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Secondo Fidelity, la Fed interverrà sui tassi, ma propenderà per un approccio molto prudente

C’è grande attesa oggi sui mercati per la riunione del Federal Open Market Committee (Fomc) e quindi per la decisione della Fed su tassi e sulle previsioni per il trimestre. Analisti e investitori stanno cercando di capire se ci sarà più di un rialzo oppure no e di quale entità.

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Secondo Anna Stupnytska, Global Economist di Fidelity International, il rialzo che la Fed opererà a giugno sarà l’ultimo per il 2017. “Quest’anno le condizioni finanziarie accomodanti hanno reso la Banca centrale americana più audace, ma l’economia evidentemente non ha collaborato. La debolezza dei consumi sta diventando più manifesta dal momento che emergono fattori contrari legati alla crescita negativa dei salari in termini reali, a cui si aggiungono la minore accessibilità dei prezzi delle abitazioni e standard creditizi più restrittivi. Malgrado gli investimenti stiano finalmente aumentando dopo aver rappresentato un freno per la crescita in molteplici trimestri, la stagnazione dei consumi non è stata controbilanciata”, spiega Stupnytska, che ricorda che nel contempo, fatta eccezione per il rialzo dei prezzi delle materie prime, le prospettive inflazionistiche rimangono anemiche. “L’inflazione core si appresta a registrare una modesta accelerazione nei mesi a venire ma è improbabile che questo rappresenti una fonte di preoccupazione per la Fed”, commenta l’esperta, che ritiene difficile prevedere cosa possa innescare un rimbalzo significativo della crescita Usa rispetto ai livelli attualmente modesti. “Considerando l’alto grado di incertezza che circonda l’agenda di Trump in materia di politica interna, le prospettive di una riforma fiscale e di un aumento della spesa infrastrutturale si sono per il momento indebolite”, dichiara Stupnytska.

Anche Andrea Iannelli, Investment Director obbligazionario di Fidelity International, ritiene che La Federal Reserve ricomincerà probabilmente a intervenire sui tassi nella riunione di giugno, dove dovrebbe fornire anche ulteriori indicazioni rispetto alla riduzione del bilancio. ”Ciò non dovrebbe incidere però in misura significativa sui Treasury Usa e visto il contesto complessivo riteniamo che la Federal Reserve propenderà per un approccio molto prudente”, spiega Iannelli, che suggerisce, pertanto, di mantenere un posizionamento costruttivo sulla duration, e in particolare negli Stati Uniti. In questo scenario, un approccio simile “può contribuire a sostenere i rendimenti e altresì aumentare la decorrelazione delle obbligazioni rispetto al mercato azionario, in un contesto in cui non vi sono le condizioni affinché il Fomc adotti un approccio aggressivo nell’implementazione di politiche monetarie restrittive”, conclude l’esperto.

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