L’origine della cooperativa, tra utopia e realtà

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Ormai quando girate per supermercati, banche, edifici vari trovate spesso diciture come coop, credito cooperativo et similia. Queste parole oggi, spesso, indicano colossi della finanza e della distribuzione, ma non sempre è stato così; quelle che oggi sono a tutti gli effetti dei giganti dell’economia in passato erano associazioni di uomini animate da propositi di solidarietà ed economia dal volto umano.

Tutto ebbe inizio in Inghilterra, dove abbiamo delle prime proto-cooperative create, dai lavoratori dei cantieri marittimi di Woolwich e Chatham, per la gestione in comune di un mulino per la macinazione del grano nel 1760 e dai tessitori di Fenwich per l’acquisto in comune di macchinari nel 1761.

Tuttavia, la svolta si ebbe nel 1844, quando 28 operai tessili, animati dal pensiero del sindacalista inglese Robert Owen, fondarono la Società dei Probi Pionieri di Rochdale, nei sobborghi di Manchester, istituita per “adottare provvedimenti per assicurare il benessere materiale e migliorare le condizioni familiari e sociali dei soci”.  Fu la prima cooperativa di consumo in senso moderno, ove si generava con la vendita un profitto che veniva spartito tra i soci sulla base degli acquisti fatti.

La Società dei Probi Pionieri di Rochdale fu il primo modello di cooperativa veramente di successo. Inizialmente le cooperative di consumo vendevano i prodotti a prezzo di costo, portando l’attività all’insostenibilità nel medio periodo; invece, a Rochdale si creò una compagine che vendeva al miglior prezzo di mercato, ottenendo il surplus per re-investimenti.

Un altro segreto del successo della Società di Rochdale fu quello di “fidelizzare” i soci attraverso il meccanismo della ripartizione degli utili in proporzione agli acquisti, ossia al numero delle operazioni effettuate con la Società.

I “Probi Pionieri” introdussero anche concetti che, sono ancora oggi alla base del successo della cooperazione, cioè la produzione diretta dei beni per la vendita e la raccolta di depositi da parte dei soci quale strumento di capitalizzazione della società.

Questo modello di organizzazione si estese rapidamente anche nel resto del continente; in Francia, per esempio, il politico Louis Blanc diffuse l’idea di statuti societari, in cui fosse stabilita la destinazione dell’avanzo di esercizio per l’80% al lavoro e per il restante 20% ad accumulazione indivisibile. Sulla scorta di queste idee venne fondata nel 1848 la prima cooperativa di lavoro, la “Società operaia di produzione uniformi”.

Dal consumo alla produzione si passò poi presto alla finanza; in Germania, in particolare, a partire dal 1849 nacquero sia le prime Banche Popolari, su impulso di Hermann Schultze-Delitzsch, che le prime Casse Rurali grazie a Friedrich Wilhelm Raiffeisen. Questi primi istituti di credito cooperativo furono i prototipi delle casse di prestiti, in cui si obbligavano i beneficiari dei crediti a diventare soci.