Due organizzazioni non governative ambientaliste fanno causa alla Commissione europea

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Due organizzazioni non governative (ONG) ambientaliste hanno portato la Commissione europea in tribunale martedì, esortandola a rivedere i suoi obiettivi di emissioni di gas serra fino al 2030.Le due ONG CAN Europe e Global Legal Action Network sostengono che i limiti annuali di emissioni fino al 2030 per ogni Paese dell’Unione europea (UE) nei settori dell’edilizia, dell’agricoltura, dei rifiuti, della piccola industria e dei trasporti sono in realtà illegali, secondo un comunicato stampa emesso da CAN Europe. Questi settori rappresentano circa il 57% delle emissioni totali di gas serra dei 27 Paesi.

L’UE ha fissato un obiettivo di riduzione delle emissioni aggregate del 40%, rispetto ai livelli del 1990, specificatamente per questi settori, mentre l’obiettivo per l’intera economia è del 55%. Le ONG sostengono che gli interventi climatici complessivi dell’UE rimangono pericolosamente lontani dal limite di riscaldamento globale di 1,5 gradi Celsius stabilito dall’accordo di Parigi.

Per affrontare questo problema, l’UE deve consentire tagli molto maggiori alle emissioni nel breve termine e raggiungere almeno una riduzione del 65% delle emissioni lorde rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, hanno affermato le ONG.

Il caso è stato inizialmente presentato a febbraio 2024, in seguito al rifiuto della Commissione europea di rivalutare le assegnazioni annuali di emissioni per i suoi Stati membri fino al 2030. Un’udienza presso la Corte generale dell’UE potrebbe potenzialmente tenersi nella seconda metà del 2025 e una sentenza potrebbe essere emessa all’inizio del 2026.