Candriam: azionario ex-USA, duration, oro e alternativi guidano l’allocation nel secondo semestre

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Le prospettive economiche sono attualmente fortemente influenzate dalle decisioni della leadership statunitense.  Nel nostro scenario principale, prevediamo un rallentamento dell’economia globale dovuto a una modifica sostanziale dell’aliquota effettiva dei dazi statunitensi (oltre il 10%).

La crescita economica negli USA potrebbe scendere al di sotto del 2% e, sebbene una recessione dovrebbe essere evitabile, il rischio potrebbe aumentare se si verificassero altri shock negativi. La missione della Fed sarà tanto più delicata quanto più il contesto diventerà “stagflazionistico”. Prevediamo quindi un primo taglio dei tassi a dicembre e due o tre tagli consecutivi all’inizio del 2026. Il sostegno fiscale sarà solo marginale.

In Europa, la politica commerciale degli Stati Uniti continuerà probabilmente a pesare sull’attività, in particolare rallentando le decisioni di investimento delle aziende. L’inflazione nell’Eurozona è ormai sotto controllo e la crescita dei salari sta chiaramente rallentando. Questo offre del margine alla BCE per allentare la politica monetaria, attenuando così il rallentamento economico.

L’evoluzione dei flussi di capitale e la ricerca di diversificazione nei prossimi mesi dipenderanno soprattutto dalla capacità degli Stati Uniti di mantenere la loro relativa attrattività, in particolare riguardo le “megacap” e la leadership tecnologica, i titoli di Stato e soprattutto la stabilizzazione del dollaro, poiché il rischio di cambio rappresenta un elemento chiave in un’allocazione internazionale.

Dall’inizio dell’anno, il dollaro statunitense è sceso di oltre il 10%, tendenza che prevediamo continuerà nella seconda metà del 2025.

Quale allocazione privilegiare nella seconda metà dell’anno?

Azionario

In questo contesto adottiamo un posizionamento neutrale e ben diversificato sul fronte azionario. Evitiamo bias regionali e favoriamo la diversificazione per settore e stile, con particolare attenzione ai settori e ai titoli che mostrano un forte slancio degli utili, come la tecnologia, nonché a quelli supportati da politiche fiscali, come le infrastrutture e l’industria in Europa

Oggi le azioni statunitensi sembrano ben valutate, con i mercati che scontano uno scenario favorevole in termini di politica commerciale e fiscale, il che limita il loro potenziale di rialzo e potrebbe aumentare il rischio di delusioni. In questo contesto, restiamo selettivi, privilegiando i titoli tecnologici, trainati dalla crescita strutturale legata all’intelligenza artificiale.

Il fatto che i portafogli globali sono strutturalmente sottopesati sui mercati al di fuori degli Stati Uniti, unito al graduale indebolimento del dollaro, rende i mercati internazionali interessanti. Contrariamente all’idea che la rotazione verso le azioni internazionali sia già in gran parte avvenuta, i dati mostrano che in realtà è solo all’inizio.

Nonostante le tensioni commerciali, le aziende europee stanno beneficiando di risposte fiscali più attive e di valutazioni più interessanti, che hanno contribuito alle loro recenti performance. Dopo il rimbalzo, le valutazioni di alcuni settori nazionali (banche, utility) sembrano essere in linea con la loro media storica. Anche l’apprezzamento dell’euro potrebbe pesare sugli utili.

Nei mercati emergenti, rimaniamo positivi sul settore tecnologico cinese.

Obbligazionario

Manteniamo una posizione lunga sulla duration nell’Eurozona e rimaniamo neutrali sui Treasury USA. In un portafoglio diversificato, la duration continua a offrire una protezione efficace, in particolare in un contesto di rallentamento economico e di inflazione moderata. In Europa, la BCE sembra essere vicina alla fine del suo ciclo di allentamento, anche se sono previsti altri due tagli dei tassi prima della fine dell’anno. Questa dinamica, unita a un contesto macroeconomico ancora debole e a un’inflazione ben ancorata, supporta la nostra view costruttiva sul debito sovrano europeo.

Negli Stati Uniti, il nostro posizionamento sui tassi rimane neutrale, in attesa di un punto di ingresso più interessante. Ci aspettiamo un leggero calo dei rendimenti nella seconda metà del 2025, dovuto al graduale indebolimento dell’attività economica e ai previsti tagli dei tassi da parte della Fed. La traiettoria dell’inflazione rimarrà irregolare, con le pressioni al rialzo derivanti dai dazi e dalla politica fiscale espansiva compensate da un contesto macroeconomico più debole.

L’oro e gli asset alternativi

L’oro mantiene un ruolo strategico nei portafogli, servendo da copertura efficace contro le incertezze geopolitiche, la volatilità dei tassi reali e i rischi macroeconomici estremi.
Considerata la continua volatilità e i rischi asimmetrici sui mercati, manteniamo un’allocazione in strategie alternative liquide. Questi approcci garantiscono la stabilizzazione del portafoglio e integrano le esposizioni più tradizionali e direzionali, offrendo rendimenti decorrelati.