Quattro paesi asiatici che ci piacciono e uno che evitiamo (Jupiter AM)

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In qualità di gestori stock picker e top-down, l’analisi del contesto macro fa parte del nostro DNA  e ci consente di identificare i paesi e i settori che riteniamo più interessanti così come quelli da evitare. Prendiamo in considerazione la geopolitica e la politica locale, la demografia e il contesto economico, nonché le tendenze che possono essere positive o negative per determinati settori.

Al momento riteniamo che le migliori opportunità per chi è interessato a investire nella regione Asia-Pacifico (escludendo il Giappone) si trovino in quattro paesi: Australia, India, Singapore e Taiwan.

Spesso trascurata

Riteniamo che l’Australia sia il mercato sviluppato più interessante di quest’area e, forse, del mondo. Il suo tasso di crescita demografica è uno dei più alti al mondo, grazie a un mix di immigrazione e crescita naturale. L’Australia è una terra di oligopoli: in molti settori si trova un piccolo numero di aziende molto forti e gestite in modo eccellente la cui quota di mercato combinata è assai elevata.

Nonostante vediamo delle prospettive molto positive per l’Australia, riteniamo venga spesso trascurata – così come Singapore – e sottorappresentata nei portafogli. Molti investitori la considerano erroneamente come un’economia dipendente dalle materie prime, ma noi “usiamo” il Paese per aggiungere varietà ai nostri investimenti. Abbiamo esposizione a otto settori diversi (imballaggi, minerario, immobiliare, finanziario diversificato, assicurativo, autostrade, energetico e retail), il che dimostra la varietà di questo mercato.

Giovane

Per quanto riguarda i mercati meno sviluppati siamo molto selettivi e riteniamo che l’India sia il mercato emergente più interessante dell’Asia, probabilmente del mondo. Il mercato azionario indiano scambia a un premio rispetto al resto dell’Asia e agli altri mercati emergenti; un premio che riteniamo meritato, anche se siamo consapevoli dell’importanza di essere selettivi sulle società da mettere in portafoglio.

L’India è una democrazia e la sua economia e il suo mercato azionario sono dominati da società del settore privato, ha una popolazione giovane e in crescita e storicamente c’è stata un’elevata correlazione tra la crescita del Pil e i rendimenti del mercato azionario.

Centro d’affari globale

Il primo ministro di Singapore Lawrence Wong ha dichiarato che nel 2024 l’economia del Paese ha superato le attese con una performance migliore del previsto, creando così solide basi perché la città-stato possa gestire quest’anno un contesto internazionale più complesso. Singapore ha uno dei Pil pro capite più alti dell’Asia, il che la rende forse l’economia più sviluppata della regione. Ha un sistema politico stabile e un quadro giuridico e normativo progressista e ben funzionante, trasparente e favorevole alle imprese. È sede di una serie di aziende ben gestite e con una solida governance aziendale.

Anche dal punto di vista geopolitico Singapore è ben posizionata, in quanto gode di buone relazioni con la maggior parte del mondo. Sta diventando sempre più la sede preferita in Asia dalle imprese globali e funge da porta d’accesso al Sud-est asiatico, offrendo un’esposizione ai grandi mercati emergenti in crescita della regione, come la Malesia, la Thailandia e le Filippine.

Fornitori chiave

Nel 2024 il mercato azionario di Taiwan è stato il mercato asiatico con le performance migliori. L’economia dovrebbe crescere quest’anno, sostenuta dalle aziende di semiconduttori e dalla forte domanda di hardware e applicazioni legate all’intelligenza artificiale. TSMC, il più grande produttore del mondo di chip, e Hon Hai, il più grande produttore del mondo di elettronica, sono due importanti aziende tecnologiche taiwanesi.

Come abbiamo visto di recente, ci possono essere degli scossoni a breve termine, ma nel lungo periodo pensiamo che Taiwan beneficerà dell’aumento della spesa per l’AI. Siamo convinti che gli investimenti aumenteranno a causa dell’ampia applicazione promessa dall’AI, ovvero la riduzione dei costi per le aziende in molti settori. Le aziende asiatiche rivestono un’importanza cruciale nella catena di fornitura dell’AI e riteniamo che le loro valutazioni siano interessanti.

Chi evitiamo

Non investiamo nella Cina continentale. A nostro avviso, il sistema politico ed economico del Paese fa sì che la crescita economica non si traduca in una crescita degli utili per le società cinesi. Vediamo notevoli rischi geopolitici, tra cui quello di ulteriori dazi da parte dell’amministrazione Trump. Riteniamo anche che lo stato attuale dell’economia, e del settore immobiliare in particolare, sia ostile agli investitori. Inoltre, nel lungo periodo la Cina ha un serio tema demografico da risolvere.

Di recente siamo diventati più cauti anche nei confronti della Corea del Sud. Dicembre è stato un mese disastroso, con un tragico incidente aereo e un’inaspettata dichiarazione di legge marziale che ha innescato sconvolgimenti politici. Non amiamo l’instabilità politica e speriamo che quella della Corea del Sud sia solo temporanea.