Vivere la longevità. L’Italia è il Paese europeo che invecchia più di tutti e più velocemente

Roberto Carli -

Vivere la longevità. La ricerca Auser

Di Roberto Carli —

E’ stata pubblicata la Ricerca Auser “Vivere la longevitàche analizza gli effetti di una profonda transizione demografica . Si stima che nell’Unione Europea gli over 65 raggiungeranno nel 2050 i 129,8 milioniL’Italia è il Paese europeo che invecchia più di tutti e più velocemente e decresce come popolazione, l’Istat sottolinea che nel 2080 saremo poco più di 46 milioni di abitanti per la maggior parte anziani con un Sud sempre più abbandonato e “vecchio”. Ma non finisce qui. Tra 20 anni quattro famiglie su 10 saranno costituite da persone sole. Entro il 2043 le persone sole con più di 75 anni saranno 4,1 milioni, di questi 3 milioni saranno donne. Nel 2040 si raggiungerà un vero e proprio picco con quasi 18 milioni e mezzo di over 65. A preoccupare non è solo l’invecchiamento della popolazione ma anche la ridotta natalità, un abbinamento che determinerebbe una progressiva riduzione della popolazione, cosa che sta già avvenendo.

La ricerca Auser sottolinea come il fenomeno della crescente longevità non deve essere considerata come sinonimo di declino, ma rappresenti invece una grande opportunità di rigenerazione del nostro sistema di welfare. Gli anziani di oggi sono ben diversi da quelli del passato. L’allungamento della vita sta facendo emergere una fascia di popolazione che in media gode di buona salute, vive una vita attiva e piena di interessi, ha relazioni sociali, fa volontariato. Continuano invece a prevalere stereotipi e pregiudizi che considerano gli anziani un peso per la collettività, quando invece essi svolgono oggi ruoli fondamentali sotto i più diversi profili: economici, sociali, culturali. Come mette in evidenza la ricerca Auser c’è un grande potenziale da valorizzare, le persone longeve possono continuare a sentirsi protagoniste della loro vita, offrire un grande contributo alla collettività e a sé stesse e vedere pienamente riconosciuto il loro ruolo sociale.

Nelle analisi sulla transizione si tende a guardare all’invecchiamento fondamentalmente dal lato dei costi (gli anziani con problemi di salute), si sottolinea , assumendo implicitamente che il fenomeno si configuri come un peso per la collettività (spesa sanitaria, sociosanitaria, pensionistica, prevenzione,.) Negli ultimi anni si comincia a prendere in considerazione anche le opportunità che offre l’invecchiamento in quanto titolari di una relativa stabilità economica e quindi target appetibile per imprese di vario tipo (la silver economy per beni e servizi a misura di anziani). A ben vedere due modi speculari di guardare alla transizione: gli anziani come consumatori, che si tratti di beni e servizi sanitari o di beni di consumo di altro tipo cambia poco

Va poi considerato come i longevi di oggi detengono una quota rilevante della ricchezza complessiva del paese, hanno un reddito medio ed un livello di consumi più elevato rispetto agli altri gruppi di età, alimentano una “economia della longevità” in termini di domanda emergente di beni e servizi quali, ad esempio, quelli sanitari e assistenziali, residenziali, culturali, ricreativi, turistici, alimentari, educativi, ecc. I consumatori anziani rappresentano una parte considerevole dell’economia, e la loro quota di partecipazione ai consumi continuerà a crescere. In particolare si stima che l’«economia d’argento» sia destinata a crescere in tutta l’UE di circa il 5 % all’anno.