Scendono ulteriormente (-7 punti) le aspettative sull’economia domestica

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Continuano a persistere le aspettative negative sull’economia domestica da parte degli investitori
professionali italiani. E’quanto emerge dal sondaggio svolto da CFA Society Italy, in collaborazione
con Il Sole 24 Ore Radiocor, tra i suoi soci, nel periodo 20-30 novembre 2024.

Per i prossimi sei mesi, solo il 15% gli intervistati prevede un miglioramento delle condizioni
macroeconomiche (+7 punti rispetto al mese scorso), il 35% stima condizioni stabili (-21 punti rispetto
all’ultimo sondaggio) mentre il 50% prevede un peggioramento (+14 punti rispetto al mese scorso).
L’indicatore di sintesi permane in territorio negativo: la differenza tra coloro che risultano ottimisti
sulle prospettive dell’economia italiana rispetto ai pessimisti è pari a -35, il valore che rappresenta il
“CFA Society Italy – Radiocor Sentiment Index” per il mese di dicembre 2024 (-7 punti rispetto alla
rilevazione di novembre).

Per l’Eurozona, le aspettative risultano in linea con quelle relative alla nostra economia e anche per gli
USA si ipotizza un quadro di indebolimento. Guardando all’inflazione è ora prevista una maggior
incertezza nel trend di riduzione: se lo scorso mese si evidenziava, infatti, l’attesa per una maggior
stabilità di questa variabile dopo i ribassi registrati nell’ultimo anno, ora la prosecuzione del trend
deflattivo sembra essere un’ipotesi meno certa, soprattutto negli Stati Uniti, dove gli intervistati
prevedono il rischio di un potenziale rialzo del costo della vita. Rimane elevato il consenso sulla discesa
dei tassi a breve termine ma con maggior incertezza per gli Stati Uniti, proprio alla luce di un quadro
macroeconomico più forte (sia in termini di crescita che di rischi inflattivi). Si mantiene più incerta
l’attesa sull’andamento dei tassi a lungo termine, con una percentuale del 75% degli intervistati che si
attende tassi invariati o in aumento sulle scadenze più lunghe in Europa ed un 85% che ipotizza una
stabilità o un aumento dei rendimenti a lungo termine per l’economia USA.

Sempre molto cauta l’attesa sui principali indici azionari, dopo i record registrati nei mesi scorsi. Per
quanto riguarda i cambi, l’euro è atteso deprezzarsi sia contro dollaro che contro yen, sebbene per
quest’ultimo in misura minore rispetto alla precedente rilevazione.Infine, sul petrolio, ci si attende una
sostanziale stabilità dei prezzi sui prossimi sei mesi, una previsione che bilancia probabilmente i rischi
geopolitici con la potenziale maggior offerta presente sul mercato rispetto alle esigenze dei consumi
mondiali.

Aniello Pennacchio, CFA, Deputy Country Head Italy, DPAM, ha commentato: “Su scala globale, è
molto probabile che l’economia statunitense continuerà a distinguersi in modo positivo. Il Dollaro USA
rimane forte nel breve termine ma prevediamo che questa forza potrebbe cambiare direzione quando
Trump entrerà effettivamente in carica all’inizio del prossimo anno e porterà avanti il suo programma di
rendere gli Stati Uniti più competitivi in alcuni settori. Continuiamo a preferire le azioni alle obbligazioni,
specialmente quelle delle società statunitensi, con le small cap USA potenzialmente vincenti nel breve
periodo. Nel panorama del reddito fisso, preferiamo le obbligazioni europee ad alto rendimento poiché i
bilanci della maggior parte delle società rimangono solidi. Manteniamo inoltre la nostra posizione nel
debito emergente in valuta locale, affiancata ad un’esposizione tattica Hard Currency in dollari USA,
data la forza di quest’ultimo.”