Rinnovamento Meiji, il primo miracolo economico giapponese

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Oggi associamo il Giappone alla tecnologia, all’industria automobilistica ed elettronica; il paese del Sol Levante ha avuto in tutta la seconda parte del ‘900 un grande boom economico che ha gettato le basi per quello che è il paese che oggi conosciamo. Tuttavia il primo vero miracolo economico giapponese è ancora più anteriore e dobbiamo andare al 1868, all’inizio di quello che viene denominato il periodo del “Rinnovamento Meiji”.

Ma facciamo ancora un passo indietro. Dal XVII al XIX secolo la famiglia samurai dei Tokugawa deteneva il potere nel paese e aveva instaurato un forte isolamento verso l’esterno, in particolare verso i mercanti europei. Questo isolamento si interruppe nel  1853, quando il commodoro Matthew Perry al comando di una squadra navale americana negoziò l’apertura dei porti e la stesura dei primi trattati commerciali definiti “ineguali”, che concedevano numerosi privilegi alle potenze straniere a discapito dell’economia interna giapponese. La firma dei patti ineguali suscitò una forte reazione di protesta, in particolar modo da parte dei samurai, che iniziarono un lungo scontro con il governo Tokugawa che aveva acconsentito a quesiti patti. Nel 1866 l’ultimo Tokugawa, Yoshinobu, perse il potere nel giro di pochi mesi di fronte alle pressioni, sia militari che politiche della costa dei samurai e dell’Imperatore. Nel 1868, con un colpo di Stato fu proclamata la restaurazione del potere imperiale (fino a quel momento l’Imperatore aveva avuto solo un ruolo cerimoniale).  Il nuovo Imperatore Mutsuhito diede inizio al periodo Meiji, che significa “governo illuminato”.

Durante questo periodo il nuovo Stato imperiale diede una forte spinta all’industrializzazione. Furono introdotti incentivi per investire capitali nelle industrie e si importarono macchinari e conoscenza specialistiche dall’Occidente. Fu stabilito un moderno diritto alla proprietà e alla vendita dei terreni, fu istituita anche un’imposta fondiaria calcolata in base alla rendita catastale, si unificò il sistema monetario. Furono costruite le prime ferrovie e installati i primi telegrafi. Grazie agli incentivi statali  nacquero industrie tessili, belliche, edili e cantieri navali. Le nuove imprese nacquero quasi tutte pubbliche per poi essere privatizzate a partire dal 1880. Le imprese privatizzare gettarono le basi per la creazione delle zaibatsu, conglomerati industriali e finanziari, che grazie anche al loro legame con la politica investirono nello sviluppo industriale del paese.

Con tutti questi tipi di intervento alla fine dell’800 il Giappone da paese medievale divenne una delle grandi potenze mondiali.