Meeting della BCE: un ciclo di tagli cauto per il momento – rischi di un eccessivo irrigidimento?

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Dopo aver mantenuto la propria posizione nella riunione di luglio e considerata la presenza di segnali di moderazione dell’economia reale, ci aspettiamo che la BCE effettui un taglio di 25 pb nella riunione di settembre, giustificato dalle proiezioni aggiornate che probabilmente confermeranno il ritorno dell’inflazione ai livelli target entro la seconda metà del 2025. Il taglio è ampiamente previsto e prezzato.

Attualmente i mercati stanno prezzando un valore intorno al 2,25% con un ciclo di tagli graduale come linea di base. Pertanto, è improbabile che la decisione di questa settimana porti a grandi movimenti sui mercati, a meno che la BCE non accenni a un ritmo di tagli più rapido nel breve termine (cosa alquanto improbabile nella situazione attuale). Anzi, è più probabile che la BCE mantenga un approccio data driven, a conferma del fatto che sono necessarie ulteriori prove di un calo dell’inflazione di fondo prima di considerarla vinta.

Due sono i fattori da tenere d’occhio durante la conferenza stampa. Il primo è il valore che la BCE attribuisce agli ulteriori rischi al ribasso per la crescita (già emersi chiaramente nella riunione dei conti di luglio) e, in secondo luogo, quanto ferme rimarranno le posizioni dei membri più “hawkish” (Schnable non sembra aver cambiato opinione).

Con il chiaro aumento dei rischi per la crescita, c’è un ulteriore elemento di disinflazione guidata dalla domanda che dovrà essere preso in considerazione in futuro. Per quanto tempo la BCE è disposta a mantenere un approccio decisamente restrittivo, nonostante la crescita non abbia raggiunto il suo obiettivo di base, ovvero una ripresa solida trainata dalla domanda? Sospettiamo che settembre sia troppo presto per abbandonare il mantra della dipendenza dai dati. Ottobre (se l’inflazione nel settore dei servizi dovesse correggere le distorsioni di agosto) potrebbe essere un buon momento per riconoscere che il passaggio a posizione meno rigide è necessario per evitare il rischio di entrare in una spirale disinflazionistica nel medio termine. Anche la comunicazione della Fed a settembre sarà fondamentale (nonostante la BCE ribadirà la sua indipendenza rispetto alle decisioni degli altri istituti centrali).