Segnali lievemente positivi dai dati di fiducia italiani di gennaio

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L’aumento della fiducia dei consumatori, delle costruzioni e del settore manifatturiero sembra indicare che l’economia italiana ha iniziato l’anno con una nota leggermente positiva. Tuttavia, è troppo presto per parlare di un’inversione di tendenza nel settore manifatturiero.

Secondo la serie di indicatori di fiducia di gennaio diffusi oggi dall’Istat, il nuovo anno è iniziato con una discreta base per l’economia italiana. La fiducia è migliorata per i consumatori, per le imprese del settore manifatturiero e delle costruzioni, mentre si è attenuata leggermente nei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio.

Consumatori più ottimisti

La prima buona notizia arriva dal fronte dei consumatori, dove l’indice ha guadagnato due punti tornando ai livelli di settembre. I consumatori si sono dimostrati più ottimisti riguardo alla situazione economica attuale e alle sue prospettive, segnalando una netta diminuzione delle preoccupazioni per la disoccupazione futura, una combinazione in linea di principio favorevole per i consumi prospettici. D’altra parte, l’aumento dei sottoindici dell’opportunità attuale del risparmio e dell’inflazione attesa segnala un rischio esistente di attegiamenti di consumo più prudenti in futuro.

Sorpresa positiva dal settore delle costruzioni, nonostante la mancanza del superbonus

Sul fronte delle imprese, la sorpresa positiva viene dal forte aumento della fiducia nel settore delle costruzioni, il cui indice recupera le perdite degli ultimi sei mesi. Degno di nota è il miglioramento di entrambi i sottoindici degli ordini correnti e attesi, un’altro possibile indizio del fatto che l’impatto negativo sulla componente residenziale della graduale eliminazione dell’incentivo del superbonus potrebbe alla fine rivelarsi minore di quanto temuto.

Migliora la fiducia del settore manifatturiero, che si mantiene su  livelli molto bassi

Anche il miglioramento dell’indice di fiducia del settore manifatturiero è una buona notizia, ma non va enfatizzato troppo perché indica una stabilizzazione piuttosto che un’imminente inversione di tendenza. L’attuale livello di produzione rimane contenuto e gli ordini registrano solo un miglioramento marginale, mentre il livello delle scorte scende solo leggermente. Con le aspettative sugli ordini ferme a livelli molto bassi e il decumulo delle scorte ancora indietro, è troppo presto per parlare di una ripresa dell’attività industriale nel primo trimestre. È interessante notare che gli ordini sembrano migliorare solo tra i produttori di beni di consumo. Alcuni timidi indizi a sostegno della nostra opinione secondo cui i consumi privati saranno il principale motore di crescita nel 2025. L’ulteriore lieve calo dell’utilizzo della capacità produttiva al 74,8% (dal 75%) conferma che, a meno dell’impatto di un programma temporaneo di incentivi, il quadro attuale non è particolarmente favorevole a maggiori investimenti in macchinari. La mancanza di domanda è al momento l’ostacolo di gran lunga più rilevante per l’attività produttiva italiana.

Il piccolo calo della fiducia nei servizi e nel commercio al dettaglio non è un motivo di preoccupazione

Il lieve calo della fiducia nel settore dei servizi non è un motivo di preoccupazione, in quanto intacca solo una piccola parte del forte miglioramento registrato nel dicembre 2024. L’attività correntemente segnalata aumenta e gli ordini rimangono solidi, anche se le aspettative sugli ordini futuri si deteriorano. Per quanto riguarda i sottosettori, i servizi turistici e di informazione e comunicazione rimangono forti, i trasporti e il magazzinaggio migliorano e solo i servizi alle imprese registrano un calo della fiducia.

Lo stesso vale per il commercio al dettaglio. Qui la fiducia registra un piccolo calo, ma rimane molto vicina ai livelli elevati di fine 2024.

Crediamo ancora che l’Italia possa registrare un piccolo aumento del PIL nel primo trimestre del 2025.

Nel complesso, il dato odierno sulla fiducia sembra suggerire che l’economia italiana abbia iniziato l’anno con un tono leggermente positivo. Certo, non si tratta ancora di un allontanamento dalla fase di debolezza della seconda metà del 2024, ma fornisce un certo sostegno alla nostra opinione secondo cui il PIL italiano potrebbe registrare un piccolo guadagno positivo in questo primo trimestre.