Azionario, crescita utili 9,7% nel 2025, ma attesa diminuzione al 6% nel 2026 per USA e Area Euro

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Tre fattori positivi in arrivo: la risoluzione dell’incertezza elettorale negli Stati Uniti contribuisce a una rotazione guidata dai fondamentali, che porta a un disinvestimento dal settore tecnologico statunitense verso altri settori e Paesi. Inoltre, le banche centrali adottano politiche più accomodanti e c’è un buon outlook macroeconomico, soprattutto negli Stati Uniti. Aggiungiamo anche l’importanza di un alto flusso di cassa libero e l’aumento delle operazioni di fusione e acquisizione. L’area dell’Eurozona presenta più rischi, ma offre anche valutazioni molto più convenienti.

Il record storico del premio al rischio nell’area euro rispetto agli Stati Uniti potrebbe persistere nel breve termine, poiché la crescita superiore degli Stati Uniti continua (con un PEG più basso), i rischi politici rimangono elevati e c’è incertezza riguardo a misure concrete su tasse, dazi e deregulation negli Stati Uniti.

La stagione di reporting del terzo trimestre negli Stati Uniti ha mostrato una sorpresa positiva sugli utili per azione (EPS) del 6,9% (2,3% per l’Unione Europea) e margini resilienti. Nel 2025, ci aspettiamo una solida crescita degli utili del 9,7% per gli Stati Uniti e dell’8% per l’EMU (Area Euro), con un incremento del 6% per entrambi nel 2026.

Prevediamo un rendimento totale (TR) del 9-17% per l’Unione Europea (UE) e del 4-8% per gli Stati Uniti nel corso di 12 mesi. A breve termine, preferiamo leggermente gli Stati Uniti rispetto all’Eurozona. In seguito, l’Eurozona dovrebbe beneficiare di un potenziale di rendimento totale più elevato, di una crescita più stabile, degli stimoli cinesi e di una possibile cessazione delle ostilità legate a Trump. Manteniamo una posizione neutrale sugli investimenti tecnologici statunitensi; siamo favorevoli all’UE esclusa l’Eurozona, alle piccole capitalizzazioni europee, al FTSE 250 del Regno Unito, al Giappone, e abbiamo una leggera preferenza per la Cina, l’India e la Malesia. Suggeriamo di diversificare gli investimenti negli Stati Uniti in un portafoglio equamente ponderato tra l’S&P 500 e il Russell 2000. Inoltre, consigliamo di investire in settori legati a fusioni e acquisizioni, a Trump e ai prodotti “Made in the USA” dell’UE.

Settori dell’UE – si mantiene un orientamento ciclico: sovrappeso (OW) in Finanza, Semiconduttori, Aeronautica e Difesa, Costruzione, Farmaceutica, Immobili e Retail Alimentare, Alta Produzione e Prezzi (HPP), Vendita al Dettaglio, Telecomunicazioni. Sottopeso (UW) in Auto, Energia, Servizi Professionali di Comunicazione, Beni Durevoli, Alimentari, Media, Trasporti, Utilità.

Si consiglia un moderato sovrappeso in azioni. Gli analisti sono positivi riguardo al ciclo post-elettorale, all’allentamento della Federal Reserve e alla rotazione degli investimenti dal settore tecnologico verso altri settori e paesi. Per quanto riguarda la crescita degli utili, si prevede una crescita del 9,7% nel 2025, con l’8% per gli Stati Uniti e l’EMU. Tuttavia, si stima una diminuzione della crescita degli utili al 6% nel 2026, con stime inferiori rispetto al consenso per entrambi i mercati.

In riferimento all’EMU, i rischi sono considerati al ribasso, ma ci sono opportunità nel basket di Trump, che ha sovraperformato nel 2024. Settori come i finanziari statunitensi, le piccole capitalizzazioni e l’energia dovrebbero continuare a beneficiare. Mentre, le azioni legate alle rinnovabili e ai beneficiari dell’Inflation Reduction Act (IRA) sono considerate a rischio. Si mantiene una posizione neutrale su AI e tecnologia statunitense, a causa di un buon momentum degli utili a breve termine.

Come strategia d’investimento si suggerisce di diversificare gli investimenti al di fuori della tecnologia statunitense, in particolare nel Russell 2000. Le aziende dell’UE che producono negli Stati Uniti hanno prospettive più brillanti. Si raccomanda di mantenere un orientamento ciclico nell’UE, con focus su costruzione, vendita al dettaglio, finanziari, assicurazioni, farmaceutica e telecomunicazioni. Si suggerisce di aumentare l’esposizione a questi settori e di ridurre l’esposizione a energia, alimentari e trasporti.

Si mantiene una posizione neutra sulle azioni dei mercati emergenti, con un sovrappeso per Cina, India e Malesia. Nonostante i venti contrari come il dollaro forte e i possibili dazi, la stabilità macroeconomica dei mercati emergenti è migliorata rispetto al passato.

L’India è vista come un’opportunità a causa del rischio geopolitico più basso e della crescita strutturalmente elevata. La Malesia è considerata attraente per la sua valutazione. Si prevede un leggero sovrappeso sulla Cina, scommettendo su stimoli fiscali e valutazione bassa.

Si prevede un contesto di crescita moderata per i mercati azionari, con opportunità di investimento in settori ciclici e mercati emergenti, mentre si raccomanda cautela nei settori tecnologici e nelle rinnovabili. La strategia di diversificazione e l’attenzione alle politiche economiche saranno cruciali per navigare nei prossimi 12 mesi.