile a Francoforte. Con così tante incertezze in gioco, la banca centrale potrebbe optare per mantenere i tassi invariati ad aprile e riconsiderare eventuali interventi più avanti nel corso dell’anno.