Commento Robeco – Rinascita della difesa in Europa, nuove opportunità per gli investitori
Quest’anno, le azioni europee dei settori aerospazio e della difesa hanno ottenuto risultati migliori rispetto al resto del mercato. Questo è avvenuto dopo le pressioni per aumentare la spesa per la difesa e ridurre la dipendenza dalla storica protezione degli Stati Uniti. Il tema del “grande riequilibrio” delle forze militari sarà affrontato al prossimo vertice NATO, previsto alla fine del mese all’Aia, dove si prevede l’approvazione di un accordo che porterà a un forte aumento della spesa militare.
Il ritmo della spesa globale per la difesa è aumentato, sostenuto dalle continue tensioni geopolitiche dovute alla guerra Russia-Ucraina in corso in Europa e al cambiamento della politica degli Stati Uniti in materia di spesa per la difesa, che nel 2024 ha rappresentato quasi il 40% della spesa militare di tutti i paesi del mondo.
Al prossimo vertice della NATO, è molto plausibile che si giunga ad un accordo sugli impegni di spesa per la difesa, che dovrebbero arrivare al 3,5% del PIL di ciascuno Stato membro, con un ulteriore 1,5% di spesa nelle aree legate alla difesa, come la cybersecurity e le infrastrutture. Resta da vedere se questi obiettivi saranno raggiunti, ma è chiaro che siamo nelle fasi iniziali di un grande ribilanciamento.
I titoli della difesa hanno sovraperformato
Gli investitori in cerca di rendimenti derivanti dalle maggiori aspettative non sono rimasti delusi. In ambito azionario, dall’inizio dell’anno, il settore aerospazio e difesa globale ha registrato una sovraperformance a doppia cifra rispetto al mercato azionario globale nel suo insieme, mentre i titoli europei hanno battuto i loro omologhi statunitensi. L’MSCI European Aerospace and Defense Index è tuttavia altamente concentrato: i primi cinque titoli costituiscono l’80% della sua capitalizzazione di mercato.
Le valutazioni future relative spingono ancora a preferire il settore europeo della difesa, che viene scambiato con uno sconto del 13% rispetto all’indice statunitense. In termini assoluti, le valutazioni delle aziende del settore aerospazio e difesa si collocano su livelli in cui la realizzazione di utili giocherà un ruolo fondamentale nella performance futura.
Settori come la cybersicurezza e le infrastrutture non solo dovrebbero beneficiare di un aumento della spesa per investimenti, ma offrono anche valutazioni migliori rispetto al più costoso settore aerospazio e difesa. A fine maggio, ad esempio, l’indice globale di cybersecurity era sottovalutato del 13% rispetto ai titoli globali del settore aerospazio e difesa.
Il costo della sicurezza
All’inizio dell’anno, un vertice dell’UE a Bruxelles ha concordato un piano da 800 miliardi di euro per riarmare l’Europa e far fronte alle minacce provenienti dalla Russia o da qualsiasi altro paese.
Se nei prossimi anni riuscirà a mantenere un’economia in espansione, l’Europa avrà naturalmente più margini di manovra per rafforzare la propria difesa senza compromettere la sostenibilità del debito sovrano, poiché la sua capacità di servizio del debito rimarrà elevata.
In prospettiva, un importante aumento della spesa per la difesa potrebbe innescare un’altra ondata di inflazione, se non viene compensato da tagli alla spesa o da un aumento dell’imposizione fiscale in altri settori.
Aumento dei premi al rischio sulle obbligazioni
L’incremento della spesa militare potrebbe però avere ripercussioni sul mercato dei titoli di Stato, in particolare nel caso in cui venisse finanziato esclusivamente tramite l’emissione di debito, che senza un conseguente aumento della produttività potrebbe avere effetti inflazionistici.
In definitiva, l’aumento della spesa per la difesa in Europa potrebbe indurre gli investitori a richiedere un premio al rischio di inflazione un po’ più elevato quando concedono prestiti ai governi acquistando i loro titoli di Stato, come i Bund tedeschi o i Gilt britannici.
Ciononostante, un rialzo dei tassi a lungo termine non sarebbe necessariamente negativo, poiché essi riflettono diversi elementi di valutazione, tra cui l’aumento dei tassi di crescita nominale nell’economia.
A nostro parere, ci sono due fattori attenuanti che potrebbero consentire un aumento della spesa senza rischiare un contraccolpo sull’economia. In primo luogo, l’industria tedesca presenta una notevole capacità in eccesso, con tassi di utilizzo nettamente inferiori al trend, il che permette di tenere sotto controllo l’inflazione nel breve periodo.
In secondo luogo, vi sono potenziali effetti positivi sul lato dell’offerta derivanti dalle innovazioni favorite dall’aumento della spesa per la difesa, che potrebbero esercitare una spinta disinflazionistica, poiché la produzione potenziale aumenta rispetto alla produzione effettiva.
Per anni le indagini condotte dagli analisti hanno rivisto al ribasso le stime sulla crescita europea, e l’ingente spesa per la difesa attesa nei prossimi anni potrebbe favorire il rilancio dell’espansione in Europa. Se così fosse, un aumento dei tassi di interesse reali a lungo termine che rifletta un tasso di interesse reale neutrale spinto al rialzo da maggiori incrementi di produttività potrebbe essere in realtà un segnale salutare.
È evidente che il ‘peace dividend’ è finito da tempo e che stiamo ritornando verso un trend di lungo periodo. Considerando che, dal 1960, la spesa militare si è mantenuta in media intorno al 3,5%, si può dire che stiamo semplicemente tornando a un livello stabile e storicamente consolidato di investimento nella difesa.

LMF green
Mente e denaro
Sala Stampa