Investitori CFA SI più pessimisti sull’economia italiana: il Sentiment Index scende a -34,5 punti
Le aspettative degli investitori professionali italiani certificati CFA sull’economia italiana registrano un peggioramento, con il “Sentiment Index” in calo a -34,5 punti rispetto all’ultima rilevazione. Tuttavia, nonostante il deterioramento delle prospettive future, la situazione economica attuale viene ancora percepita come stabile, pur con segnali di debolezza emergente.
L’indagine, condotta da CFA Society Italy in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor tra il 18 e il 28 febbraio 2025, conferma questa tendenza anche per l’Eurozona, dove prevale una valutazione di stabilità, sebbene affiorino elementi di fragilità. Diversamente, per gli Stati Uniti il giudizio complessivo rimane positivo
In termini di aspettative sui prossimi sei mesi, solo il 13,8% degli intervistati prevede un miglioramento delle condizioni macroeconomiche, in calo di 2,2 punti percentuali rispetto al mese precedente. Il 37,9% stima condizioni stabili (-14,1 punti) mentre il 48,3% prevede un peggioramento (+16,3 punti). La sintesi di queste opinioni porta il “CFA Society Italy – Radiocor Sentiment Index” per marzo 2025 a -34,5 punti, con una flessione di 18,5 punti rispetto a febbraio.
Anche le prospettive per l’economia europea e statunitense risultano in deterioramento. Il calo della fiducia potrebbe essere legato all’inasprimento delle tensioni geopolitiche e alla recente politica protezionistica della nuova amministrazione americana, caratterizzata da un incremento dei dazi commerciali.
Sul fronte dell’inflazione, si conferma una divergenza tra Europa e Stati Uniti: Mentre nell’Eurozona si prevede un progressivo rallentamento della crescita dei prezzi, negli Stati Uniti gli analisti temono un’inversione di tendenza, con un possibile ritorno dell’inflazione nei prossimi sei mesi, anche a causa delle dispute commerciali globali.
Alla luce di un quadro inflattivo più favorevole e di una crescita economica contenuta nell’Eurozona, ci si attende un ulteriore taglio dei tassi a breve termine, guidati da una politica monetaria più espansiva ad opera della Banca Centrale Europea. Maggiore incertezza, invece, sulle prossime mosse della Federal Reserve, sebbene al margine ci si attenda che anche l’autorità monetaria USA tagli i tassi nei prossimi sei mesi. Più incerte le ipotesi sulla parte lunga delle curve dei rendimenti: se in Europa ci si attende comunque una discesa dei tassi, negli Stati Uniti gli operatori puntano per tassi in aumento, coerente con il rischio di un’inflazione più persistente.
Le aspettative sugli indici azionari rimangono neutrali per la Borsa Italiana, mentre si registra una maggiore cautela nei confronti del mercato statunitense. Sul fronte valutario, sia il dollaro che lo yen sono attesi in apprezzamento contro euro, riflettendo le divergenze nelle politiche monetarie tra la BCE, la Federal Reserve e la Bank of Japan. Infine, per quanto riguarda il petrolio, gli analisti confermano la previsione di un calo dei prezzi nei prossimi sei mesi, in linea con le aspettative dello scorso mese.

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