Opus Dei: tra spiritualità e controversie. Novità nell’apparato comunicativo della Santa Sede, ma novità anche per l’Italia

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Opus Dei: tra spiritualità e controversie. Mentre l’Opus Dei respinge le critiche, cresce il dibattito sul suo ruolo nella Chiesa e nella società.

Fondata nel 1928 da San Josemaría Escrivá, l’Opus Dei si presenta come una prelatura personale della Chiesa cattolica, con l’obiettivo di promuovere la santificazione attraverso il lavoro quotidiano. Tuttavia, negli ultimi anni, l’organizzazione è stata oggetto di crescenti critiche e accuse, che spaziano dall’abuso di potere allo sfruttamento lavorativo, sollevando interrogativi sulla sua trasparenza e sulle sue pratiche interne.

Opus Dei e Vaticano: prove di riavvicinamento?

Dopo l’incontro tra Papa Leone XIV e monsignor Ocariz, si riaccendono i riflettori sul possibile ritorno della prelatura nella comunicazione vaticana

Non è passato inosservato il gesto di Papa Leone XIV che, pochi giorni dopo l’elezione al soglio pontificio, ha incontrato monsignor Fernando Ocariz, prelato dell’Opus Dei. Un colloquio che, al di là del protocollo, ha assunto i contorni di un segnale: laddove i rapporti tra Papa Francesco e la prelatura erano stati descritti come distanti, oggi si intravede la possibilità di una nuova stagione di dialogo. A far riflettere è stato soprattutto il timing: l’udienza con Ocariz è avvenuta con una rapidità che lascia intendere la volontà di ricucire, e forse rilanciare, un rapporto strategico per la Chiesa.

Il pontefice, che nei primi discorsi ha più volte evocato l’unità come priorità del suo pontificato, potrebbe dunque aver voluto inviare un messaggio chiaro: aprire spazi di confronto anche con realtà ecclesiali spesso percepite come polarizzanti. In quest’ottica, si fa sempre più insistente la voce di un possibile ritorno dell’Opus Dei all’interno dell’apparato comunicativo della Santa Sede, dopo anni di marginalità. Una scelta che, se confermata, avrebbe un forte valore simbolico, riportando al centro della scena una delle organizzazioni più strutturate della Chiesa contemporanea.

L’influenza per l’Italia: la posta in gioco tra comunicazione e identità cattolica

Se il riavvicinamento tra il nuovo pontefice e l’Opus Dei dovesse tradursi in un rinnovato protagonismo all’interno degli organi di comunicazione vaticani, le ricadute per l’Italia sarebbero tutt’altro che marginali. Non solo perché Roma resta il cuore istituzionale della Chiesa, ma soprattutto perché la presenza dell’Opus Dei nel tessuto sociale e culturale italiano è ancora oggi significativa, benché meno visibile che in passato. In questo scenario, si profila il tentativo di riposizionare l’identità cattolica in Italia non solo come elemento spirituale, ma come strumento di influenza culturale, attraverso la formazione di nuove élite, il rilancio di media legati al mondo cattolico e l’uso strategico dei social network e della narrazione digitale.

Effetti politici indiretti

Anche se l’Opus Dei non ha mai avuto, almeno formalmente, un’agenda politica, la sua influenza nel mondo conservatore italiano è ben documentata. In un contesto di polarizzazione crescente e crisi dell’offerta politica moderata, una maggiore visibilità della prelatura potrebbe rappresentare un riferimento ideologico per nuove generazioni di leader cattolici, soprattutto in ambito giuridico, scolastico e bioetico. Resta da capire se questa nuova stagione possa portare un reale pluralismo interno alla Chiesa o se, al contrario, rischi di segnare un’inversione di rotta rispetto ai processi di apertura e decentramento avviati da Francesco. Molto dipenderà dalle nomine che Leone XIV effettuerà nei prossimi mesi e dalla sua capacità di coniugare l’esigenza di unità con quella di una Chiesa ancora capace di parlare a un Paese, l’Italia, sempre più frammentato e disilluso.

In gioco non c’è solo il futuro della comunicazione ecclesiale, ma anche la ridefinizione del ruolo culturale del cattolicesimo nella società italiana. E, con esso, il volto pubblico della fede nel XXI secolo.

Il Dicastero per la Comunicazione

Ma la comunicazione vaticana oggi non si esaurisce nella sola Sala Stampa. Un ruolo cruciale è svolto anche dal Dicastero per la Comunicazione, riformato da Papa Francesco e affidato, in linea con una visione più aperta e moderna, a un team di professionisti laici. Leone XIV, dal canto suo, ha già dimostrato di non temere le nomine esterne al clero: nella sua visione, la missione evangelizzatrice può e deve attraversare tutte le vocazioni.

Eppure, proprio per questo, cresce la curiosità sul destino dei ruoli chiave nel sistema comunicativo vaticano. Chi guiderà la narrazione pubblica della Chiesa in un’epoca segnata da frammentazione, crisi di fiducia e rivoluzioni digitali? L’eventuale coinvolgimento dell’Opus Dei, da sempre attenta alla formazione culturale e alla gestione strategica dell’informazione, potrebbe segnare un nuovo equilibrio tra tradizione e innovazione, tra gerarchia e laicato.

Al momento, nessuna conferma ufficiale. Ma in Vaticano, come spesso accade, i segnali parlano più delle parole. E questo, a molti, è sembrato un inizio.

Critiche interne ed esterne

Le critiche all’Opus Dei non provengono solo dall’esterno. Ex membri hanno denunciato un controllo eccessivo sulla vita quotidiana, con obblighi dettagliati e una supervisione costante delle attività personali. Alcuni hanno raccontato esperienze di isolamento sociale e difficoltà nel reintegrarsi nella società dopo aver lasciato l’organizzazione. Nel 2022, Papa Francesco ha emesso il motu proprio Ad charisma tuendum, che ha modificato lo status dell’Opus Dei all’interno della Chiesa, trasferendo la supervisione dell’organizzazione dal Dicastero per i Vescovi al Dicastero per il Clero. Questa decisione era stata interpretata come un tentativo di aumentare la trasparenza e la responsabilità dell’Opus Dei, soprattutto alla luce delle critiche e accuse di abusi. In effetti, l‘Opus Dei continua a suscitare dibattiti e controversie. Mentre l’organizzazione afferma di essere impegnata nella promozione della santità attraverso la vita quotidiana, le numerose accuse sollevano interrogativi sulla coerenza tra i suoi ideali dichiarati e le pratiche effettive. La Chiesa cattolica, da parte sua, sembra aver intrapreso un percorso di maggiore vigilanza e riforma, nel tentativo di garantire che tutte le organizzazioni al suo interno operino nel rispetto dei diritti e della dignità delle persone.