Aggiornamento settimanale sull’Euribor – Analisi di Diego Barnuevo (Ebury)
Diego Barnuevo, Market Analyst di Ebury ha analizzato l’andamento dell’Euribor e i possibili sviluppi alla luce delle ultime decisioni della BCE e delle tensioni commerciali tra USA ed Europa:
“Nella settimana appena trascorsa, l’Euribor a 12 mesi è salito leggermente al 2,09%, dopo la decisione della Banca Centrale Europea (BCE) di ridurre i tassi di interesse di 25 punti base, come ampiamente previsto dal mercato. Tuttavia, sono state le dichiarazioni della Presidente Christine Lagarde a sorprendere gli operatori.
Lagarde ha infatti indicato che la BCE si sta avvicinando alla fine del proprio ciclo di allentamento monetario, sottolineando che la politica monetaria si trova attualmente “in una buona posizione”. Questa scelta di parole lascia intendere che l’istituto centrale potrebbe essere più riluttante a spingersi sotto la soglia del 2% rispetto a quanto si ipotizzasse in precedenza. Tuttavia, la Presidente non ha escluso del tutto ulteriori aggiustamenti, lasciando aperto lo scenario per quello che potrebbe essere l’ultimo taglio di questo ciclo.
Salvo imprevisti nelle negoziazioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, è probabile che la BCE scelga di sospendere i tagli già nella riunione di luglio. Secondo le nostre stime, il prossimo taglio — che potrebbe anche essere l’ultimo — potrebbe arrivare a settembre, in occasione dell’aggiornamento delle previsioni su inflazione e crescita, o al massimo a ottobre.
Nel frattempo, la BCE e i leader europei hanno cerchiato in rosso una data cruciale: il 9 luglio, termine fissato da Trump per raggiungere un accordo e rivedere i dazi reciproci imposti lo scorso “giorno della liberazione” (Liberation Day). Se non si dovesse arrivare a un’intesa, le tariffe sulle esportazioni europee verso gli USA potrebbero salire dal 10% al 50%. Al momento le trattative tra Bruxelles e Washington non sembrano aver prodotto sviluppi rilevanti, ma ora che gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo commerciale con la Cina, l’attenzione potrebbe spostarsi sul dossier transatlantico.
Secondo le stime più recenti, un’escalation al 50% dei dazi potrebbe costare all’Eurozona una contrazione del PIL compresa tra lo 0,5% e lo 0,6%, avvicinando pericolosamente l’economia europea alla stagnazione o addirittura a una recessione. L’impatto per gli Stati Uniti, invece, sarebbe probabilmente meno pronunciato sul PIL, ma più significativo sul fronte inflazionistico. Proprio per questi motivi, resta probabile che entrambe le parti trovino un’intesa per allentare le tensioni commerciali, come già avvenuto con la Cina.
Lo spazio per ulteriori cali dell’Euribor a 12 mesi, dunque, si sta assottigliando. Ci aspettiamo comunque un ulteriore taglio da parte della BCE che potrebbe ridurre lievemente il tasso di riferimento rispetto ai livelli attuali.”

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