Plef, Human&Green Retail Forum. Coltivare ora il nostro futuro: una nuova fase della sostenibilità

-

Plef, Human&Green Retail Forum

— di Annachiara De Rubeis

Mercoledì 16 ottobre si è svolto presso il prestigioso Palazzo Reale di Milano il convegno Human&Green Retail Forum, organizzato da PLEF (Planet Life Economy Foundation). L’evento, che ha occupato l’intera giornata, è iniziato alle 9:10 e si è concluso alle 17:30. “Una giornata faticosa, ma in senso positivo, come se avessi fatto una maratona” dice Paolo Mamo, presidente PLEF. Il tema centrale del forum è stato la necessità di inaugurare una nuova fase della sostenibilità, con l’obiettivo di renderla non solo più incisiva dal punto di vista ambientale, ma anche più attenta alle esigenze delle persone rispetto alle iniziative del passato.

I saluti e l’introduzione sono stati affidati a Paolo Mamo, presidente della Planet Life Economy Foundation ETS e a Benedetta Cosmi, scrittrice e corsivista del Corriere della Sera.

Benedetta Cosmi, la sostenibilità funziona come la moltiplicazione

“Oggi stiamo raccogliendo i frutti di dieci, quindici, venti anni fa: quelle sensibilità sviluppate sui banchi di scuola, quelle percezioni che ora influenzano le decisioni all’interno dei Consigli di amministrazione, anche nelle scelte che cambiano le dinamiche della finanza. Ma la vera domanda che mi pongo è: come sarà il 2030?”

Rispetto al passato, guardando al 2030, ci si aspetta un cambiamento significativo, soprattutto per quanto riguarda il ruolo del capitale umano, quello che Benedetta Cosmi definisce il “tocco human”. Questo elemento è strettamente legato alla sostenibilità sociale, che secondo Cosmi viene spesso trascurata e considerata la “Cenerentola” delle dimensioni della sostenibilità.
Convergono Cosmi e il professor Enrico Giovannini sul punto che, lo sviluppo sostenibile non è la somma, ma la moltiplicazione dei suoi fattori. Quindi, “Attenzione quando la svendita sociale si avvicina allo zero” spiega Cosmi “perché poi è come nella moltiplicazione: se fai 100 di sostenibilità ambientale per zero di quella sociale, il risultato è zero”.

(nella foto a destra Benedetta Cosmi con il prof. Enrico Giovannini)

Il dibattito della mattina

I due interventi iniziali sono stati discussi e commentati con Eleonora Graffione – presidente Coralis e presidente dell’associazione Donne del Retail – Angelo Colombini – consigliere INAIL, ex segretario Femca CISL – e Vincenzo Linarello -presidente Gruppo Cooperativo GOEL- in dialogo con Domenico Canzoniero – NDB Il Marketing Consapevole – e Riccardo Taverna – vice presidente PLEF e presidente WeGlad.

Enrico Giovannini, coltivare ora il nostro futuro perché non c’è più tempo e il pianeta va avanti lo stesso (anche senza di noi)

L’ex ministro Enrico Giovannini, Direttore Scientifico ASviS, ha introdotto lo scenario europeo e la nuova sostenibilità nel retail.

“L’urgenza è notevolissima, a livello globale, europeo e nazionale. L’Italia si sta allontanando da molti degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, invece di andare verso quegli obiettivi” spiega il prof. Giovannini

Come già accennato, la dimensione umana non rappresenta un semplice fattore aggiuntivo rispetto alla sostenibilità ambientale, poiché lo sviluppo sostenibile non è una somma, ma il risultato dell’interazione tra i fattori economico, sociale, ambientale e istituzionale. Ciò implica che, così come nell’economia esistono delle soglie critiche, lo stesso vale per la sostenibilità sociale. Attualmente, quest’ultima soffre di un deficit teorico, in particolare per la mancanza di una vera e propria “teoria della rivoluzione” sociale che possa guidare una trasformazione strutturale in modo coerente e sostenibile.

Negli ultimi 40 anni, il paradigma dominante è stato che il profitto rappresenta la finalità, e non lo strumento di un’impresa. Tuttavia, è necessario che il capitalismo compia un salto evolutivo, aprendosi all’innovazione. L’obiettivo di un’impresa dovrebbe infatti essere la creazione di valore condiviso, un concetto strettamente legato al fattore sociale. Questo valore condiviso riflette anche il cambiamento delle preferenze dei consumatori, motivo per cui i retail devono adattarsi alle nuove esigenze di un pubblico sempre più attento alla sostenibilità e alle responsabilità sociali.

Successivamente, il professore ha ricordato e commentato gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Unione Europea, evidenziando la necessità di un cambiamento radicale. In conclusione, il capitalismo deve fare questo salto: alla domanda del professore “Siamo alle soglie di una nuova fase del capitalismo?”, la risposta è che, indipendentemente dall’ottimismo o meno, il cambiamento è imprescindibile per sopravvivere, poiché il pianeta si trova in una situazione di urgenza.

Cosmi in chiusura, la sostenibilità non è solo divieti

Dal dibattito pomeridiano, la parola chiave che raccoglie nelle conclusioni è “Equilibrio”, suggerendo che la seconda fase della sostenibilità (di cui ha parlato Giovannini evocando anche un «nuovo Capitalismo») da tale equilibrio parte nella necessità di una fase di istituzionalizzazione della sostenibilità. “Spetta a noi farlo in modo che non diventi solo una strada di divieti” spiega Cosmi. Fare in modo quindi di non perdere mai i gruppi più originali e innovativi col danno che il tema resti ad appannaggio dei peggiori magari burocraticamente perfetti.