ING Investment Outlook 2026: “Azioni – La selezione attiva sarà più importante che mai”
Nonostante le persistenti incertezze, il 2025 si è confermato un altro anno solido per i mercati azionari globali. Dopo un rialzo di oltre il 25% nel 2024, l’indice MSCI All Country World (total return in euro) registrava un +8,5% alla fine di novembre 2025. Se espressa in dollari, tuttavia, la performance dell’indice supera il 21%. Per gli investitori dell’area euro, il dollaro più debole del 12% ha eroso in modo significativo i rendimenti. Nel 2024 era accaduto l’opposto: un dollaro forte aveva sostenuto le performance. Con il mercato statunitense che rappresenta il 65% dell’indice globale, Wall Street e il dollaro restano forze dominanti.
Ma cosa ha guidato questa solida performance? Gli utili delle società incluse nell’indice globale dovrebbero registrare, per il 2025, una crescita di oltre il 9%, leggermente al di sopra della nostra previsione dell’8%. Il fatto che l’indice sia salito ancora di più riflette l’aumento delle valutazioni: il rapporto prezzo/utili (P/E) medio è cresciuto sia sugli utili realizzati sia su quelli attesi e questa dinamica prosegue da due anni. Il P/E dell’indice globale è aumentato di quasi il 10% nel corso dell’anno, superando 19 volte gli utili attesi nei prossimi dodici mesi.
Crescita degli utili in accelerazione, valutazioni azionarie destinate ad attenuarsi
In un contesto di crescita economica globale stabile, un’inflazione in lieve rallentamento e tagli dei tassi da parte delle banche centrali, inclusa la Federal Reserve, gli utili nominali (cioè non depurati dall’inflazione) delle imprese potrebbero continuare ad accelerare. Tuttavia, a differenza degli ultimi anni, ci aspettiamo pressioni al ribasso sulle valutazioni. Le quotazioni elevate delle azioni statunitensi sono destinate a normalizzarsi, con effetti anche sulla media globale. La crescita degli utili delle principali società tecnologiche resterà sostenuta, ma dovrebbe progressivamente rallentare verso la media di mercato. Con nove big tech statunitensi tra i dieci titoli più grandi al mondo, la loro influenza sul mercato resta comunque significativa.
Attesi rendimenti moderati
Riteniamo raggiungibile una crescita media degli utili intorno al 10% per l’indice globale, leggermente inferiore al consenso degli analisti, che supera il 12%. Per il 2027 prevediamo una crescita di circa l’8%, anche in questo caso al di sotto del consenso dell’11%. Assumendo un rapporto P/E leggermente più basso, pari a 18,5 volte gli utili attesi per il 2027 a fine 2026 (contro le attuali 19,3 volte sui prossimi dodici mesi), il rendimento atteso per l’indice globale nel 2026 sarebbe intorno al 6% in dollari, inclusa una cedola del 2%. I movimenti valutari continueranno a rappresentare un fattore chiave per gli investitori in euro, in senso positivo (dollaro più forte) o negativo (dollaro più debole).
Il real estate quotato potrebbe tornare a crescere
Dopo un deludente 2025, il real estate quotato potrebbe rimbalzare nel prossimo anno, sostenuto dai probabili tagli dei tassi negli Stati Uniti. Con un dividend yield relativamente interessante e modesti rialzi dei prezzi, ci aspettiamo un rendimento totale di circa il 5%, offrendo un contributo positivo ai rendimenti complessivi del portafoglio.
La gestione attiva è fondamentale
Nel complesso, ci attendiamo rendimenti moderati nel 2026. Il divario tra i rendimenti attesi di azioni e obbligazioni è ridotto. Il premio per il rischio azionario è sceso al livello più basso degli ultimi vent’anni, a causa dell’aumento dei prezzi azionari, delle valutazioni elevate e di tassi di interesse che non sono diminuiti in modo significativo. Ciononostante, le azioni possono ancora offrire opportunità interessanti. Prevediamo forti differenze di rendimento tra aree geografiche, settori e singole società, rendendo la gestione attiva del portafoglio più importante che mai.
Vincitori e vinti divergeranno ulteriormente
Ci aspettiamo che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) acceleri nel 2026. Gli investimenti continueranno a crescere e i benefici si estenderanno oltre il settore tecnologico. Utilities e sanità, ad esempio, potrebbero beneficiare di margini più elevati grazie all’aumento della domanda di elettricità e a una maggiore efficienza. Altrettanto importante sarà evitare le conseguenze negative della “distruzione creativa”: a nostro avviso, è inevitabile che ci saranno grandi “perdenti”, potenzialmente anche all’interno del settore tecnologico. La disruption genera rischi, ma anche opportunità.
E se lo scenario di base non si realizzasse?
Come di consueto, aggiungiamo altri due scenari a quello di base: nello scenario positivo, crescita economica e inflazione accelerano più del previsto: le stime sugli utili migliorerebbero sensibilmente e gli investitori accetterebbero valutazioni più elevate. I rendimenti azionari potrebbero così raggiungere circa il 18% in dollari. Nello scenario negativo, accade l’opposto: utili in calo e valutazioni più basse potrebbero spingere i mercati azionari a perdere circa il 12%.
Non concentrarsi eccessivamente sulle previsioni
La storia dimostra quanto sia difficile prevedere i movimenti dei mercati. Le nostre stime vanno quindi interpretate con cautela. Per noi, come investitori globali, l’analisi per scenari rappresenta un quadro di riferimento per definire le prospettive e la politica di investimento. Mettiamo costantemente alla prova lo scenario di base alla luce degli sviluppi reali. Una certezza per il 2026: il mondo resterà in movimento. Le tensioni geopolitiche sono più elevate rispetto agli ultimi anni e potrebbero innescare bruschi movimenti di mercato. In questi momenti è essenziale restare lucidi ed evitare decisioni emotive.
Allocazione neutrale tra azioni e obbligazioni
Sulla base delle prospettive attuali, al momento, nella nostra asset allocation tattica, manteniamo una allocazione neutrale su azioni e obbligazioni. Il real estate quotato è sovrappesato, mentre materie prime e investimenti alternativi restano neutrali all’interno del portafoglio complessivo.

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