I tumulti di Washington e i primi 100 giorni di Biden

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A mezzogiorno del 20 gennaio, Joe Biden sarà proclamato 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America, solo due settimane dopo che i sostenitori del suo predecessore, Donald Trump, hanno assaltato il Campidoglio, interrompendo una seduta comune del Congresso.

Chiaramente, queste circostanze e le differenze più profonde del solito tra i due candidati rendono questo passaggio di consegne più importante che mai. Inoltre, Biden ha promesso un inizio molto ambizioso nei primi 100 giorni del suo mandato.

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Covid-19 e cambiamento climatico

Nonostante il caos degli ultimi giorni, il primo punto all’ordine del giorno del nuovo presidente è piuttosto ovvio: la lotta alla pandemia di Covid-19. Con il numero di nuovi contagiati e di decessi in continua crescita negli USA e la distribuzione del vaccino appena all’inizio, questo problema dominerà in larga parte l’agenda della nuova amministrazione.

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L’obiettivo da raggiungere è quello di vaccinare 100 milioni di americani nei primi 100 giorni di presidenza, assieme con un periodo equivalente di mascherina obbligatoria e con lo scopo di permettere alla maggior parte delle scuole di riaprire. È probabile che avere successo su questo punto determinerà il capitale politico che Biden potrà spendere per le future iniziative.

Biden ha definito “un acconto” il recente stimolo di 900 miliardi di dollari e ha dichiarato che la sua nuova amministrazione lavorerà con il Congresso per raccogliere più fondi al fine di testare e distribuire vaccini. Il nuovo pacchetto di aiuti potrebbe includere anche nuovi stimoli, l’estensione di benefici e aiuti a livello sia statale che locale.

È probabile che anche le politiche climatiche avranno un posto di rilievo; Biden si è già impegnato a fare del rientro negli Accordi di Parigi uno dei suoi primi atti come presidente. In ogni caso, questo è un ambito in cui potrà fare molto anche prima che tutta la sua squadra di governo abbia prestato giuramento e senza bisogno del Congresso. Infatti, gli ordini esecutivi di Trump sull’energia possono essere rimossi con un altro ordine esecutivo.

Politica estera e commerciale

Da una prospettiva di mercato, qualsiasi politica che riguarderà la Cina sarà di particolare interesse.

Ci aspettiamo che l’approccio di Biden verso la seconda maggiore potenza economica globale sarà simile a quello di Trump, ma più pacato e con meno sconvolgimenti improvvisi. Per quanto riguarda la tematica economica più importante, le tariffe commerciali sono ormai diventate parte dell’arsenale politico. Ci aspettiamo quindi che queste resteranno in vigore, anche se nel tempo ci saranno degli allentamenti rispetto ai livelli attuali.

La politica estera e commerciale è un altro ambito in cui il presidente avrà un ampio margine di manovra senza bisogno del Congresso. Non mancano i punti all’ordine del giorno su cui Biden può lasciare rapidamente il segno e svelare in che direzione andrà il suo operato. Metterà mano all’accordo in stallo tra TikTok e Oracle? Come risponderanno gli Stati Uniti ai progressi fatti dalla Cina sui punti chiave della Fase 1 dell’accordo commerciale? E come gestiranno le molte ulteriori questioni su commercio e tech?

Un asso nella manica che non è compreso nell’agenda di molti investitori può essere una risposta decisa agli attacchi hacker di dicembre dietro i quali si ritiene possa esserci la Russia. Da un lato si ha un attacco hacker su scala troppo vasta per essere ignorato dalla nuova amministrazione, dall’altra sembra che gli animi si siano calmati visto che non c’è segno di crescenti pressioni sulla Russia da parte dell’uscente amministrazione Trump.

Sebbene non sia un argomento particolarmente discusso dagli investitori, si tratta comunque di un ambito dove il cambio della guardia a Washington potrebbe anche modificare le dinamiche del mercato.

L’unità nazionale

Gli ultimi disordini che hanno avuto luogo a Washington D.C. hanno ulteriormente spinto sotto i riflettori l’altro grande obiettivo di Biden, ovvero ripristinare l’unità nazionale.

In questo momento è difficile stabilire se i tumulti abbiano avvicinato o allontanato il raggiungimento di questo obiettivo. I più ottimisti sperano che le scene di caos faranno da catalizzatore per un momento di riappacificazione.

Tuttavia, l’esperienza degli ultimi cinque anni suggerisce che c’è anche la possibilità che Trump continui ad avere una grande influenza su una larga parte del partito e dell’elettorato, rendendo difficile opporsi a lui.

I prossimi mesi ci diranno come i vertici del Partito Repubblicano cambieranno dopo la fine della presidenza Trump, ma è probabile che questo avrà delle conseguenze di medio termine, piuttosto che portare implicazioni di mercato di breve periodo.