Cos’è il finanziamento del contenzioso e perché è sempre più diffuso

-

Nell’articolo di oggi parliamo di uno strumento che ci arriva direttamente dai paesi anglosassoni, dove si è rivelato molto efficace nella risoluzione delle controversie, anche in quelle che hanno coinvolto grandi aziende come il gruppo Volkswagen e Apple.

Stiamo parlando del finanziamento del contenzioso: un metodo secondo il quale le spese legali vengono coperte da una terza parte professionale, ovvero un’azienda specializzata, in cambio di una quota delle potenziali vincite. 

Continua a leggere questo articolo per scoprire di più su questo meccanismo e su come viene attuato anche in Italia.

Cos’è il finanziamento del contenzioso?

Il finanziamento del contenzioso, anche chiamato “legal funding” o “litigation funding”, si riferisce a un metodo di finanziamento delle controversie che è stato creato per facilitare l’accesso alla giustizia. 

Questo strumento si riferisce alla possibilità di affidarsi a un investitore esterno che si prende carico di tutte le spese legali legate alle procedure di risoluzione delle controversie tra le due parti in causa.

Il finanziamento del contenzioso è nato in Australia intorno agli anni ’80 e si è poi diffuso nel mondo anglosassone poco prima dell’inizio degli anni 2000. Al giorno d’oggi, è una procedura di cui si sente parlare spesso in Inghilterra e, soprattutto, negli Stati Uniti.

Anche se ancora poco conosciuto e regolamentato, il legal funding si sta diffondendo anche in Italia, dove ne vengono riconosciute le grandi potenzialità soprattutto nei rapporti commerciali tra società e società e privati, oppure nell’arbitrato internazionale. Generalmente sono le persone giuridiche (società) che sfruttano questo meccanismo per contenziosi che ammontano a migliaia di euro.

 

 

Come funziona

Il finanziamento del contenzioso prevede l’intervento di una terza parte che non ha nulla a che fare con il procedimento. Il suo scopo è quello di finanziare una delle due parti, in modo che questa possa portare avanti la causa anche quando non sarebbe stata in grado di sostenere autonomamente tutte le spese.

Per la terza parte finanziatrice, l’azione legale è vista come un asset nel quale investire e il suo obiettivo finale rimane sempre e comunque la ricerca del profitto. 

Questa entità estranea al contenzioso interviene per fornire i fondi necessari, ma ottiene diverse possibilità di guadagno. Il finanziatore, infatti, viene pagato al termine del contenzioso secondo quanto previsto contrattualmente e ottiene una percentuale o un margine concordato sui danni ottenuti che, soprattutto nei casi eclatanti e tra società di grandi dimensioni, sono decisamente consistenti.

Vantaggi e svantaggi del finanziamento del contenzioso

Il vantaggio principale di questo metodo di finanziamento del contenzioso è quello di facilitare l’accesso alla giustizia, soprattutto a coloro che, per un motivo o per l’altro, si troverebbero in difficoltà ad affrontare una causa senza sostegno.

Per molte aziende, infatti, potrebbe risultare difficile sostenere tutte le spese relative ad un procedimento contenzioso (onorari dell’avvocato, compenso dell’arbitro, onorari dei periti, e tutte le altre spese). Altre, invece, pur avendo i mezzi, preferiscono preservare la liquidità per destinarla all’attività dell’impresa, ma non hanno la possibilità di ricevere finanziamenti dalle banche poiché l’esito è troppo incerto.

Per l’investitore il vantaggio principale è quello della redditività di un’attività del genere: le somme recuperate sono generalmente molto superiori a quelle investite. Questo, però, è anche uno di principali svantaggi per l’investitore: visto che viene pagato solo al termine del processo, c’è il rischio di non ottenere nulla e la ripartizione degli utili per la parte in causa.

Inoltre, tale modalità di finanziamento può essere caratterizzata da complessità in termini di costi, soprattutto in relazione alle condizioni stipulate nel contratto, soprattutto quando ci si trova nel contesto di un’azione collettiva.