Vontobel: la BCE potrebbe essere la prima banca centrale a raggiungere il suo tasso terminale
Sebbene non sembri che ci saranno sorprese sul taglio dei tassi previsto. Al momento, il consenso di Bloomberg e i mercati scontano pienamente un taglio dei tassi di 25 punti base, che porterebbe il tasso sui depositi al 2%; e noi siamo d’accordo con questa visione. Anche se la riunione in sé potrebbe non passare alla storia, vale la pena considerare che questo taglio potrebbe rendere la BCE la prima banca centrale di un mercato sviluppato a raggiungere il suo tasso terminale, ovvero il punto più basso raggiunto in un dato ciclo. Inutile dire che il termine “potrebbe” è di fondamentale importanza, poiché le notizie sui dazi continueranno a influenzare le previsioni macroeconomiche. In ogni caso, al 2%, il tasso sui depositi si collocherebbe esattamente a metà dell’intervallo 1,75%-2,25% che la BCE considera la sua migliore stima del tasso neutro – ovvero il tasso che non stimola né frena la crescita – per l’Eurozona. È interessante notare che l’ultima indagine di consenso Bloomberg condotta dal 23 al 28 maggio indica che il 56% degli analisti prevede un tasso neutro al 2%, con un solo intervistato che lo considera inferiore al 2%; la stragrande maggioranza lo colloca tra il 2% e il 2,25%.
I prezzi di mercato indicano il raggiungimento di un minimo del tasso di politica monetaria entro la metà del 2026, appena al di sotto dell’1,6%, che è sia inferiore alla fascia neutra della BCE sia al consenso mediano di Bloomberg dell’1,75% per il tasso finale di questo ciclo. Tuttavia, vale la pena ricordare che i prezzi di mercato incorporati nella curva dei rendimenti non devono essere considerati come uno scenario di base, ma come una media ponderata di diversi scenari. Quando i mercati si trovano di fronte a una situazione macroeconomica binaria con uno scenario estremo (in questo caso, nessun accordo commerciale tra Stati Uniti e zona euro e dazi enormi che colpiscono duramente la crescita), tale scenario fa poi scendere la mediana senza necessariamente rappresentare lo scenario di base del mercato. Il tempo dirà se il taglio di questa settimana sarà l’ultimo di questo ciclo, ma è chiaro che, in uno scenario di base che prevede un qualche tipo di accordo sui dazi, siamo vicini alla fine del ciclo di tagli. Sebbene la minaccia del worst case scenario sia reale, è possibile che la situazione dei dazi porti a un accordo limitato tra gli Stati Uniti e l’Eurozona, con conseguenze negative solo minime per la crescita in Europa, che sono state ormai ampiamente segnalate, e quindi la BCE non ha bisogno di continuare a tagliare i tassi.
Un altro aspetto importante della riunione di questa settimana saranno le proiezioni degli esperti della BCE e le loro previsioni sui possibili scenari relativi ai dazi. Queste proiezioni sono elaborate trimestralmente dallo staff della Banca Centrale Europea e, sebbene non rappresentino il punto di vista del Consiglio direttivo, sono ovviamente prese in considerazione dai suoi membri al momento di adottare le decisioni di politica monetaria. Le proiezioni dello staff per il primo trimestre prevedono una crescita del PIL dello 0,9% nel 2025 e un’inflazione media del 2,3%, con quest’ultima che dovrebbe attestarsi intorno al 2,0% dall’inizio del 2026. Questi dati includono i dazi annunciati fino al 19 febbraio (data di riferimento per le previsioni del primo trimestre) e non tengono quindi conto dei dazi imposti sull’acciaio e dei dazi reciproci in senso più ampio. I dati di questa settimana ci forniranno un punto mediano aggiornato per questi indicatori, ma saremo più interessati a vedere cosa dicono le proiezioni su scenari commerciali più gravi. Quindi, a prima vista, assisteremo ad una riunione senza sorprese, dato che il taglio di 25 punti base del tasso di deposito è già stato scontato. Ma bisogna tenere d’occhio le indicazioni prospettiche e le nuove proiezioni macroeconomiche, poiché potrebbero modificare il pensiero del mercato sul percorso della politica monetaria futura.

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