80 Anni di AGIS. Intervista a Francesco Giambrone Presidente AGIS. “La cultura, un investimento strategico…”
“La cultura, un investimento strategico…”
Di Laura Damiola —
L ‘AGIS (l’Associazione Generale dello Spettacolo) celebra i suoi 80 anni. Dal Teatro alla Scala alla sede di Villa Patrizi passando dal Quirinale. Ricordi e presente si incontrano. Al centro il legame fra lavoratori dello spettacolo e gli spettatori. Obiettivo un Paese che dovrebbe fare della cultura il suo asset principale.
Che importanza hanno questi 80 anni di AGIS, memoria, presente e futuro si intrecciano?
Francesco Giambrone. Dalla memoria attingiamo forza, energia, storia, radici. C’è una storia di 80 anni che sono stati 80 anni fondamentali dell’Italia della Repubblica, che abbiamo vista nascere. Abbiamo fatto tutta la nostra parte per la ricostruzione, anche fisica del paese, dopo le guerre. La rinascita del teatro alla Scala, grandissimo simbolo culturale dove ci troviamo oggi, che fu la rinascita del paese. E questa è la storia che dobbiamo sempre avere sott’occhio. Il presente è questo video che abbiamo fatto in collaborazione con gli studenti dell’università IULM, che hanno colto il senso molto profondo di questa Associazione, che mette al centro le persone, quelle che fanno spettacolo e il pubblico che viene agli spettacoli. E’ un tributo alle molte anime che compongono l’AGIS – cinema, teatro, musica, danza, circhi, spettacolo viaggiante, parchi e bande musicali – e soprattutto un omaggio a quella comunità, popolata da professioniste e professionisti, che da ottant’anni si dedicano al pubblico animando i luoghi dello spettacolo in ogni angolo del Paese. Sono 350.000, i lavoratori dello spettacolo con un’occupazione qualificata, di alto livello. Un elettricista o un sarto teatrale, un macchinista di cinema, un attore, un cantante, uno strumentista, un danzatore, sono un patrimonio di cui dobbiamo essere orgogliosi. Dobbiamo tutelare tutti questi mestieri di cui siamo depositari e tramandarli per il futuro. Il video realizzato con l’università Iulm guarda al presente, guarda a quello che saremo, racconta quello che abbiamo fatto e, per fortuna, continueremo a fare. Emozionare, far pensare, far incontrare, far dialogare. Sappiamo quanto questo può essere importante in un tempo che è, di nuovo, un tempo di guerra che si avvicina ai nostri confini. Un tempo in cui le parole diventano di nuovo quelle delle armi, e invece il teatro è un luogo di pace un luogo di confronto un luogo dove si pensa, un luogo dove ci si incontra e quindi forse può essere ancora più utile in questo momento.

Qual è il ruolo attuale di Agis nei confronti delle istituzioni?
AGIS è sempre stato l’interlocutore principale nelle decisioni che riguardano il paese, del governo, del parlamento, degli enti locali, anche delle regioni, dei comuni. Ha sempre esercitato questa funzione e l’ha esercitata a tutela di un mondo del quale noi appunto sappiamo qual’ è l’importanza, qual è il significato. Lo stiamo facendo in un momento importante perché il governo sta lavorando sul nuovo codice dello spettacolo. È una norma importante perché per la prima volta prova a mettere insieme tutta la normativa che riguarda lo spettacolo dal vivo che è una disciplina molto vasta, molto articolata, ma anche molto contradditoria perché si è affastellata negli anni. Allora questo lavoro di fare sintesi è importante, ma noi vogliamo e stiamo lavorando con il governo in questo senso, perché il nuovo codice sia davvero un investimento sul futuro, una nuova visione del paese. Ribadisco che la cultura non è una spesa, ma un investimento strategico, non un di piu’ ma una necessità, non è per pochi ma per tutti. Sono piccole parole chiave che cambiano completamente la prospettiva, che deve essere quella di un investimento che restituisce al Paese crescita culturale e occupazione e come abbiamo detto altamente qualificata, inclusione sociale, lotta alla dispersione scolastica, lotta alla criminalità organizzata. Pensiamo che significato abbia un teatro in una grande città o in un piccolo paese dove spesso il Teatro o la Sala cinematografica sono gli unici luoghi di aggregazione laica della comunità. C’era un tempo in questo paese che tutte le città, tutti i paesi avevano un teatro e non è più così. Questo non è un bene perché ne va della tenuta di una comunità, ne va della democrazia, che è una parola che non dobbiamo dimenticare. Noi Agis svolgiamo un servizio pubblico, questo non dimentichiamolo mai.
Insieme ai principali attori dell’industria cinematografica, l’AGIS ha espresso forte preoccupazione per il futuro del cinema e dell’audiovisivo italiano, minacciato da una riduzione storica di circa 190-200 milioni di euro dei finanziamenti pubblici nella legge di bilancio 2026 che «mette a rischio migliaia di lavoratori e la sopravvivenza delle sale cinematografiche». A che punto siete?
Riguardo alle diverse componenti del settore dello spettacolo, i concerti vanno molto bene, così come il teatro, per un po’ è stato indietro il cinema ma adesso si sta riprendendo.
Oggi, il problema principale per il nostro Cinema è rappresentato dai tagli che rischiano di mettere in ginocchio la filiera intera. Se sono stati fatti degli errori in passato non è una buona ragione per tagliare i fondi. Il tema è spendere bene le risorse, perché deve essere garantita una filiera di qualità”. Sarà importante spendere bene le risorse, perché deve essere garantita una filiera di qualità.”
Palazzo dello Spettacolo
A Roma intanto le celebrazioni stanno continuando con le Giornate dello Spettacolo dell’AGIS, due giorni di confronto, analisi e visione condivisa che riuniscono i protagonisti dello spettacolo italiano con il sostegno del Ministero della Cultura e della Siae. Gli 80 anni dell’Associazione sono stati festeggiati con l’inaugurazione del “Palazzo dello Spettacolo”, la storica sede dell’Associazione di Via di Villa Patrizi rinnovata e presentata ufficialmente come nuovo punto di riferimento per l’intera filiera, alla presenza tra gli altri del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha detto: “Il modo migliore per festeggiare 80 anni di storia è pensare ai prossimi 80”. Il ministero si impegnerà a tagliare il meno possibile”.

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