RBC BlueBay: Le possibili conseguenze economiche della svolta a destra in Europa e negli Usa

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A livello globale, stiamo assistendo a un’impennata significativa della destra, sia all’interno del partito repubblicano negli Stati Uniti, sia più recentemente in Europa, dove in quasi tutti i paesi la cosiddetta estrema destra ha raccolto circa il 30% dei voti. Sebbene le ragioni siano diverse, la rabbia e il sentimento di esclusione sembrano farne parte, insieme all’aumento dell’incertezza causata dal conflitto russo-ucraino e all’inflazione indotta dalla pandemia.

Qualunque sia l’esito di questi rischi geopolitici, a lungo termine, le distorsioni economiche a breve termine sono più semplici da prevedere. Ad esempio, la lotta di Trump contro l’immigrazione e il commercio globale avrà ripercussioni immediate sul dollaro e sull’inflazione. Questo perché le politiche sull’immigrazione tendono a portare con sé una crescita aggregata più bassa, ma anche salari più alti e un mercato del lavoro (ancora) più rigido, che favorisce la sicurezza del lavoro per alcuni ma riduce la produttività per altri.In Europa, la situazione è più delicata. Le politiche di immigrazione e di difesa sono appannaggio dell’UE e non decise dai singoli governi nazionali. A livello dell’UE, c’è anche una spinta da parte di alcuni – guidati da Draghi – per politiche economiche più nazionalistiche in questo senso. Il prossimo rapporto Draghi probabilmente si concentrerà sulla creazione di una più ampia difesa militare, su politiche commerciali protezionistiche e sui modi per affrontare “gli atteggiamenti meno favorevoli nei confronti dell’immigrazione”, come evidenziato in precedenti occasioni.Per i mercati, anche se l’esito delle elezioni in Francia, e ancor di più a livello regionale in Germania, potrebbe essere allarmante, per il momento non sono variabili che fanno muovere il mercato. Lo spostamento a destra in Italia con Meloni, una leader di destra più pragmatica che ha sostenuto alcuni dei meccanismi europei riguardanti la Cina (ad esempio, l’uscita dell’Italia dal progetto cinese “Belt and Road” che è stato accolto con favore dall’UE) e il fronte contro la Russia, è stato visto come positivo per i mercati.

Nel frattempo, in Francia, i mercati hanno avuto più paura dell’aumento della spesa pubblica proposto dai populisti di destra e di sinistra rispetto alla posizione del programma di Le Pen, più isolazionista.

In Germania, l’AfD non ha un programma completo nella maggior parte delle aree (e, a loro discolpa, nemmeno il loro equivalente di sinistra, BSW) tranne il fatto di essere contro l’establishment e filorussi.

A questo proposito, il mercato continuerà a ignorare questi sviluppi, per il momento, in attesa del rapporto Draghi con l’aspettativa che Bruxelles agirà probabilmente sulla base della richiesta della popolazione di ottenere misure più ampie per l’occupazione, per un maggiore peso a livello geopolitico e per aumentare la spesa nelle tecnologie più evolute.