Man Group: è ora di diversificare con l’azionario europeo
Sebbene le sfide che l’Europa deve affrontare siano tutt’altro che risolte, i mercati azionari della regione appaiono oggi molto diversi rispetto a un decennio fa e gli investitori USA si stanno accorgendo del divario di valutazione.
L’indice Stoxx 600 europeo ha toccato un massimo storico a metà gennaio e ha sovraperformato l’indice S&P 500 da un anno all’altro. Dopo che il 2024 è stato uno dei peggiori anni di performance relativa dell’Europa rispetto agli Stati Uniti, le azioni europee sono tornate in auge? Il rally è giustificato e sostenibile o si tratta dell’ennesima falsa ripartenza europea?
Dato che non siamo abituati a fare grandi annunci, diciamo solo questo: le azioni europee hanno di nuovo un ruolo importante da giocare nei portafogli degli investitori.
Gli ultimi anni di eccezionalismo degli Stati Uniti sono stati del tutto giustificati, grazie alla sproporzionata creazione di valore dell’azionario statunitense. Tuttavia, questo è avvenuto ad un costo: l’aumento delle valutazioni sia su base assoluta che storica e una significativa divaricazione rispetto ad altre regioni del mondo.
La divaricazione è più marcata in Europa, dove le valutazioni relative sono vicine al 99° percentile rispetto ai livelli storici. Pur essendo giustificate da anni di sfide economiche e strutturali, queste valutazioni depresse iniziano ad attirare l’attenzione.
Un’azienda che fa utili con una valutazione bassa: cosa c’è che non va?
Lo sconto sulle valutazioni europee riflette anni di sottoperformance in cui gli investitori hanno cercato la crescita altrove. La regione non presentava un quadro attraente: crescita economica debole, incertezza politica e dominata da una base manifatturiera lenta ad adattarsi all’era digitale.
Nonostante questo contesto apparentemente negativo, stiamo iniziando ad avere la prova che le azioni europee possono ancora una volta aiutare gli investitori a diversificare da esposizioni altamente concentrate, sia a livello geografico che settoriale.
Gli indici un tempo dominati da major petrolifere, società minerarie e manifatturiere ospitano oggi una nuova generazione di leader globali nei settori della tecnologia, della sanità e dei beni di lusso. Queste società combinano un forte potere di determinazione dei prezzi, una leadership globale e, soprattutto, redditività.
L’anno scorso è stato caratterizzato da aspettative deluse: mentre alcuni esponenti della nuova generazione di leader europei hanno registrato una crescita impressionante, molti non hanno raggiunto gli obiettivi elevati del mercato. Questo scollamento tra l’andamento dei prezzi delle azioni e i fondamentali ha determinato valutazioni interessanti per nomi di alta qualità. In generale a livello di mercato, le revisioni delle stime di crescita degli utili si sono stabilizzate, uno sviluppo incoraggiante che è passato in gran parte inosservato.
Catalizzatori del cambiamento
Inoltre, vi sono diversi catalizzatori (geo)politici e macroeconomici che potrebbero sostenere questo re-rating, anche se le sfide che la regione deve affrontare rimangono significative.
1. Stabilizzazione politica: Le due maggiori economie europee, Germania e Francia, hanno dovuto fare i conti con una notevole incertezza politica negli ultimi anni. In Germania, lo scioglimento del governo di coalizione alla fine del 2024 ha posto le basi per le elezioni del mese prossimo, facendo sperare in una politica di bilancio più efficace e in un aumento della spesa pubblica. In Francia, il nuovo governo ha superato il primo voto di sfiducia e ha ricevuto il sostegno dell’UE per ridurre il deficit in tempi più lunghi. Sebbene nessuna delle due situazioni sia ancora risolta, anche un modesto progresso su questi due fronti potrebbe migliorare il sentiment e sbloccare la crescita delle quotazioni.
2. Politica monetaria supportiva: A fronte di prospettive di crescita economica modeste, i membri del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE) hanno accennato a un atteggiamento meno “falco”. L’ipotesi di ulteriori tagli dei tassi ha trascinato l’euro al ribasso, in particolare rispetto al dollaro USA, offendo un significativo vantaggio alle aziende della regione che hanno business orientati all’export. È probabile che tassi più bassi per un periodo più lungo favoriscano i risk asset della regione nel corso del 2025.
3. La ripresa della Cina: Le preoccupazioni per il rallentamento economico della Cina hanno pesato molto sull’Europa lo scorso anno, data la dipendenza della regione dalle esportazioni verso il Paese. Un eventuale miglioramento dei consumi cinesi potrebbe dare una spinta significativa alle aziende europee leader dei settori tecnologico, dei beni di lusso e industriale, offrendo un ulteriore impulso alla crescita degli utili.
Un buon motivo per diversificare
I mercati azionari europei appaiono oggi molto diversi rispetto a un decennio fa e offrono un’esposizione a un mix di società innovative e globali con un potenziale di alfa (extra-rendimento) determinato dall’ampia dispersione delle valutazioni del mercato.
Sebbene le sfide che l’Europa deve affrontare siano tutt’altro che risolte, l’asimmetria di questa opportunità la rende convincente. Con un sentiment ancora vicino ai minimi storici, anche miglioramenti marginali – sia politici che di politiche di bilancio o specifici di ciascuna azienda – potrebbero portare a un significativo re-rating delle borse della regione.

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