Cloud e AI spingono la domanda, ma l’infrastruttura fatica a tenere il passo
Il 2025 è stato un anno spartiacque per l’industria globale dei data centre. La domanda di capacità è cresciuta a un ritmo senza precedenti in tutte le aree del mondo, alimentata da due forze convergenti: l’espansione continua del cloud e l’adozione sempre più rapida dell’intelligenza artificiale. Ma a questa corsa non ha corrisposto una capacità equivalente di messa a terra dei nuovi progetti. Vincoli energetici, ritardi autorizzativi e filiere sotto pressione hanno ampliato il divario tra capacità promessa e capacità effettivamente disponibile, influenzando strategie di investimento, tempistiche di sviluppo e dinamiche competitive.
Ruolo di cloud e AI
Il cloud ha continuato a rappresentare il principale motore della capacità locata a livello globale, sostenendo impegni pluriennali multi-megawatt e orientando la pianificazione di lungo periodo sia nei mercati maturi sia in quelli emergenti. L’AI, tuttavia, ha fatto un salto di qualità: da workload in rapida crescita è diventata un vero e proprio fattore di trasformazione progettuale. Ha imposto densità più elevate e nuovi requisiti tecnici in termini di raffreddamento, distribuzione dell’energia e sequenze costruttive. Non si è limitata ad aumentare la domanda: ha cambiato l’architettura stessa dei data centre moderni e accelerato le aspettative sui tempi di consegna.
La disponibilità di energia
Questi cambiamenti hanno messo sotto forte stress l’infrastruttura globale. Nel 2025 la disponibilità di energia è diventata il principale criterio di fattibilità dei nuovi sviluppi, superando per importanza il costo dei terreni o l’accesso ai capitali. Nei grandi hub maturi, i tempi di connessione alla rete si sono allungati; al contrario, i mercati dotati di pianificazione energetica stabile o di capacità rinnovabile scalabile hanno guadagnato terreno. Ne è derivata una redistribuzione geografica della crescita, con lo spostamento di nuovi investimenti verso aree in grado di garantire potenza “consegnabile”.
Strategie aggressive
A guidare questa dinamica sono stati soprattutto gli hyperscaler, che hanno continuato ad anticipare il mercato attraverso strategie aggressive di leasing, acquisizione di terreni e approvvigionamento energetico. Le loro scelte hanno influenzato cicli di costruzione regionali, rapporti con i fornitori e livelli di competizione. Dove si muovono gli hyperscaler, l’intero ecosistema segue.
Il risultato è stato un anno segnato da accelerazione e ricalibrazione strategica allo stesso tempo. Mentre alcuni mercati storici hanno dovuto fare i conti con limiti strutturali, nuove aree – dal Sud-Est asiatico al Medio Oriente, dall’Europa meridionale ad alcune zone dei Paesi nordici – hanno guadagnato centralità. Gli sviluppatori hanno risposto comprimendo i cicli di costruzione e coinvolgendo i fornitori in fasi sempre più anticipate, mentre a questi ultimi è stato richiesto un livello crescente di certezza progettuale e affidabilità nelle consegne.
La pressione competitiva
In questo contesto, il 2025 ha confermato quanto informazioni affidabili e in tempo reale siano diventate un fattore critico. Il leasing anticipato ha aumentato la pressione competitiva, i tempi lunghi delle apparecchiature chiave hanno reso ogni ritardo più costoso, e i carichi AI hanno aggiunto complessità a progettazione e procurement. Decidere senza una visione aggiornata su energia, tempi, fornitori e avanzamento dei progetti è diventato un rischio difficilmente sostenibile.
Guardando al 2026, il quadro appare chiaro: energia e pianificazione resteranno i nodi centrali della crescita globale. I mercati con un forte potenziale rinnovabile o con programmi di espansione della rete ben definiti continueranno ad avanzare più rapidamente. Gli hyperscaler tenderanno a bloccare terra e potenza sempre più a monte, mentre trasparenza e affidabilità dei progetti diventeranno criteri decisivi per gli investitori. L’intelligenza artificiale, infine, continuerà a ridefinire densità, catene di fornitura e modelli di sviluppo, confermando che il data centre non è più solo infrastruttura: è ormai un asset strategico dell’economia digitale globale.