L’incertezza non è lineare

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Il VIX (il principale barometro mondiale della volatilità dei mercati azionari) segnala un aumento dell’incertezza.

Secondo Almeida, mentre le recenti relazioni sugli utili sembrano buone, a un’analisi più attenta le aziende segnalano stress sotto la superficie e crescono i timori che il capex legato all’IA possa aver fatto il passo più lungo della gamba.

Gli investitori si trovano ad affrontare la sfida di passare da un paradigma finanziarizzato post-crisi finanziaria globale a uno nuovo, con costi più elevati e maggiore volatilità.

Almeida fornirà una riflessione di contesto relativamente alle recenti tensioni sul mercato giapponese, gli investitori potrebbero non aver interiorizzato il segnale più importante che il VIX sta inviando: la volatilità è ai massimi dal marzo 2020.

Che cosa segnala la volatilità nel puzzle?

Il capitalismo è la distribuzione delle risorse da dove sono meno necessarie a dove sono più necessarie. Per funzionare correttamente, i fornitori di capitale devono essere compensati per il tempo trascorso. In assenza di compensazione, i segnali del mercato si attenuano e si accumulano investimenti sbagliati.

Un decennio di tassi d’interesse a zero e di allentamento quantitativo ha guidato un periodo pluriennale di acquisizioni finanziate dal debito, aumenti dei dividendi e riacquisti di azioni. Allo stesso tempo, la delocalizzazione ha ridotto l’intensità del capitale e il costo del lavoro. Questi fattori hanno portato i margini di profitto ai massimi storici. Ma queste tendenze sono rallentate, se non invertite.

I prezzi delle attività finanziarie rappresentano le probabilità dei flussi di cassa futuri e i picchi di volatilità non lineari si sono tendenzialmente verificati quando gli investitori si sono trovati di fronte a nuove informazioni che hanno sconvolto le precedenti ipotesi sui flussi di cassa. Tuttavia, riteniamo che le “nuove informazioni” siano state minimizzate.

E se il vero segnale non fosse uno stress acuto per gli utili, ma qualcosa di cronico derivante da un nuovo paradigma di costi normalizzati in un contesto di indebolimento della crescita?
In un simile contesto, riteniamo che dovremmo assistere a una maggiore, non minore, volatilità.

Pertanto, la selezione dei titoli, evitando in particolare gli asset legati a “lavori improduttivi” e a probabilità di flusso di cassa non realistiche, potrebbe rivelarsi un approccio d’investimento adeguato.