In che modo gli aerosol influenzano il forzante radiativo? Per decenni, gli scienziati del clima hanno riconosciuto il duplice ruolo degli inquinanti di origine umana: mentre i gas serra intrappolano il calore e causano il riscaldamento, gli aerosol, minuscole particelle emesse dalla combustione di combustibili fossili e biocarburanti, riflettono la luce solare nello spazio, raffreddando il pianeta. Charlson et al. (1992) hanno inizialmente dimostrato che il raffreddamento degli aerosol era paragonabile in termini di entità al riscaldamento dei gas serra, mascherando di fatto l’intera portata del cambiamento climatico antropogenico. Tuttavia, si è trattato di un “patto faustiano”, poiché l’inquinamento da aerosol contribuisce anche a milioni di decessi all’anno dovuti a malattie respiratorie e cardiovascolari. Di conseguenza, gli sforzi normativi per migliorare la qualità dell’aria, come i rigidi limiti di zolfo dell’IMO sui carburanti per navi, hanno inavvertitamente portato a una rapida riduzione del raffreddamento causato dagli aerosol, rivelando la piena forza del riscaldamento dei gas serra.
Migliorare la qualità dell’aria peggiora però il riscaldamento globale
Sembra un’ironia, ma migliorare la qualità dell’aria globale attraverso la regolamentazione e la decarbonizzazione potrebbe in realtà aumentare le temperature medie della superficie contrastando un fenomeno chiamato “oscuramento globale“. La ricerca di Hansen sfida le precedenti stime dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), suggerendo che il forzante climatico degli aerosol è stato sottostimato. Il documento sostiene che l’affidamento dell’IPCC ai modelli climatici ha portato a una sistematica sottostima sia del forzante degli aerosol che della sensibilità climatica.
La brusca riduzione delle emissioni di aerosol delle navi nel 2020 ha probabilmente contribuito a un ulteriore forzamento climatico di +0,5 W/m², superando di gran lunga la stima di +0,079 W/m² dell’IPCC.

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