International Bar Association e Intelligenza Artificiale: come affrontare le varie sfide legali? Il parere dell’Avv. Antonio Bana

Avv. Antonio Bana -

CONVEGNO IBA – MILANO 7-8 NOVEMBRE 2024
Si è svolto a Milano nei giorni 7 ed 8 novembre il convegno organizzato dall’IBA – International Bar Association sull’intelligenza artificiale e su come affrontare le varie sfide legali.
Si sono riuniti più di 300 avvocati provenienti da tutto il mondo che fanno parte della Commissione della Proprietà Intellettuale e IT per discutere e confrontarsi sulle varie dinamiche tra scienza, medicina, musica, design anche dal punto di vista della professione legale.
Ma quali sono gli aspetti che, dal mio punto di vista penalistico, invece ho portato all’attenzione quale relatore ad una delle varie tavole tematiche?

L’intervento del legislatore

Innanzitutto bisogna arrivare a capire che l’intervento del legislatore deve considerare le implicazioni etiche di diritto sull’intelligenza artificiale al fine di creare un giusto equilibrio che non ponga però degli ostacoli a quella che è l’innovazione della tecnologia.
Siamo di fronte sicuramente a questioni sull’applicabilità di istituti giuridici esistenti, in particolare in quello penale, e sull’eventualità di creare nuove categorie di diritto sull’utilizzo della robotica, dell’intelligenza artificiale.
Se iniziamo a parlare di etica – ed è proprio sui diritti fondamentali e sull’uomo che l’AI Act fonda il suo centro di sviluppo – oggi abbiamo un testo legislativo molto esteso, con grandi temi etici proprio sull’intelligenza artificiale che potranno aiutare noi giuristi negli sforzi interpretativi e attuativi delle norme e nell’adattamento delle stesse di sviluppo ancora inesplorati dell’intelligenza stessa. Ad esempio, l’etica dell’intelligenza artificiale si preoccupa,
infatti, di studiare come i nuovi sistemi artificiali possono agire moralmente per i bene dell’uomo. I temi etici sono sempre stati al centro del dibattito dell’Unione Europea: la Commissione Europea nel 2018 ha istituito un gruppo di esperti prendendoli dal mondo accademico e dell’industria e della società civile e nel 2019 ha pubblicato un documento sugli orientamenti etici per una intelligenza artificiale affidabile.

Il rispetto dell’autonomia umana

Un altro argomento molto importante che è emerso nei vari dialoghi è stato quello del rispetto dell’autonomia umana: i sistemi di intelligenza artificiale non devono subordinare, costringere, ingannare, manipolare o condizionare in modo significativo gli esseri umani: ciò significa garantire la sorveglianza e il controllo dei processi operativi nei sistemi di intelligenza artificiale da parte degli stessi esseri umani.
Vi è un altro argomento emerso tra i relatori in merito alla prevenzione dei danni. Il sistema di intelligenza artificiale non deve causare danni né aggravarli e neppure influenzare negativamente gli esseri umani tutelando la dignità umana, nonché l’integrità fisica e psichica.
Si è poi parlato anche dell’impegno a garantire una distribuzione giusta ed equa di costi e benefici. L’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale non deve mai ingannare gli utenti, né ostacolare la loro libera scelta. L’equità implica altresì la capacità di impugnare le decisioni elaborate dai sistemi di intelligenza artificiale e dagli esseri umani che li gestiscono.

L’intelligenza artificiale e il sistema penale

In conclusione, ci siamo chiesti se l’intelligenza artificiale potrebbe entrare nel sistema penale in svariati ambiti. In primo luogo si pensi al miglioramento della cosiddetta law enforcement, con la possibilità di mappare il rischio criminale al fine di ridurre la commissione di reati prevedibili ed individuare con maggior precisione i responsabili dei crimini.
In secondo luogo in sede giudiziaria si ragiona sulla maggiore precisione delle valutazioni mediante algoritmi predittivi. Si tratta di strumenti che analizzano un numero elevato di dati che possono individuare delle ricorrenze. Si pensi alla pericolosità di un soggetto condannato che rileva per il rischio di recidiva o per l’applicazione o la revisione di una misura di sicurezza o per la commisurazione della pena secondo l’indice dati dal codice penale è molto alto.

Codice Penale: un nuovo reato

Sullo sfondo del diritto penale è stato introdotto nel Codice Penale un nuovo reato: la “diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale”. In base a questo nuovo reato è punibile chi arreca o mira ad arrecare un danno o un pregiudizio ingiusto a un soggetto attraverso l’invio la diffusione di deep fakes. Sicuramente resta un interrogativo su quale sia il ruolo del diritto penale e quale e in che modo potrà concretamente svolgere nel lungo periodo in questa società futura il suo contributo. Una cosa è certa, cioè che questa sfida dovrà comunque in ogni caso tutelare quella che è la salvaguardia della insostituibilità, dell’utilità sociale e del diritto penale, senza comunque rinunciare a quelle garanzie, a quei principi, a quei capisaldi, a quei pilastri di un fondamento democratico che sono basati tanto sulla colpevolezza quanto sulla legalità.
Avv. Antonio Bana