Produzione industriale italiana ancora in calo
I dati sulla produzione industriale di aprile sono risultati più bassi del previsto, confermando che la fase prolungata di debolezza del manifatturiero non è ancora finita. L’indice di produzione destagionalizzato ha subito una contrazione dell’1% sul mese e l’indice corretto per il calendario è sceso del 2,9% sull’anno. La contrazione mensile è stata distribuita in modo disomogeneo: la produzione di energia è scesa del 2,1% sul mese e i beni intermedi sono diminuiti dell’1%; i beni di investimento sono scesi dello 0,1% e i beni di consumo sono risultati piatti.
Una rapida occhiata alla ripartizione settoriale mostra che la contrazione mensile è stata particolarmente marcata per il coke e i prodotti petroliferi raffinati e per i prodotti chimici. Anche i settori che fanno parte della catena del valore dell’edilizia, come il legno e i prodotti minerali non metallici, hanno subito una contrazione, forse a dimostrazione del fatto che l’eliminazione accelerata dell’incentivo fiscale del superbonus sta infine iniziando a fare effetto. La crescita mensile della produzione di apparecchiature elettroniche ed elettriche, invece, potrebbe suggerire che le catene di approvvigionamento stanno funzionando abbastanza bene, nonostante le persistenti interruzioni dei transiti attraverso il Canale di Suez.
I sottocomponenti del PMI e della fiducia delle imprese nella produzione e negli ordini non legittimano le speranze di una rapida inversione di tendenza
In prospettiva, i dati del PMI e della fiducia delle imprese di maggio non segnalano alcun miglioramento imminente. Il PMI manifatturiero è sceso a maggio a 45,6 (da 47,3 in aprile), con un indebolimento della componente produttiva che trova corrispondenza nel sottoindice del livello di produzione dell’indagine mensile sulla fiducia delle imprese. I dati deboli delle componenti degli ordini in entrambe le indagini non legittimano le speranze di una rapida inversione di tendenza nella produzione industriale. La debolezza del dato odierno attenua i rischi al rialzo sul fronte della crescita che avevamo evidenziato quando, un paio di settimane fa, era stato reso noto il PIL del primo trimestre. Avevamo allora segnalato che un contributo molto negativo della variazione delle scorte avrebbe potuto determinare una crescita più elevata al momento della normalizzazione. Riteniamo ancora che ciò possa accadere, ma che sia meno probabile nel corso del secondo trimestre del 2024.

LMF green
Mente e denaro
Sala Stampa