FRANKLIN TEMPLETON Outlook – Putnam Investments / Azioni 2026: quali condizioni favorevoli potrebbero verificarsi?

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Il 2025 si chiude con una serie di preoccupazioni per il mercato azionario — il che non sorprende, osserva Shep Perkins, Chief Investment Officer di Putnam Equity, gruppo Franklin Templeton. Ma è importante riconoscere anche le condizioni favorevoli al mercato azionario che potrebbero verificarsi nel 2026.

Prima di guardare al 2026, diamo un rapido sguardo indietro all’inizio di aprile 2025. Le azioni statunitensi hanno registrato il loro calo più significativo in un solo giorno dal 2020, e l’indice S&P 500 è sceso a quasi il 20% al di sotto del record di febbraio. Comunicazioni caotiche e confuse sulle politiche tariffarie hanno sconvolto i mercati, che però hanno invertito la rotta in modo altrettanto rapido entro la fine di quel mese. In quel momento, si presume che la maggior parte degli investitori non fosse concentrata su ciò che avrebbe potuto provocare un rialzo del mercato e concludere l’anno in modo positivo. È probabile che fossero focalizzati su cosa — o cos’altro — potesse andare storto.

Per decenni, infatti, gli investitori azionari si sono concentrati in modo ossessivo su ciò che potrebbe andare male. Naturalmente, è fondamentale misurare e valutare costantemente i rischi del mercato. Tuttavia, guardando avanti, forse gli investitori dovrebbero dedicare più tempo a riflettere su ciò che potrebbe andare bene.

Il mercato azionario statunitense ha sorprendentemente registrato un rialzo nel 2025. Le azioni di un’ampia gamma di settori hanno dimostrato resilienza di fronte a molte sfide macroeconomiche. Le opportunità di investimento sono aumentate man mano che il mercato si è ampliato, e la crescita degli utili societari ha superato le aspettative. Il potenziale dell’intelligenza artificiale (IA) è diventato un motore ancora più potente di sentiment e investimenti in settori ben oltre la tecnologia.

Ci saranno sempre venti contrari

Nonostante gli sviluppi positivi del 2025, i mercati oggi sono preoccupati per varie sfide. Stiamo vedendo segnalazioni di un peggioramento del sentiment tra i consumatori a basso e medio reddito, e la creazione di posti di lavoro sembra indebolirsi o addirittura ristagnare. Altri problemi includono un possibile impatto ritardato delle tariffe, le tensioni persistenti tra Stati Uniti e Cina e—soprattutto—il rischio di scoppio della bolla dell’IA. Gli investitori sono anche ansiosi per le valutazioni azionarie elevate, dato che il rapporto prezzo/utili prospettico dell’S&P 500 si colloca nel quintile più alto rispetto alla storia.

Considerata questa serie di preoccupazioni, non sorprende che, all’inizio dell’ultimo mese dell’anno, il CNN Fear & Greed Index oscillasse tra le sezioni “Paura” e “Paura estrema”. Tuttavia, ci stiamo avviando verso il terzo anno consecutivo di guadagni a doppia cifra per le azioni statunitensi.

Le preoccupazioni sono tutte ragionevoli e da non sottovalutare, ma concentrarsi solo su questi problemi sminuisce le forze che hanno provocato un rialzo di mercato e come questi fattori potrebbero indurre un ulteriore rialzo nel corso del prossimo anno.

Cosa potrebbe andare bene?

Ci sono molte cose che potrebbero andare bene da qui in avanti. A livello generale, abbiamo condizioni finanziarie globali più favorevoli, frutto di tagli sincronizzati dei tassi da parte delle banche centrali. Il sistema bancario statunitense presenta una combinazione sana di solidi coefficienti patrimoniali e tassi di insolvenza inferiori alla media. Sebbene l’ansia per livelli di prezzo più elevati non sia scomparsa, le recenti tendenze inflazionistiche restano sotto controllo, anche con l’impatto delle tariffe.

