Generali Investments: Intelligenza artificiale: come cambiano la gestione e la consulenza finanziaria

Raffaela Aprea, Senior Sales Manager, Generali Investments -

Ci troviamo in un momento di passaggio storico. Dalle diverse fasi del processo di investimento,
alla gestione del rischio, all’offerta e alla distribuzione, fino al dialogo e alla comunicazione col
cliente, l’Intelligenza Artificiale (IA) sta trasformando l’asset management il mondo della
consulenza finanziaria.

Quali saranno le conseguenze sul ruolo del gestore e come trarre il massimo da queste
nuove potenzialità?

L’intelligenza artificiale sta già migliorando l’attività quotidiana degli operatori finanziari sotto diversi
aspetti. Da un lato, sono tecnologie che permettono di automatizzare le attività più meccaniche,
liberando tempo prezioso da dedicare ai processi a maggior valore aggiunto. Dall’altro, grazie alla
capacità di analisi ed elaborazione di dati e informazioni complesse, l’IA permette di identificare
opportunità di investimento e di gestione del rischio prima latenti e inaccessibili.

Gli algoritmi, che via via diventano più sofisticati, adottano modelli di machine learning che
migliorano le previsioni finanziarie e le tendenze di mercato. L’intelligenza artificiale può infatti
analizzare i rendimenti passati degli asset, la loro volatilità e la correlazione tra di loro per
identificare la combinazione ideale che massimizzi i rendimenti attesi e minimizzi il rischio. Questo
permette quindi un’allocazione tattica più informata per costruire dei portafogli con un forte
approccio data-driven.

Le nuove tecnologie sono dunque uno strumento prezioso per raggiungere alcuni obiettivi
fondamentali per la nostra industria: efficientare i processi, ottimizzare le azioni più meccaniche e
migliorare le nostre performance. Il tutto si traduce nella creazione di valore aggiunto per i clienti.

Questo nuovo modus operandi, caratterizzato da prestazioni potenziate grazie alla tecnologia, è
anche l’occasione per rimettere al centro il ruolo del gestore. Questi dovrà essere sempre più
una persona in grado di leggere e interpretare il rinnovato volume di dati e informazioni a
disposizione, sfruttando la sua capacità di applicare le nuove intuizioni operando con una gestione
attiva ancora più efficace.

Se infatti le nuove tecnologie permettono un’accelerazione esponenziale delle potenzialità nel
nostro settore, la reale differenziazione si gioca a livello di qualità del valore aggiunto che
non può prescindere dalla componente umana. L’intelligenza artificiale potrà senza dubbio
supportarci nel monitorare i repentini sbalzi di volatilità a cui i tempi attuali ci stanno abituando. Ma
interpretare, capire e gestire tali fattori, adattando rapidamente le strategie di investimento ai
cambiamenti delle condizioni di mercato, resta una caratteristica unica del gestore. Ciò è
importante soprattutto nel momento in cui parliamo di gestione attiva. Ovvero, una nuova gestione
che supera i vincoli imposti dalla tradizionale asset allocation e si apre a nuovi scenari per cogliere
le migliori occasioni di investimento.

Dobbiamo essere cauti e previdenti anche su alcuni rischi da considerare quando si utilizza
l’AI. Penso a quelli riferiti alla tecnologia in generale, ad esempio ai temi riguardanti la privacy e la
sicurezza dei dati utilizzati, ma anche alle questioni etiche legate a certi usi che si possono fare
dell’AI, come la manipolazione delle informazioni.

In conclusione, l’intelligenza artificiale rappresenta una straordinaria opportunità per il settore del
risparmio gestito e oltre. Il vero valore aggiunto, a nostro avviso, risiede nella capacità umana di
interpretare e adattare le informazioni generate dalle nuove tecnologie. Solo una sinergia tra
innovazione tecnologica e competenza umana potrà dare il miglior servizio ai nostri clienti in
termini di rendimenti, qualità dell’esperienza e capacità di navigare i mercati volatili.