Le tensioni geopolitiche aumentano i rischi per il settore marittimo a livello globale

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Secondo il rapporto Safety and Shipping Review 2025 di Allianz Commercial, il panorama geopolitico in rapida evoluzione sta creando nuovi rischi e nuove sfide per il settore marittimo, già alle prese con la transizione energetica e con l’eredità della pandemia. Il settore si trova ad operare in un ambiente sempre più volatile e complesso, caratterizzato da attacchi contro il trasporto marittimo, fermi di navi, sanzioni, nonché dalle conseguenze di incidenti che hanno danneggiato cavi sottomarini critici. Inoltre, l’effetto a catena del crescente protezionismo e dei dazi minaccia di rimodellare le supply chain e di scuotere anche relazioni commerciali consolidate.

Dato che il 90% del commercio internazionale è via nave, questi sviluppi sono preoccupanti, soprattutto per il potenziale di grandi sinistri dovuti a rischi tradizionali come incendi, collisioni e incagli, che sono ancora i principali responsabili delle perdite totali delle grandi navi. Fortunatamente, ci sono anche aspetti positivi. Negli ultimi anni, l’industria navale ha compiuto notevoli miglioramenti in materia di sicurezza. Negli anni ’90 la flotta mondiale perdeva oltre 200 navi l’anno, un dato che si è dimezzato 10 anni fa e ora è sceso al minimo storico di 27 unità navali nel 2024 (da 35 nel 2023).

“Con l’acuirsi delle tensioni geopolitiche, aumenta la rilevanza del rischio politico e dei conflitti come potenziale causa di perdite nel settore marittimo. Le perdite totali dovute a cause tradizionali possono essersi ridotte nel tempo, ma potremmo trovarci in una posizione in cui questa tendenza positiva è compensata dalle guerre e da altre esposizioni legate alla politica. Come settore, siamo in una posizione migliore per quanto riguarda i rischi tradizionali, ma c’è una rinnovata attenzione per quelli geopolitici”, afferma il capitano Rahul Khanna, Global Head of Marine Risk Consulting di Allianz Commercial.

Il conflitto commerciale USA-CINA e la crescita di “flotte ombra” portano ad incertezze e nuove fide

La Cina è stata il principale bersaglio delle misure protezionistiche dell’Amministrazione statunitense, con tariffe che hanno raggiunto il 145%, prima che entrambi i Paesi concordassero di ridurle per 90 giorni. Questi sviluppi hanno avuto un impatto significativo sul commercio marittimo globale, di cui circa il 18% soggetto a dazi (dati aggiornati a metà aprile 2025), rispetto al 4% di inizio marzo, e un drastico calo delle spedizioni registrato subito dopo l’ annuncio di Trump sui dazi del 2 aprile in occasione del “Liberation Day”.

Con l’incertezza sul futuro delle politiche commerciali degli Stati Uniti, un altro fenomeno rappresenta una sfida crescente per il settore marittimo e assicurativo: la flotta ombra. Dall’inizio della guerra in Ucraina, le sue dimensioni sono cresciute in modo significativo.

Oggi si ritiene che circa il 17% della flotta mondiale di navi cisterna appartenga alla “flotta ombra”; le stime indicano che ci sono quasi 600 navi cisterna che commerciano solo petrolio russo. Le navi della “flotta ombra” sono state coinvolte in decine di incidenti in tutto il mondo: incendi, collisioni e fuoriuscite di petrolio.

“Sebbene le recenti sanzioni stiano rendendo più difficile il commercio a queste navi, la flotta ombra continua a rappresentare un serio rischio per la sicurezza marittima e l’ambiente, in quanto molte di esse sono probabilmente navi vecchie, sottoposte a scarsa manutenzione e non adeguatamente assicurate. In caso di fuoriuscita di petrolio da una di queste petroliere, i costi di bonifica potrebbero raggiungere 1,6 miliardi di dollari”, afferma Justus Heinrich, Global Product Leader, Marine Hull, Allianz Commercial.

Gli incendi e la scorretta dichiarazione del carico restano una delle maggiori preoccupazioni per le grandi navi

Gli incendi di grandi navi sono ancora una delle principali criticità per gli assicuratori di scafo e carico. Nel 2024 sono stati segnalati sette sinistri totali per tutti i tipi di imbarcazioni come nel 2023. Il numero complessivo di incidenti è invece aumentato rispetto all’anno precedente, raggiungendo il massimo del decennio a 250, sempre considerando tutti i tipi di nave. Circa il 30% di questi incendi si è verificato su navi portacontainer, cargo o roll-on roll-off (ro-ros) (69). Negli ultimi dieci anni, più di 100 perdite totali di navi sono state causate da incendi. Sono in corso sforzi per mitigare questi rischi, con modifiche normative e progressi tecnologici volti a risolvere il problema del carico dichiarato in modo errato, uno dei principali responsabili di questa situazione. Si tratta di un aspetto critico, poiché l’elettrificazione dell’economia globale pone nuove sfide, dato il numero crescente di batterie agli ioni di litio e di sistemi di accumulo di energia a batteria che vengono trasportati.

“Non c’è dubbio che il settore marittimo stia diventando più resiliente ai rischi associati alle grandi navi, anche se non possiamo assolutamente dire che siano sotto controllo. Il fatto di sole 27 perdite totali nel 2024 tuttavia ne sottolinea la tendenza positiva. Per mettere questo dato in prospettiva: la flotta mondiale conta oltre 100.000 navi (100GT+). Persistono incertezza e rischi multipli. Gli attacchi informatici e le interferenze GPS sono in aumento. I cessate il fuoco hanno alimentato le speranze, ma la minaccia della sicurezza nel Mar Rosso e l’interruzione della catena di approvvigionamento probabilmente rimarranno. Nel frattempo, la transizione verde richiede molti sforzi. I prossimi anni saranno decisivi e determineranno il percorso del settore e del commercio globale”, spiega il capitano Rahul Khanna, Global Head of Marine Risk Consulting, Allianz Commercial.