Federated Hermes: i dazi sono fatti per restare e gli Emergenti per trarne vantaggio

Martin Schulz, Head of International Equity Group di Federated Hermes -

Stiamo assistendo a un rafforzamento delle sfere di influenza regionali con l’evolversi delle relazioni geopolitiche. Anziché la globalizzazione, assistiamo ora ad una regionalizzazione e a un raggruppamento lungo le linee dei centri di potere, delle alleanze, dei blocchi valutari e degli interessi condivisi. Il commercio globale continuerà, ma probabilmente su scala ridotta. Tuttavia, non tutto sta cambiando. Non ci troviamo di fronte a una ripetizione della Guerra Fredda, in cui i flussi commerciali attraverso la Cortina di Ferro erano praticamente inesistenti. Per ora, la Cina e gli Stati Uniti hanno messo in pausa la loro rivalità: la Cina deve fare i conti con un’economia debole impantanata nella deflazione e l’amministrazione Trump deve concentrarsi sulla politica interna. Non credo che Apple o Tesla lasceranno la Cina. Le catene di approvvigionamento stanno diventando più localizzate rispetto al passato. Stiamo anche assistendo alla produzione da parte di aziende cinesi per il mercato locale in Europa e, potenzialmente, anche negli Stati Uniti.

 

Riteniamo i dazi siano destinati a rimanere… per ora. Una volta che la sfera della politica trova una nuova fonte di entrate, è sempre difficile eliminarla. Per abolire i dazi negli Stati Uniti, bisognerebbe aumentare le tasse o affrontare un calo delle entrate, e gli aumenti fiscali sono impopolari. Gli investitori globali e tutte le aziende impegnate nel commercio internazionale stanno ancora cercando di capire come gestire i dazi e dove ricadrà l’onere dei pagamenti. Le aziende non continueranno a sostenere il costo dei dazi per sempre, poiché, soprattutto in molte aziende industriali e automobilistiche, i margini sono semplicemente troppo ridotti. I dazi porteranno probabilmente a un aumento della produzione locale, anche se le aziende si concentrano sul miglioramento della produttività, ma nessuna di queste mosse è priva di complicazioni. Ad esempio, un effetto collaterale dei dazi è che l’eccesso di capacità produttiva cinese invaderà il mondo intero con i suoi prodotti. Questa situazione avrà sicuramente ripercussioni su molte aree del pianeta che erano state protette dalla concorrenza globale e che in precedenza godevano di una produzione locale redditizia.

 

Siamo ormai al momento della verità. Nonostante tutte le difficoltà – incertezza sui dazi, conflitti regionali, tensioni geopolitiche e rallentamento economico – i mercati azionari globali hanno registrato una crescita significativa. Ora è il momento per le aziende mondiali di dimostrare la propria redditività. E la buona notizia è che sembra proprio che saranno in grado di farlo. Gli utili forward in Europa sono più interessanti di quanto non lo fossero da tempo, anche se il terzo trimestre è stato deludente. A nostro avviso, gli Emergenti sono l’area più interessante, poiché il ciclo di allentamento monetario delle Banche centrali globali accelera, il dollaro dovrebbe indebolirsi nel medio termine e l’economia cinese è in una fase di ripresa.

 

Inoltre, il 2026 vedrà numerose elezioni in tutto il mondo, specialmente in Sud America. Ciò potrebbe stravolgere le aspettative incrementando il grado di incertezza nel breve termine, ma portando potenzialmente ad una maggiore stabilità nel lungo periodo. In Cina, la guerra commerciale con gli Stati Uniti è stata per ora risolta, dando al Paese la possibilità di concentrarsi sugli stimoli economici mentre attua il suo prossimo piano quinquennale. Il continuo trasferimento della produzione fuori dalla Cina a causa dei costi e delle restrizioni commerciali dovrebbe aiutare molte altre economie asiatiche. Infine, riteniamo che il ciclo di allentamento monetario globale sosterrà ampiamente i mercati emergenti.