Montepaschi, cinque giorni per convertire i bond

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Tra lunedì 28 novembre e venerdì 2 dicembre la finestra per lo scambio volontario delle obbligazioni subordinate al prezzo massimo di 24,9 euro. Non c’è un “piano B”

I circa 40mila detentori di obbligazioni subordinate Mps hanno cinque giorni di tempo per decidere se convertire oppure no i bond in azioni della banca senese. La finestra è stata definita dall’assemblea dei soci tra lunedì 28 novembre e venerdì 2 dicembre. Il prezzo per la conversione è stato fissato in un massimo di 24,9 euro.

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La banca ha spiegato che questo valore tiene conto della decisione di raggruppare le azioni nel rapporto di 1 a 100, specificando che il prezzo puntuale di conversione, per il quale non è stato indicato un livello minimo, “sarà pari a quello che il cda di Mps fisserà con successiva delibera per sottoscrivere la restante parte dell’aumento di capitale”.

L’operazione di conversione dei bond subordinati è strettamente legata all’aumento di capitale deciso nell’assemblea dei soci di ieri per un ammontare di 5 miliardi di euro.
Spetta ora al management, guidato dall’ad Marco Morelli, portare a termine l’operazione subito dopo il referendum costituzionale per salvare la banca dalla risoluzione.
Il piano, infatti, non ha alternative.

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L’operazione varata dai vertici senesi punta a ripulire il bilancio da 27 miliardi di sofferenze lorde, ad alzare le coperture per i crediti dubbi e ripianare le perdite con la ricapitalizzazione basata su tre pilastri: conversione volontaria fino a circa 5 miliardi di obbligazioni subordinate da cui la banca stima di ricavare poco più di un miliardo; uno o più investitori di riferimento; un’offerta di nuove azioni, senza diritto di opzione ai soci, per arrivare in tutto a 5 miliardi di nuovo capitale.

L’aumento di capitale verrà lanciato subito dopo il referendum del 4 dicembre, scadenza a cui il governo rischia di legare la sua sopravvivenza e Mps la possibilità di realizzare il suo piano di mercato.