Man mano che il dibattito si intensifica sul rischio di una bolla dell’IA, gli investitori non dovrebbero perdere di vista la forza a lungo termine di questa tecnologia emergente e rivoluzionaria. Gli investimenti pianificati nell’IA sono impressionanti e appena iniziati, con 500 miliardi di dollari previsti dai principali hyperscaler. Questo sta anche catalizzando un ciclo di investimenti nella generazione e trasmissione di energia elettrica. Nell’anno a venire, ci aspettiamo che l’IA continui a offrire nuovi sottoinsiemi di potenziali vincitori e una vasta gamma di nuovi casi d’uso. C’è anche il potenziale per un boom generale della produttività, poiché l’IA inizia a fornire guadagni tangibili in termini di efficienza.

Altri scenari positivi per l’anno prossimo includono segnali di ripresa nel settore immobiliare commerciale dopo il forte rallentamento indotto dalla pandemia. Inoltre, incentivi aziendali derivanti dal Big Beautiful Bill e la deregolamentazione potrebbero stimolare ulteriori investimenti da parte delle imprese. Dal punto di vista geopolitico, un piano di pace tra Russia e Ucraina e la ricostruzione dell’Ucraina potrebbero dare una spinta economica alle aziende europee e globali. E un accordo commerciale produttivo tra Stati Uniti e Cina ridurrebbe le tensioni e favorirebbe le azioni globali.

Molto può andare bene, ma il percorso potrebbe non essere lineare

È lecito chiedersi: il mercato ha già scontato tutte queste buone notizie? L’S&P 500 è più costoso della media, trainato dalle valutazioni elevate delle azioni growth a mega-cap (pensiamo ai “Magnifici Sette”). Tuttavia, osservando queste azioni singolarmente, molte di esse sono scambiate in linea o a prezzi inferiori rispetto alle loro medie storiche. Ad esempio, Amazon non è mai stata così economica come oggi, e NVIDIA è scambiata ben al di sotto della sua media decennale. Certo, sono aziende più grandi, la crescita futura sarà probabilmente più lenta e l’IA ha introdotto incertezza nei loro modelli di business (oltre a creare opportunità). Ciò che gli investitori potrebbero non apprezzare è che le azioni dell’S&P 500—escludendo i Magnifici Sette—sono scambiate circa il 15% sopra la loro media storica decennale. Si potrebbe sostenere che le loro valutazioni iniziali fossero basse e che il mercato stia segnalando migliori opportunità di crescita in futuro, sostenute da una forza economica più ampia e dal calo dei tassi di interesse.

La combinazione di valutazioni più elevate e investimenti significativi nell’IA con ritorni a lungo termine incerti dovrebbe portare a una maggiore volatilità nei mercati azionari. La metà e la fine degli anni ’90 offrono una prospettiva utile. Il VIX (Cboe Volatility Index), in media, era sopra 20 in quel periodo, mentre negli ultimi 10 anni è rimasto ancorato intorno a 15. Nonostante la maggiore volatilità mensile negli anni ’90, il mercato azionario è salito costantemente nel tempo. Ricordiamo che, dopo due anni forti di rialzi, il presidente della Federal Reserve Alan Greenspan espresse le sue famose preoccupazioni sull’“esuberanza irrazionale” delle azioni. Era la fine del 1996, poco prima del balzo del 33% nel 1997 e dei successivi guadagni fino al picco all’inizio del 2000.

Considerando tutto ciò che potrebbe andare bene, crediamo che il mercato continuerà a crescere fino al 2026. Cosa servirebbe per replicare la metà-fine degli anni ’90? A nostro avviso, una forte crescita degli utili combinata con un multiplo elevato potrebbe spingere l’S&P 500 oltre quota 8.500—un balzo del 25% nei prossimi 12-18 mesi. Per arrivarci, gli utili dell’S&P dovrebbero crescere a doppia cifra per ciascuno dei prossimi due anni, superare i 350 dollari di utili aggregati per azione entro il 2027 e raggiungere un rapporto p/e di 24x-25x—ambizioso, certo, ma riteniamo che sia plausibile.

Naturalmente, rendimenti azionari così elevati raramente si realizzano in modo lineare, ma piuttosto sono accompagnati da elevata volatilità. Empiricamente, quando i multipli di mercato sono più alti, sono di solito accompagnati da una maggiore deviazione standard dei rendimenti. Non ci aspettiamo nulla di diverso nell’attuale contesto.