La Segreteria territoriale UIL PA Milano chiede una policy chiara sull’uso dell’IA e un piano formativo strutturato

Redazione -

“Sull’intelligenza artificiale vi avevamo avvertito: ora vanno tutelati i lavoratori”
La Segreteria territoriale UIL PA Milano interviene sulle recenti notizie relative a presunti utilizzi impropri di sistemi di intelligenza artificiale (IA) negli uffici finanziari e sull’annunciata intenzione dell’Agenzia delle Entrate di attivare verifiche e possibili procedimenti disciplinari.

“Vi avevamo avvertito, non avete risposto”
Già con nota formale del 13 ottobre 2025 indirizzata alle Direzioni regionali e provinciali di Milano, UIL PA aveva segnalato con urgenza la presenza, sulle postazioni di lavoro del personale, di Microsoft Copilot attivo da mesi, senza alcuna comunicazione ufficiale, istruzione operativa o percorso formativo dedicato.
Nella stessa nota si chiedevano chiarimenti, una policy chiara sull’uso dell’IA e un piano formativo strutturato, oltre alla convocazione di un tavolo tecnico-sindacale.
A quella richiesta – che richiamava anche i nuovi obblighi introdotti dalla Legge 23 settembre 2025 n. 132 di attuazione dell’AI Act europeo – non è pervenuto alcun riscontro dalle Direzioni in indirizzo, né è stato avviato alcun confronto preventivo con le organizzazioni sindacali.

Policy restrittive e formazione “fai da te” non bastano
Solo successivamente, e in modo del tutto unilaterale, l’Agenzia ha emanato una policy interna sull’utilizzo dell’IA generativa (23 ottobre) e ha predisposto un corso online asincrono, di carattere generale e non adeguato alla complessità delle attività svolte negli uffici.
«Non basta pubblicare una policy restrittiva a posteriori e affiancarle un corso e-learning per poter dire che l’Amministrazione ha fatto la sua parte – dichiara la Segreteria territoriale UIL PA Milano –. Serve formazione vera, mirata, in aula e specifica, soprattutto per chi utilizza questi strumenti in operazioni delicate come la redazione di atti, la gestione del contenzioso o i procedimenti che incidono direttamente sui diritti dei contribuenti.»
La UIL PA sottolinea come l’uso di IA in assenza di governance, regole chiare e formazione adeguata esponga sia l’Amministrazione sia i singoli lavoratori a rischi seri: violazioni della normativa privacy, perdita di tracciabilità dei procedimenti, errori sistematici nei processi decisionali e mancato rispetto degli obblighi di trasparenza, supervisione umana e documentazione imposti alle pubbliche amministrazioni dalla normativa europea e nazionale.

Prima si forma, poi – eventualmente – si sanziona
In queste ore l’Agenzia delle Entrate ha reso noto di aver avviato verifiche interne sul
rispetto della policy del 23 ottobre e di essere pronta ad assumere provvedimenti
disciplinari anche in presenza di un singolo atto irregolare.
UIL PA Milano ritiene inaccettabile che si pensi di scaricare sui lavoratori la responsabilità
di un utilizzo “non corretto” di strumenti che sono stati messi a disposizione
dall’Amministrazione stessa, senza alcuna istruzione operativa chiara e senza quel
percorso formativo obbligatorio che il sindacato aveva espressamente richiesto ben prima
dell’emanazione della policy.
«Oggi la priorità è tutelare i colleghi che non sono stati messi nelle condizioni di agire
correttamente – prosegue la Segreteria territoriale –. Non si può passare da una fase di
sostanziale “libero utilizzo” di strumenti IA, attivati in silenzio e senza linee guida, a una
stagione di caccia al colpevole sulla base di regole introdotte solo in un secondo
momento. Prima si costruisce governance, cultura e formazione; poi, semmai, si valutano
le responsabilità individuali.»

Per UIL PA Milano è indispensabile:
• sospendere ogni iniziativa di tipo sanzionatorio fino a quando non sarà
dimostrato che tutto il personale interessato è stato realmente formato in modo adeguato;
• aprire immediatamente un tavolo tecnico-sindacale sull’IA, con la partecipazione
delle RSU e delle organizzazioni sindacali, per definire regole, ambiti d’uso e tutele;
• progettare percorsi formativi in presenza o comunque interattivi, con casi d’uso
reali, dedicati in particolare alle attività più sensibili (accertamento, contenzioso, atti che
incidono su diritti e obblighi dei contribuenti).
Serve cultura IA anche tra i professionisti
UIL PA Milano richiama infine l’attenzione su un ulteriore aspetto: la necessità di una vera
cultura dell’IA anche nel mondo dei professionisti che in questi giorni denunciano presunti
“atti allucinati” prodotti grazie a strumenti di intelligenza artificiale, ma che talvolta
utilizzano essi stessi tali strumenti in modo inadeguato o non consapevole.
«L’intelligenza artificiale non è né il nuovo oracolo né il capro espiatorio perfetto – afferma
UIL PA Milano –. È uno strumento potente che va governato. Ciò vale per l’Agenzia, per i
lavoratori pubblici e per i professionisti esterni. Senza una cultura comune dell’uso corretto
dell’IA, il rischio è una spirale di accuse reciproche, nella quale l’anello più debole resta il
dipendente pubblico, lasciato solo tra nuove tecnologie, carichi di lavoro crescenti e norme
in continua evoluzione.»
UIL PA Milano rivolge quindi un appello:
• all’Agenzia delle Entrate, perché apra immediatamente un confronto strutturato
con le organizzazioni sindacali sull’IA, trasformando un problema in un’occasione di
innovazione responsabile;
• al Ministero vigilante, perché promuova linee guida nazionali chiare sull’utilizzo
dell’IA nella pubblica amministrazione, che tengano insieme innovazione, diritti dei cittadini
e tutele dei lavoratori;
• alle associazioni dei professionisti, perché accompagnino le proprie legittime
preoccupazioni con un serio investimento in formazione e autoregolamentazione sull’uso
di questi strumenti.
«Come UIL PA – conclude la Segreteria territoriale – continueremo a difendere i colleghi e
a chiedere che l’introduzione dell’IA negli uffici pubblici non avvenga mai alle spalle dei
lavoratori, ma attraverso partecipazione, trasparenza e formazione. Vi avevamo avvertito:
ora è il momento di assumersi responsabilità, non di cercare un capro espiatorio.»